venerdì 29 agosto 2008

Palermo, prima di tutto

Il Palermo ha fretta di iniziare il campionato e fare bene, parola di Stefano Colantuono. L'anticipo che inaugurerà la nuova serie A, capita a fagiolo per i rosanero che vanno in Friuli per dimenticare subito l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Ravenna. Nell'allenamento di rifinitura l'allenatore romano è categorico: pochi rimpianti e massima concentrazione per la trasferta contro l'Udinese, un avversario da temere, ma anche da battere. "E' una squadra che ha fatto bene lo scorso anno, è un gruppo con giocatori molto validi specie davanti. Noi però, pur rispettando l'Udinese, andremo là per fare la nostra partita" Il Palermo non è ancora al 100%, Colantuono lo sa, ma in questo caso il "mal comune mezzo gaudio" è più che un adagio popolare. "Il Palermo è come le altre, si sa che la forma piena si raggiunge solo dopo la quarta, quinta giornata. Ci sono giocatori che stanno meglio e altri che stanno meno bene" E tra chi non sta bene Carrozzieri, Budan, Cassani e De Melo indisponibili così come Fontana, colpito da un grave lutto familiare. E allora la formazione è presto fatta: Amelia in porta, Raggi, Dellafiore, Bovo, Balzaretti in difesa, Migliaccio, Liverani e Nocerino nel mezzo, Cavani punta centrale con Miccoli a sinistra e uno fra Jaankovic o Lanzafame a destra. La curiosità è che più di mezza squadra è totalmente nuova rispetto allo scorso anno, ma anche questo per Colantuono non è un problema. "Abbiamo cambiato molto, ma sono arrivati parecchi giovani: può iniziare un ciclo".

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Oddo, ritorno al futuro

Se avesse la macchina del tempo, tipo la Delorean di Ritorno al Futuro, Massimo Oddo farebbe un salto indietro di due anni. Estate 2006, l'Italia è ancora frastornata dalla vittoria in Germania e Oddo è uno dei Campioni del Mondo. Capitano della Lazio, terzino di classe e velocità, infallibile rigorista, Massimo è corteggiato dal Milan che vuole rinnovarsi sulle fasce. Il pescarese non vede l'ora di approdare in rossonero, ma Lotito non è soddisfatto dell'offerta e blocca tutto. A Oddo non resta che giocare e segnare con i biancocelesti - 5 gol in appena 4 mesi - fino al gennaio 2007 quando dopo un lungo corteggiamento Galliani riesce a strapparlo a Lotito in cambio di quasi 8 milioni più Foggia. E' il colpo del mercato invernale insieme a Ronaldo, ma se il brasiliano non può giocare la Champions, Oddo la gioca e la vince pure concludendo 12 mesi incredibili: sul tetto del Mondo e sul trono d'Europa. Poi inizia la discesa con una stagione sottotono: soltanto un gol e troppe disattenzioni in difesa. Ora voleva riguadagnarsi il posto in rossonero, ma anche quel rigore sbagliato al Trofeo Tim è sembrato un segno del destino. Così Massimo, dopo una scelta che definisce "sofferta e ponderata" va in prestito per un anno al Bayern di Toni. Al Milan vuol dire soltanto "arrivederci", ma Oddo va in Germania, la terra dove iniziò il suo periodo magico, per il suo Ritorno al Futuro. E tornare al Massimo non è solo un gioco di parole.

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giovedì 28 agosto 2008

Autolesionismo Juve

Continua a farsi male da sola, la Juventus, nel vero senso della parola. L'infermeria è già bella piena, ma la sfortuna entra di nuovo in campo con altri due bianconeri che si infortunano, e ancora una volta in allenamento. Banali scontri di gioco diventano involontari scontri fratricidi. Stavolta tocca a Nedved e Sissoko finire malconci la partitella in famiglia a Vinovo. Il primo ad andare ko è il centrocampista del Mali, che rimedia una forte botta alla schiena dopo uno scontro con Grygera. Quindi è Nedved finire a terra dopo un contrasto ruvido mentre sta per calciare. L'immagine del ceco che, armato di ghiaccio, si tiene la caviglia destra mentre viene portato fuori in barella fa sobbalzare Ranieri. La preoccupazione per Nedved è legata soprattutto all'esordio di domenica sera contro la Fiorentina. Partita che comunque non vedrà in campo Sissoko che è squalificato e avrà dunque più tempo per recuperare. Tempo che invece potrebbe non bastare a Nedved, uscito dal centro sportivo con le sue gambe, ma claudicante. Ranieri si consola rivedendo in campo Chiellini (il difensore ha svolto lavoro differenziato prima dei compagni) e seguendo i progressi di Marchionni, Zanetti e Zebina (anche per loro allenamento a parte), e spera che per Nedved non ci sia nulla di grave. Per saperne di più si dovrà comunque aspettare domani, così il tecnico romano studia già le alternative al ceco: tra la spregiudicatezza di Giovinco e la copertura di Saliamisic, potrebbe scegliere l'ottimale via di mezzo Iaquinta. Domani e sabato allenamenti a porte chiuse, ma per il resto la squadra sembra fatta con Poulsen-Marchisio in mezzo al campo e i veterani Del Piero-Trezeguet favoriti per l'attacco.

