venerdì 30 novembre 2007

Film "Across the Universe"

Un'opera pop che non si costruisce su stilemi già consolidati, un film che non si sorregge sulla trama, ma sulle emozioni.
Le emozioni delle stupende canzoni dei Beatles che sono l'autentico e prezioso filo conduttore della storia...quella con la s minuscola e quella con la S maiuscola.

Storia come quella di due ragazzi, un operaio di Liverpool e la figlia di una famiglia borghese americana, forse separati da qualcosa di più profondo che l'intero oceano Atlantico, ma uniti dalla voglia di uscire dal proprio Mondo, magari per costruirne uno nuovo e migliore.
Storia come quella di un'America tormentata, lacerata da una guerra che la impantana non solo nel Vietnam ma anche nelle sue stesse contraddizioni. Un'America che si fa delle domande, che esplode di rabbia, che vive come forse ha mai vissuto, mentre tanti suoi ragazzi muoiono a migliaia di chilometri di distanza.

E le storie si intrecciano, si mischiano, raccontate come forse mai finora, cioè non con l'occhio della storia, della politica, dell'analisi sociale, ma con quello delle emozioni, che poi sono quelle che rimangono nel cuore e nelle testa di chi le ha vissute.
Ecco torniamo a questi ingredienti speciali che ci fanno immergere negli anni '60, difficili, ma anche irripetibili e di cui inevitabilmente siamo tutti un po' eredi.
Anche le immagini sono sempre straordinariamente efficaci e completano il viaggio emozionale: dai "red brick" di Liverpool al candore della villette americane, dal fascino trasandato e metropolitano della Grande Mela al pantano reale e soprattutto etico del Vietnam.
I "trip", viaggi col biglietto degli stupefacenti, sono descritti così per come sono stati vissuti in quell'epoca di grandi rivoluzioni. Senza una morale, senza criticarli o ergerli a bandiera di ribellione, ma solo col gusto di tuffarcisi dentro in un caleidoscopio di colori, musica, sensazioni violente e rarefatte al tempo stesso. In queste scene c'è gran parte dell'essenza pop del film, che si muove a volte frenetico a volte compassato, proprio come le canzoni, proprio come la vita.
La scena delle visite militari e dell'arruolamento è poi un capolavoro, una satira sottile e accuminata, fra scenari che sanno di Grande Fratello orwelliano e con quello "Zio Sam" ieratico e parlante che tanto ricorda il faccione di Mussolini in Amarcord.

Amore, guerra, amicizia, morte, ribellione. La quotidianità del banale o la banalità del quotidiano? No, molto di più! Perchè anche per significare un'epoca o raccontare una storia - con la s maiuscola o minuscola che sia - in Across the Universe è bastato "prendere una canzone triste e renderla migliore".

martedì 27 novembre 2007

Calcio/Ultimo minuto Parma

Un tempo la chiamavano "zona Cesarini" ora la potrebbero chiamare "zona Parma", a rovescio però. La formazione di Di Carlo è infatti quella più bersagliata nei minuti finali. Minuti fatali che sono costati ai Crociati punti davvero importanti, compreso il pareggio strappato all'Olimpico con la Lazio e svanito ad un sospiro dal fischio finale col gol - deviato - di Fabio Frimani. L'aritmetica parla chiaro: le partite finissero all'ottantesimo il Parma serebbe oggi sesto con una mezza dozzina di punti in più. Distattenzione? Calo di concentrazione? Incapacità di chiudere le partite? Non è dato saperlo, ma una risposta bisognerà pur darla. Soprattutto al presidente Tommaso Ghirardi, uno che ha salvato due volte la squadra che fu dei Tanzi - prima dai debiti, poi da una retrocessione già scritta - e che ora, specie dopo gli investimenti estivi, vuole delle spiegazioni. Ecco così che il patron gialloblù, dall'aspetto pacioso, ma certamente di carattere, ha scatenato la sua ira: "È incredibile, sono quattro o cinque gare che perdiamo così. È un problema che abbiamo e che dobbiamo risolvere. Non credo più alla sfortuna. Non si possono buttare via tutti questi punti che poi alla fine possono risultare pesanti". Niente isterie, ma fermezza. Perchè il "brutto quarto d'ora" (finale) alla lunga, può davvero portare all'inferno.

venerdì 23 novembre 2007

Allevi...fortissimamente piano!




