domenica 20 luglio 2008

Riccò, dal trionfo al fango

"Voi fate il vostro lavoro, come io faccio il mio non mi devo nascondere" Non va in fuga come sui Pirenei Riccardo Riccò. Stavolta non scappa, non si sottrae alle domande come tanti farebbero al suo posto. Il carattere del Cobra dunque è rimasto, nonostante tutto. Rientrato nella sua Formigine dopo giorni che sembravano interminabili, affronta la salita più dura della sua vita senza cercare scorciatoie, ma aggrappandosi all'ultima speranza, forse illusoria. "Ora aspettiamo le controanalisi poi, coi miei avvocati, decideremo cosa fare". Riccò è provato, stanco, ma non vuol fare la vittima. Certo dalla possibilità di giocarsi il Tour - ci pensava eccome alla maglia gialla - al fango del doping la caduta è stata fragorosa, lo ammette lui stesso. "Prima tocchi il cielo con un dito poi ti ritrovi in una situazione tragica: un 'esperienza che non auguro neppure a un cane! Il tempo non passava mai e in quei momenti mi è passato in testa di tutto. Vittima? No, non mi sento vittima, ma una cosa del genere ti fa star male." Dall'altare alla polvere Anche quella alzata da tanti suoi colleghi che, ormai stanchi dei continui scandali, non hanno esitato a bastonarlo. "E' normale, io però al posto loro sarei stato zitto perchè credo ci voglia il rispetto di tutti. E io rispetto tutti" Tornerò più forte di prima. La promessa di Riccò non ha ancora un "quando". Resta infatti ancora da capire di quanto sarà la squalifica. Il Cobra tenta un timido rilancio. "Dipende tutto dalle controanalisi, bisogna vedere cosa succederà anche perchè credo che il metodo che hanno utilizzato non sia valido al 100%". In attesa di tornare alle corse e di pagare, se saranno accertate le sue responsabilità, Riccardo smetterà i panni del Cobra e tornerà soltanto a pedalare. "La bici è tutta la mia vita. Anche se ho il morale sotto i piedi, riprenderò presto ad andare in bicicletta".

(Servizio andato in onda su AllSport News - Calcio Premium24)

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