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Sfortuna (bianco)nera!

Allarme Juventus: l'emorragia di infortuni non si ferma. Giusto il tempo di un sorriso in casa bianconera per l'insperata promozione in seconda fascia nei sorteggi Champions, ed ecco che la sfortuna entrare ancora una volta in campo con altri due giocatori che si fanno male, e ancora una volta in allenamento. Stavolta tocca a Nedved e Sissoko finire malconci la partitella in famiglia a Vinovo. Ad un primissimo esame non si tratterebbe di nulla di irreparabile, ma soprattutto per il ceco c'è preoccupazione in vista dell'importante esordio contro la Fiorentina, una partita che comunque non vedrà in campo lo squalificato Sissoko. L'immagine di Nedved che, armato di ghiaccio, si tiene la caviglia destra mentre viene portato fuori in barella fa sobbalzare Ranieri già alle prese con gli infortuni di Chiellini, Zebina, Zanetti e Marchionni. Anche perchè è arrivata subito dopo la botta rimediata da Sissoko in uno scontro con Grygera. Anche il Maliano, dolorante alla schiena, era uscito in barella, ma come detto - complice la squalifica - avrà tutto il tempo per recuperare. Tempo che invece potrebbe non bastare a Nedved che è uscito dal centro sportivo con le sue gambe, ma claudicante. E per sapere se il ceco ce la farà bisognerà attendere le convocazioni di domenica visto che domani e sabato la Juve si allenerà a porte chiuse. Resta il fatto che in un centrocampo già d'emergenza - con Marchisio e Poulsen centrali - potrebbe mancare un altro importante tassello. Se Nedved marcherà visita Ranieri avrà comunque tre opzioni: Giovinco per osare, Saliamidzic per coprirsi e soprattutto Iaquinta, per fare un po' entrambe le cose.

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Inter: un Mou nel motore

Pole position. La fuoriserie Inter riparte da qui, coi favori del pronostico che spettano ai campioni in carica e a Josè Mourinho, un pilota così vincente che, pronti via, si è già portato a casa la Supercoppa. E sarà proprio a una buona fetta della squadra in campo già domenica scorsa contro la Roma che il portoghese si affiderà per affrontare la prima curva di un gran premio di 38 giornate. Una curva pericolosa come quelle della Milano-Genova, tragitto che ai nerazzurri toccherà sabato sera, direzione Ferraris, la tana di Cassano. Per intrappolare il genietto barese Mou proporrà l'inedito duo Materazzi-Cambiasso, rilanciando Matrix e testando ancora l'argentino nel ruolo di centrale. Una scelta tattica, ma anche di necessità, visto il perdurare dell'emergenza difesa: Chivu e Cordoba sono sulla via del recupero, ma solo il colombiano potrebbe arrivare almeno alla panchina. A centrocampo confermati i tre moschettieri della supercoppa: Corsa, Fosforo, Grinta ossia Zanetti, Stankovic e Muntari. In attacco c'è Ibra che fisicamente non è ancora al 100%, ma esaltato dallo Special One si dice pronto a regalargli subito gioie e gol. Lo svedese sarà supportato da Mancini - un nome quantomeno evocativo per un Sampdoria-Inter - e uno fra Figo e Balotelli. Mourinho potrebbe infatti dare ancora una chance al suo connazionale, non certo brillante contro la Roma, per buttare in mischia il secondo a partita iniziata. Molti tifosi sognano il confronto tra Supermario e Fantantonio, una sfida da eroi dei fumetti. Ma Mourinho di fumetti non ne legge più da un pezzo, al pilota portoghese interessa solo confermarsi vincente, e sta già scaldando i motori.