L'incontro con il grande pianista classico che riempie le piazze di fan, specie giovani, quasi fosse una rockstar. La musica, il successo, le emozioni di questo grande artista italiano.

mercoledì 21 novembre 2007

Calcio/Regno Unito fuori dall'Euro...

"Niet" croato agli Inglesi...e la Russia ringrazia


Quello che non doveva o poteva succedere è successo. La Croazia, con un grandissimo spirito sportivo, non ha giocato con la pancia piena da squadra già qualificata, ma ha cercato l'impresa a Wembley e l'ha trovata. Ai biancorossi è bastato giocare al solito in questi ultimi mesi, mostrando di meritare il primo posto nel girone e forse anche una candidatura autorevole alla vittoria finale agli europei alpini del prossimo anno. E pure gli inventori del football hanno giocato come fanno da un po' di tempo a questa parte...cioè male! Gli undici di albione, nonostante le motivazioni, nonostante bastasse loro un punto, hanno mostrato ancora una volta i segni di una crisi che già era emersa agli ultimi Mondiali di Germania. Così in paradiso va la Russia, cui basta uno striminzito 1-0 sui Pirenei con la modestissima Andorra. La fortuna aiuta gli audaci come l'abile Guus, cui va il merito di aver dato carattere ad una formazione non certo piena di stelle, ma ora più che mai determinata. Dopo la Corea e l'Australia ci riprova con la Russia, con cui spera di "rompere le scatole" anche in SvizzerAustria. All'inferno manco a dirlo ci va l'Inghilterra, anzi tutto il Regno Unito incapace di portare una sola formazione a Euro 2008. Ai Britannici, già in lutto per la Formula Uno (due titoli sfumati con la McLaren e col favoritissimo Hamilton) e per il rugby (amara sconfitta col Sudafrica) è stato tolto pure il caro vecchio pallone. Dio salvi la Regina!

martedì 20 novembre 2007

Il graffio del Gatto

"Forse Fini rinucerà a polemizzare con Storace per il simbolo della Destra"

"Massì, in fondo ora lui ha una nuova fiamma"

sabato 17 novembre 2007

Calcio/Azzurro savonese

"Sì io parlo savvonneeese" Recita il divertente tormentone di Enrique Balbontin. Io parlo savonese come lo parla Christian Panucci, che con la sua testolina ci ha regalato l'accesso, con una giornata di anticipo, agli Europei 2008. Una testa ligure, dura come l'ardesia, ma piena di buone idee come quella di siglare il 2-1 azzurro su calcio d'angolo.

Per sconfiggere la Tartan Army (un'esercito "pacifico", sempre più simpatico, sempre più sportivo e che fa quasi rabbia aver costretto all'eliminazione) era necessario un Higlander nostrano, uno "ruvido" perchè abituato alle ruvidezze delle montagne che si tuffano nel mare, proprio come in Scozia.

Panucci non sarà un fenomeno del calcio, uno di quelli che ubriacano di veroniche gli avversari o mandano in sollucchero i tifosi con colpi spettacolari. Tuttavia è, ancora oggi, uno tra i terzini più forti al mondo, bravo in copertura e col vizio del gol. E' uno che ha vinto davvero tutto tra Milano, Madrid e Roma. E' un esempio di carattere e determinazione, qualità - lasciatelo dire con un pizzico di orgoglio natìo - che parlano savonese.

venerdì 16 novembre 2007

Città Visibili (refresh)

La rubrica è stata aggiornata... visita le "Città visibili"