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mercoledì 27 agosto 2008

Oui, je suis Jeremy Menez

In Francia c'è chi lo ha avvicinato a Zidane, ma alcuni sostengono sia più simile ad Henry. Cufrè, ex giocatore della Roma e suo compagno al Monaco, ha detto invece che assomiglia a Cassano. E se questo non bastasse sir Alex Ferguson, uno che di giovani talenti se ne intende, lo ha corteggiato fin da quando era ragazzino. Insomma per Jeremy Menez le credenziali non mancano, così come i paragoni pesanti. Ma l'attaccante 21enne nato a Lonjumeau nel cuore della Francia non teme confronti, forte della sua classe cristallina e della sua duttilità sul fronte avanzato. Trequartista, può tranquillamente ricoprire anche il ruolo di attaccante esterno, a destra come a sinistra. Menez usa entrambi i piedi e nel suo metro e 79 di altezza racchiude ottima tecnica, grande rapidità, buona visione di gioco, senso del gol e dribbling fulminante. Quando la palla è dalle sue parti le soluzioni sono molteplici ed è per questo che Menez è spesso bersaglio dei difensori avversari, ma il ragazzo dell'Ile de France le prende e le dà, senza farsi troppi problemi. Problemi che non si è fatto neppure quando appena 13enne si è legato al Sochaux, giocatore più giovane della storia della Ligue 1 a firmare un contratto professionistico. L'esordio in prima squadra arriva il 7 agosto 2004, ma la data più importante per Menez è il 22 gennaio 2005 quando, diciottenne, segna in soli 7 minuti una tripletta al Bordeaux. Uno che non perde tempo e corre veloce, anche in campo. In 4 stagioni tra Sochaux e Monaco - dove è approdato nel 2006 voluto, si dice, dal Principe Alberto - ha accumulato quasi cento partite segnando 21 gol. 21 come i suoi anni, che grantiscono grandi margini di miglioramento, tanto che dopo tutta la trafila delle giovanili è stato anche convocato con la nazionale maggiore nel gennaio di quest'anno. Nè Zidane, nè Henry, nè Cassano. O forse un po' di tutti e tre. Questo è Jeremy Menez, che alcuni già chiamano SuperMen.


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martedì 26 agosto 2008

Star Wars: Real vs United

Villa, Berbatov, Huntelaar, Robinho e forse anche Silva. Si infiamma a pochi giorni dalla fine il calciomercato 2008, quello che avrebbe dovuto essere di Cristiano Ronaldo e non è stato, vede ancora in guerra i soliti Real Madrid e Manchester United, che dopo la battaglia per il portoghese, l'un contro l'altro armati, sono pronti a esplodere gli ultimi colpi. E i "colpi" sono tutti di primissimo piano, attaccanti di lusso a partire da David Villa su cui punta deciso il Real. Dopo il "no" del Valencia all'offerta di 47 milioni di domenica scorsa in occasione della supercoppa, i Merengues sono pronti al rilancio: 52 milioni cash per assicurarsi il capocannonniere dell'Europeo ed evitare altre figuracce dopo i proclami a vuoto su Kakà e Cristiano Ronaldo. Ma secondo indiscrezioni su Villa ci sarebbe ancora il solito Manchester. Vendetta di Ferguson o reale interesse? I Red Devils in effetti cercano un attaccante, specie dopo il raffreddamento della pista Silva, l'altro pezzo pregiato del Valencia, che ora potrebbe interessare al Barcellona. Ma lo United corteggia soprattutto Berbatov offrendo al Tottenham 35 milioni. Se l'affare va in porto gli ambiziosi Spurs si buterebbero su Huntelaar dell'Ajax - valutato 25 milioni - ansioso di giocare in un grande club. Manco a dirlo sull'olandese ci sono però anche Real e Manchester, ormai impegnati in una battaglia su tutti i fronti. Fra Blancos e Red Devils è una partita a scacchi con diverse pedine da muovere. Il Real sacrificherà quasi certamente Robinho per avere fresco contante da investire sul mercato. E i 38 milioni che servono ai Merengues nella guerra contro il Manchester arriveranno dal Chelsea. I Blues uniranno così l'utile - il brasiliano che piace a Scolari - al dilettevole, un dispetto all'avversario di sempre, quel diavolaccio rosso di Ferguson.