Milano
Barcellona
Genova
Parma
Venezia

domenica 11 novembre 2007

L'Odissea del pendolare

Perdere un treno è già di per sé molto sgradevole, ma può capitare. Molto più sgradevole è però quello che può succedere dopo averlo perso. E capita se si sta viaggiando – o tentando di viaggiare – con Trenitalia, pagando regolare e costoso biglietto.
Mettetevi nei panni di un pendolare, uno dei tanti, che ogni fine settimana scende a Savona da Milano, dove studia oppure lavora. Un pendolare che spesso deve fare i conti con ritardi cronici - talvolta anche di un’ora o più – carrozze sporche e affollate all’inverosimile, guasti improvvisi che ti fanno ammirare per lungo tempo la campagna pavese, coincidenze inevitabilmente perse alla stazione di Genova Principe. Uno insomma che si arma di santa pazienza già quando monta sul predellino, conscio che se andrà tutto bene sarà un miracolo.
Il nostro amico arriva nella stazione centrale di Milano per prendere l’Eurocity 143 delle 11.10 diretto a Nizza. Ha regolare biglietto con prenotazione obbligatoria: carrozza 4, posto 73, costo 16 euro e cinquanta. Purtroppo, nonostante il tabellone della stazione lo segnali ancora in partenza, quando giunge al binario – sono le 11.13 - il treno è già partito, stranamente puntuale. Esaurite le imprecazioni, inevitabili in queste situazioni, il nostro pendolare si avvia verso la biglietteria per farsi cambiare il titolo di viaggio in modo da prendere il primo treno utile. E per fortuna le invettive sono finite perché altrimenti il nostro sfortunato viaggiatore si lascerebbe di nuovo andare di fronte alla lunghissima coda dovuta all’apertura di quattro sportelli soltanto in tutta la stazione di Milano Centrale, lo snodo ferroviario più importante del Paese. E non siamo la notte della domenica, ma la tarda mattinata del sabato. Intanto il nostro pianifica: il primo treno utile è l’Intercity Plus per La Spezia, poi si cambia a Genova e si prende il regionale per Savona. Il biglietto costerebbe meno di quello già fatto, ma pazienza. Dopo quaranta minuti di fila, ecco l’agognato sportello: “Purtroppo c’è il cambio di tipologia di treno, da Eurostar a Intercity Plus e questa variazione costa tre euro”. Tre euro per viaggiare su un treno di categoria inferiore? Vabbè, nonostante tutto si porta ancora pazienza. Ecco pero il colpo di scena “Ma scusi il treno delle 11.10 è già partito?” Domanda l’addetta, cortese, ma confusa visto che è quasi mezzogiorno. “Ma allora – prosegue – non si può cambiare il biglietto, mi spiace ma posso solo “aggiornarlo” col primo treno utile della stessa categoria, cioè l’Eurocity delle 15”. Il nostro pendolare, sconfortato più che in collera, chiede allora come fare. Dopo un consulto con un non ben identificato dirigente, la bigliettaia torna con un curioso responso: “Obliteri il biglietto, salga sul treno delle 12.10 e parli col capotreno, di solito non fanno problemi”. Curioso innanzitutto perché in biglietteria dovrebbero ben sapere che i biglietti Eurocity con prenotazione obbligatoria non devono essere obliterati. Curioso poi perché quella risposta non è certo quella che ti aspetti da un dipendente di un’azienda seria. Tuttavia è mezzogiorno e il nostro amico decide di salire sul treno delle 12.10 per non perdere pure quello. Reperito il, anzi la, capotreno “che non dovrebbe fare problemi” ecco l’ennesima doccia gelata: “Certo può salire – bontà loro! – ma c’è il cambio biglietto a bordo treno e sono otto euro”. La pazienza ormai è finita. Ma le decise rimostranze del passeggero che chiama in causa le indicazioni della biglietteria non sortiscono effetto. Al momento del pagamento – otto euro che sommati ai 16,50 diventano 24,50, quasi cinquantamila lire di biglietto! – la capotreno però spiega: “Se le metteva un timbro l’assistenza evitava la sovrattassa”. Assistenza? Ma cos’è? Dove si trova? E perché nessuno dalla biglietteria me ne ha parlato? Domande retoriche.
Morale? State attenti a non perdere mai il treno, potrebbe davvero costarvi caro. Flaiano diceva che in Italia la linea più breve fra due punti è l’arabesco. Aveva ragione. Quella più lunga, interminabile come un’Odissea, è invece il binario ferroviario.