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giovedì 21 agosto 2008

Le ultime medaglie famose

L'inguaribile ottimismo degli americani di Sports Illustrated pronosticava per l'Italia addirittura 40 medaglie, il presidente del Coni Gianni Petrucci, più realista, si sarebbe accontentato di un bottino di 25-27 medaglie. A tre giorni dalla chiusura dei giochi siamo a quota 21, con 6 ori, 7 argenti e 8 bronzi. Nessuno pensava di inseguire i record azzurri - 36 medaglie in tutto a Roma '60 e Los Angeles '32, 14 ori ad Atlanta '96 - ma era perlomeno legittimo pensare di avvicinarsi all'ottima prestazione di quattro anni fa ad Atene, con 32 medaglie e 10 ori. E allora vediamo - Antonio Rossi con suo k4, l'italvolley maschile e Alex Schwazer a parte - dove si potranno raccogliere le ultime medaglie. Un tris, come si sa, lo abbiamo già in tasca, anzi in pugno, con i bronzi - come minimo - di Picardi, Russo e Cammarelle. Altre speranze concrete di incrementare il nostro medagliere saranno affidate in acqua, oltre che a Rossi, alla sempreverde Iosefa Idem, 44 anni a settembre e ottime possibilità sabato di salire sul podio. Speranze anche per le azzurre della ginnastica ritimica, già argento ad Atene nel concorso a squadre: domenica possono regalarci delle gioie, giurie permettendo. Infine l'atletica, un po' la cenerentola della spedizione azzurra. Dopo il bronzo di Elisa Rigaudo nella 20km di marcia e le chances di Alex Shwarzer impegnato domani, Giuseppe Gibilisco e Antonietta Di Martino possono provare, tra domani e domenica, a volare alto. I Giochi, come vuole la tradizione, si chiuderanno con la maratona. Quattro anni fa Baldini ci fece finire in bellezza, ma ora è tormentato dai problemi fisici. La logica lo lascia fuori dal podio, ma l'Olimpiade resta il terreno più adatto dove coltivare sogni. Sogni che, realisticamente, possono accreditarci di qui alla chiusura di altre 7 medaglie. Si arriverebbe così a quota 28: 12 in meno delle previsioni di Sports Illustrated ma una in più degli auspici della vigilia del presidente Petrucci.

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mercoledì 20 agosto 2008

Torna Sheva. Stop per Ibra e Mutu

Pareva scritto nel destino, ma tra qualche ora potrebbe essere anche messo nero su bianco. Il ritorno di Shevchenko al Milan è l'ultima clamorosa novità del Calciomercato estivo. Clamorosa perchè, nonostante tanto parlare, i rossoneri si dicevano già sistemati con Ronaldinho e l'ucraino sembrava pronto a ripartire nel nuovo Chelsea di Scolari. Invece Sheva, dopo le prime partite ufficiali dei Blues, ha capito che a Londra avrebbe continuato a vedere poco il campo. Così l'attaccante ha chiesto al patron Abramovic di poter tornare andare via, preferibilmente a Milano. E il magnate russo ha trovato sponda in Berlusconi per riaccogliere - dopo due anni - il figliol prodigo Shevchenko. Intanto a Milano torna un altro attaccante, ma il mercato non c'entra. Ibrahimovic è stato infatti nuovamente bloccato dal suo gionocchio sinistro prima dell'amichevole Svezia-Francia, dove avrebbe dovuto giocare un tempo. Il riacutizzarsi del dolore al tendine rotuleo preoccupa lo staff nerazzurro e soprattutto Mourinho. Da valutare l'impiego dello svedese domenica nella Supercoppa con la Roma. E con Ibra anche un altro big del nostro campionato s'è infortunato durante il ritiro della sua nazionale. Mutu, allenandosi con la Romania, si è fatto male al gomito provando una rovesciata. A Firenze si teme un lungo stop, ma intanto i viola si rilassano a Forte dei Marmi contro una squadra di vecchie glorie. Nella partita, a sfondo benefico, la Fiorentina ha vinto 6-2 con doppiette di Kuzmanovic, Osvaldo e Pazzini. Amichevole anche per il Torino, che ha affrontato in trasferta il più impegnativo Lugano, che milita nella serie B svizzera. Il Toro, non brillante, non va oltre lo 0-0 e sbaglia pure un rigore con Di Michele.

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martedì 19 agosto 2008

Ibra, ancora guai

"Ibra ha ancora dolore". Rimbalza dalla Svezia il lamento di Zlatan, bloccato ancora una volta dal maledetto tendine rotuleo del ginocchio sinistro, quello che l'ha tormentato per tutta la seconda parte della scorsa stagione. A Goteborg, Ibrahimovic avrebbe dovuto giocare un tempo nell'amichevole fra la sua nazionale e la Francia. Un compromesso tra la federazione svedese, ansiosa di dare la fascia di capitano alla sua stella, e l'Inter, che per tutta l'estate aveva centellinato le presenze del suo numero 8, proprio per consentirne il pieno recupero. Ibra invece non giocherà neppure un minuto perchè il dolore al ginocchio si è riacutizzato durante un esercizio di routine. "In accordo con lui e lo staff medico abbiamo deciso di lasciarlo andare per non peggiorare le cose". Ha spiegato il cittì della Svezia, Lagerback, rattristato per il continuo calvario del suo pupillo. E "rattristato", per usare un eufemismo, è pure Mourinho - già poco entusiasta dell'amichevole - che ora si vede rispedire dalla Svezia un Ibra di nuovo a pezzi. Poco piu' di un quarto d'ora ad Amsterdam, l'8 agosto, contro il Siviglia, un tempo e mezzo contro l'Ajax il giorno dopo e l'intera partita con il Benfica a Ferragosto. Il piano dello Special One per il recupero dello svedese in vista della supercoppa era studiato nei dettagli. Ora si valuterà il problema, ma il timore è che si debba ricominciare tutto daccapo. Mourinho, forte della sua difesa ermetica, ha impostato l'allenamento mattutino sui movimenti offensivi. Ma dopo Adriano, per lui esercizi in palestra, è proprio l'attacco che inizia a preoccupare. E il tempo sta scadendo: da domenica si fa sul serio.

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lunedì 18 agosto 2008

Rivera, i 65anni di un rivoluzionario

Un rivoluzionario in smoking. Non avrà il viso immortalato sulle magliette, ma Gianni Rivera ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano e non solo. Sì perchè in quel ragazzo nato ad Alessandria il 18 agosto di 65 anni fa, si intravvede il marchio del predestinato sin dall'esordio - precocissimo - a neppure 16 anni con "i grigi" della sua città. Poi Rivera va al Milan e inizia l'epopea: un mito fatto di colpi eleganti sul campo e anche di polemiche con gli arbitri, di talento sopraffino e di carisma innato. Precursore, in altre parole primo. Primo della classe, con quel viso da bravo ragazzo che infrange i cuori delle tifose, primo italiano a vincere nel '69 il Pallone d'Oro, fondatore del sindacato per "gli operai del pallone". In anticipo sui tempi anche nel binomio tra calciatori e showgirl con Elisabetta Viviani che gli dà la figlia Nicole. Rivoluziona perfino il rapporto giocatore-presidente: tra lui e Buticchi, che lo vuole vendere al Toro, è il dirigente rossonero a doversene andare. Rivera si ama o si odia. E' destinato a dividere tanto da originare il celebre dualismo con Mazzola, culminato nella staffetta ai Mondiali '70. E poi fa litigare due penne supreme del giornalismo come Gianni Brera, che lo chiama beffardamente Abatino, e Gino Palumbo, che invece stravede per il Golden Boy. Carisma, testa fina e lingua lunga, Rivera non poteva che sbarcare in politica da cui peraltro sta uscendo dopo un ventennio fra luci e ombre. Ma chi ama il calcio ancora oggi lo vede con la maglia numero 10 addosso, lo smoking di un elegante rivoluzionario.