sabato 10 novembre 2007

Duespaghi, la guida Michelin... “Wiki”

Una Wikipedia gastronomica o una guida Michelin a partecipazione collettiva. Così si potrebbe definire DueSpaghi, web community dedicata interamente al buon mangiare che dopo poco più di un anno di vita può vantare 100.000 utenti unici mensili, circa 3000 utenti-contributori e ben 5500 ristoranti su cui questi cosiddetti “Spaghifriends” hanno espresso un parere. Numeri di tutto rispetto tanto che a breve termine sarà costituita una società che gestirà il sito. E dire che tuttto era iniziato con un piccolo investimento e tanta buona volontà da parte di due giovani che, spinti dalla loro passione per la cucina, hanno provato ad applicare il web 2.0 ad un sito che proponga tutti i ristoranti ed i locali del nostro Paese. Duespaghi nasce infatti dall'idea di Marco Palazzo e Stefano Massimino – in arte Shamperd e Flander - che sviluppano progetti su internet in Italia da 8 anni. Il sito è molto facile da consultare grazie alla divisione per città o per genere dei ristoranti. E proprio come in Wikipedia tutto si può modificare, commentare, aggiornare. Si possono inviare le foto delle feste in un locale o di un ristorante, un film girato col cellulare, commenti e giudizi: tutto viene pubblicato e condiviso. “L'idea è nata a fine 2005 perchè ci piaceva molto cosa stava succedendo in America con Wikipedia, Digg e del.icio.us ovvero massimo potere alle persone e aspetti democratici prevalenti” spiega uno dei due fondatori, Marco Palazzo.
A livello economico Duespaghi si sostiene proprio grazie alle risorse private di Palazzo e del suo socio Massimino che intervengono con qualche centinaio di euro all’anno. Tuttavia da pochi mesi sono arrivati anche piccoli investimenti pubblicitari. “Dallo scorso marzo – prosegue Palazzo - visto anche l'incremento di traffico, abbiamo iniziato a immettere qualche minima fonte di ricavo con gli Adsense di Google e da settembre siamo entrati a far parte di una concessionaria pubblicitaria, la Vinoclic, che opera su di un network di siti legati al mondo della enogastronomia e paga in base alle performances, trattenendo una percentuale dei ricavi” “I ritorni pubblicitari coprono le spese – afferma ancora l’inventore di DueSpaghi - abbondantemente per quanto riguarda la gestione quotidiana, più difficilmente se si includono spese di sviluppo. Non abbiamo uscite alla voce marketing. Ad ogni modo con l'advertising finché non si raggiunge un traffico di tutto rispetto, ossia 1.000.000 di utenti mensili, è difficile poter pensare di vivere”
Le voci di entrata nel bilancio di “DueSpaghi” sono almeno tre, ma i guadagni sono comunque stati reinvestiti nel progetto. “Il modello di business è composto da varie parti – sostiene Palazzo - l'advertising già citato, un aspetto transazionale, mirato a far si che i ristoranti presenti in DueSpaghi possano essere prenotati via web, e un aspetto editoriale consistente nella distribuzione dei contenuti generati dagli utenti presso altri gruppi Internet o del mondo dell'editoria” “Per poterlo mettere in pratica - aggiunge - sono necessari dei fondi e per questo motivo in questo periodo siamo totalmente focalizzati nel far diventare DueSpaghi una società e a cercare finanziatori interessati al nostro progetto che possano immettere capitale per farci crescere. Non un euro di quelli guadagnati fin ora è entrato nelle tasche mie e di Stefano, abbiamo reinvestito tutto per cercare di sviluppare cose nuove”. I due fondatori ribadiscono che l’obiettivo finale è fare di DueSpaghi una azienda che si regga con le proprie gambe e generi profitti e smentiscono quindi le voci di una possibile vendita del proprio sito a colossi del web come Dada.