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venerdì 15 agosto 2008

Napoli, 3 timbri sul biglietto Uefa

Tornare dall'Albania con in tasca il biglietto per la qualificazione. Il Napoli mantiene le promesse e contro il modesto Vllaznia centra alla grande il suo obiettivo grazie ai gol di Pià e Denis. Reja aveva ragione, non è una partita facile, ma il Napoli ha Hamisk e soprattutto Maggio, che inizia a sgroppare sulla fascia destra. Proprio dal piede dell'ex doriano, al 27°, arriva il preciso cross per Pià che in scivolata insacca: 1-0. Maggio-Pià ci riprovano tre minuti dopo: il brasiliano tenta col tacco e il portiere albanese Bishani para. Niente da fare invece subito dopo l'intervallo. Pià, con un pallonetto, fa 2-0 e doppietta personale, dimostrando di essere un ottimo vice Lavezzi, e forse anche qualcosa in più. A metà ripresa il Napoli, forse stanco, corre qualche rischio sui tiri dell'attaccante albanese Sukai, ma Iezzo c'è, eccome. Al 30° ecco però la cannonata del carrarmato argentino. Lanciato da De Zerbi - subentrato a Pià - Denis rompe l'incantesimo del primo gol ufficiale in maglia azzurra e firma di sinistro il 3-0. E' l'ultimo timbro sul ticket per la Coppa Uefa. Al S.Paolo - il 28 agosto - sarà solo una festa.

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giovedì 14 agosto 2008

Aspettando il Napoli...

Napoli ci siamo. Ormai poche ore separano gli azzurri dalla partita in casa degli albanesi del Vllaznia, andata del secondo turno preliminare di coppa Uefa conquistato dopo il doppio successo sul Panionios. Il presidente De Laurentiis, per evitare cali di concentrazione, mette tutti sull'attenti: "Stasera non voglio scherzi". Dello stesso avviso Reja, che ha già in testa la formazione da mettere in campo a Scutari alle 20.45. Recuperato Iezzo in porta, davanti a lui ci saranno Cannavaro, Contini e Rinaudo rientrante dalla squalifica. Niente invece da fare per Santacroce: convocato, ma ancora fermo ai box. In mezzo, attorno al genio di Hamsik, non ci sarà l'infortunato Gargano, ma il duo ex viola Blasi-Pazienza. Sulle fasce spazio al dinamismo di Maggio a destra e alla rivelazione Vitale dall'altra parte. Davanti il brasiliano Pià farà coppia con l'argentino Denis, alla caccia del suo primo gol ufficiale in maglia azzurra. Ovviamente non ci sarà il suo compatriota Lavezzi che intanto continua a segnare con l'albiceleste olimpica. Aspettando il ritorno del Pocho, il Napoli va a Scutari deciso a trasformare in pura festa il ritorno al San Paolo.

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mercoledì 13 agosto 2008

Ambrosini lancia l'allarme rosso(nero)

Sugli almanacchi è un centrocampista, per Ancelotti è l'attaccante d'emergenza, per Galliani un ottimo difensore centrale. E se fra i pali rossoneri non ci fosse già abbastanza concorrenza, a Massimo Ambrosini forse verrebbe chiesto pure di fare il portiere. In realtà in casa Milan c'è poco da scherzare ed è proprio il duttile Ambrosini a fare il punto della situazione. "Con tutti questi assenti, specie in attacco, non riusciamo ad allenarci bene". Il centrocampista marchigiano è preoccupato, e non tanto per i suoi spostamenti nello scacchiere di Ancelotti, ma perchè le pedine mancanti continuano ad essere tante, troppe. Nel gruppo di Milanello è inutile cercare. Come in un album incompleto, di figurine ne mancano parecchie: Kaladze, Borriello e Kakà, chiusi in palestra per recuperare al più presto e Nesta, ancora bloccato dalla discopatia. Si vedono Emerson, che sta sempre meglio, e soprattutto Inzaghi che corre, ma forse non abbastanza per arrivare al Trofeo Berlusconi. E nel caso, contro la Juve, ci sarebbero ancora grossi problemi in attacco perchè Paloschi sta già facendo fin troppo per la sua giovane età e per la sua ridotta esperienza. E non dimentichiamo infatti che davanti mancano pure Ronaldinho e Pato, impegnati con l'olimpica verdeoro. I due brasiliani se non altro sono in salute, segnano e si divertono. Ma è una magra consolazione perchè, come sottolinea Ambrosini, ora si teme che le assenze inizino a pesare davvero, soprattutto quando non si gioca. Le brutte amichevoli in fondo non fanno troppo male, ma se è anche il cammino della preparazione ad essere condizionato la faccenda si fa seria perchè tra due settimane inizia il campionato, e il Milan, orfano della Champions, punta proprio a quello.

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Milan, la "posta" del Capitano

Piove sui rossoneri, e piove sul bagnato. A Milanello ci si allena al coperto e a dare fastidio non sono certo due gocce d'agosto, ma piuttosto i rovesci patiti a Mosca e Manchester. Risultati figli di una condizione ancora precaria e soprattutto dei troppi indisponibili, specie in attacco, dove Inzaghi in ripresa fa intravvedere qualche raggio di sole. Il Milan estivo è giù di corda, e allora parla il Capitano, quello con la C maiuscola di calma e concretezza. Per Maldini l'approccio alle partite va certamente migliorato, ma ci sono spiegazioni ai ko. "Per quanto riguarda i risultati si poteva certamente fare meglio, ma bisogna considerare anche la preparazione delle squadre avversarie contro cui abbiamo giocato. Con Inter e Juventus la differenza non si è vista. Poi ci sono difficoltà oggettive: senza attaccanti è veramente difficile giocare specie con squadre più avanti nella preparazione come Chelsea e Manchester City" E se in emergenza ci si adatta, Maldini boccia però l'ipotesi di Ambrosini come difensore centrale di ruolo. "Credo che si sia adattato in una condizione particolare, visto che siamo in perenne emergenza, ma penso che Ambrosini possa dare il massimo nel ruolo in cui ha sempre giocato in questi anni ossia quello di centrocampista". Infine, mentre si giocano i preliminari, un pensiero non può non andare alla Champions, per anni patria rossonera, col Milan costretto all'esilio. ''Ci ho pensato e mi dispiace ma ormai e' andata, e' una storia vecchia, dobbiamo pensare al futuro"

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martedì 12 agosto 2008

Champions a tinte Viola

Una cartolina sbiadita da Madrid datata 1957, il viola che si immagina soltanto nel bianco e nero. Nè Milan, nè Inter, nè Juventus. E' proprio la Fiorentina la prima squadra italiana ad approdare a una finale di quella che all'epoca si chiamava Coppa dei Campioni, non aveva le "grandi orecchie" e prevedeva che i dententori giocassero in casa la finale. La compagine gigliata - come si sarebbe detto allora - sfida il Grande Real al Bernabeu, sotto gli occhi di Franco. La Fiorentina di Bernardini è però piegata soltanto al 70esimo da un rigore - quantomeno dubbio - trasformato di Di Stefano. Poi arriva anche il raddoppio di Gento e la coppa resta a Madrid. Il ritorno nella stagione '69-'70 dopo il secondo scudetto è meno fortunato con gli uomini di Pesaola fermati ai quarti dal Celtic. Passano 30 anni, la Coppa ora si chiama Champions League e proprio dalla stagione 1999-2000 consente l'accesso anche a terza e quarta della serie A. La Fiorentina ne aprofitta, passando facilmente il preliminare contro i polacchi del Widzew Lódz e guadagnandosi il girone con Arsenal, Barcellona e AIK Stoccolma. I Viola di Trapattoni, dopo un inizio difficile, espugnano il leggendario Wembley con un gol di Batistuta e si qualificano a scapito dei Gunners. Ininfluente la partita al Franchi col Barça, ma il 3-3 è spettacolare con l'incredibile rovesciata di Bressan. Anche il secondo girone è di ferro con Macnhester, Valencia e Bordeaux. I viola cominciano alla grande vincendo in casa prima coi Red Devils (2-0 Bati-Balbo) e poi contro il Valencia con gol di Mijatovic. Ma in trasferta arrivano i dolori e il 3-3 contro il Boredaux al Franchi del 21 marzo 2000 non serve a nulla, se non a ricordare l'ultima apparizione della Fiorentina in Champions. Champions conquistata due volte da Prandelli, ma vanificata dalle sentenze di calciopoli. Così è buona la terza, con la Fiorentina che dopo la coppa Uefa è pronta a mandare altre cartoline, stavolta a colori, dall'Europa che conta.

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lunedì 11 agosto 2008

Countdown Napoli

A Napoli l'attesa per il secondo turno preliminare di coppa Uefa sta diventando quasi frenesia. Il sito ufficiale del club azzurro conta addirittura i millisecondi che mancano alla trasferta albanese di giovedì contro il Vllaznia. Reja invece conta purtroppo gli indisponibili: Bogliacino, Mannini, Savini, Zaleyeta a Scutari non ci saranno. E all'elenco si è aggiunto pure Gargano vittima di un leggero stiramento al flessore coscia sinistra. Anche Santacroce è nella lista, finora, ma i suoi costanti miglioramenti lasciano ancora qualche speranza. Ad ogni modo dietro Reja, per evitare possibili guai a Iezzo potrà contare su Rinaudo, al rientro dalla squalifica. A centrocampo invece, vicino al ristabilito Hamsik, Blasi è favorito su Pazienza proprio per rimpiazzare lo sfortunato Gargano. In avanti Pià affiancherà Denis che vuole segnare non più solo in partitella. La fascia destra sarà invece tutta per l'altro grande colpo di Marino, Christian Maggio che vuole regalare a Napoli tante soddisfazioni. E pure il 3-5-2 di Reja sembra fatto su misura per lui. "Sono arrivato con tanta ambizione qui. Spero di fare una stagione come quella scorsa, non sarà facila, ma siamo a buon punto. Il modulo poi mi piace molto e sto migliorando, l'ho già provato lo scorso anno quindi sarà più facile" Obiettivi di squadra, ma anche individuali. E Maggio, dopo quello del Napoli, sogna anche l'azzurro della Nazionale. "Quello è il mio primo obiettivo e direi che non pensarci sarebbe quasi stupido" E a proposito di Nazionale, Lavezzi ha regalato alla sua argentina olimpica l'accesso ai quarti segnando contro l'Australia. Un gol dedicato al Napoli, un buon auspicio per la sfida di giovedì.

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domenica 10 agosto 2008

Pechino: delusioni e speranze

La prima grande delusione per l'Italia olimpica è nelle lacrime di Vanessa Ferrari. Tormentata dai guai fisici e dalla sfortuna, la ginnasta bresciana cade due volte ed è fuori da tutte le finali di specialità. Vanessa accede a quella del concorso generale come 21esima, ma il sogno della medaglia sembra sfumato. Qualche piccola amarezza anche dalla piscina di Pechino. L'Italia del nuoto infatti si aspettava qualcosa di più dopo le batterie di qualificazione che avevano regalato grandi speranze azzurre per le finali di Boggiatto, Marin e Filippi nei 400misti. Sogni svaniti all'alba quando sono arrivate le gare, mostruose ed entusiasmanti, con due record mondiali. Il primo 4'03"84 è del solito Phelps che si prende primato e oro, e prosegue la caccia al record di medaglie olimpiche di Spitz. In questa gara la prima delusione azzurra con Boggiatto quarto e Marin quinto. Nonostante il nuovo record italiano, non c'è medaglia neppure per Alessia Filippi, quinta nella finale femminile, vinta dall'australiana Rice col tempo di 4'29"45, altro record mondiale. Dalla piscina però ci si aspetta l'immediato riscatto, un riscatto che ha lo sguardo deciso di Federica Pellegrini che ha agevolmente conquistato la finale dei 400 stile, gara dove vuole essere protagonista. Ma Federica non è l'unica donna a poter regalare medaglie azzurre. I riflettori sono puntati su Valentina Vezzali, che dopo due ori nelle ultime due olimpiadi insegue la personale tripletta. La fiorettista jesina si trova in casa le avversarie più temibili: la sempreverde Trillini e l'emergente Granbassi fanno infatti sognare un podio tutto azzurro. Dalle ragazze della scherma a quelle del volley che, dopo il bel successo con la Russia, sfidano il Kazakistan per rispondere ai colleghi maschi, vittoriosi 3-1 sul Giappone all'esordio. Probabile la presenza dell'italocubana Aguero, che dopo la triste vicenda personale, è tornata ad allenarsi con le compagne. In gara anche il setterosa contro le pallanuotiste Russe. Infine attenzione anche al poligono. Tiro a segno, tiro a volo o con l'arco potrebbero regalare qualche medaglia azzurra.


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Preliminari per la coppia...

L'importanza dei preliminari. Nessun doppio senso, la frase è incisa a lettere cubitali nelle teste dei giocatori di Fiorentina e Napoli, che in settimana dovranno staccare l'ultimo indispensabile biglietto per il grande teatro dell'Europa del calcio: posto in platea Champions per i viola, palco Uefa di tutto rispetto per gli azzurri. Cominciano gli uomini di Prandelli che martedì sera al Franchi ospitano lo Slavia Praga, avversario non certo semplice e già in forma campionato. Le amichevoli estive - Messi show a parte - hanno però dimostrato che anche i Viola sono già in palla, a partire dall'attesissima coppia Mutu-Gilardino. Il rumeno non è andato via da Firenze, l'ex compagno di Parma è arrivato qui per ricattarsi: ecco la prima occasione per dimostrare che entrambi hanno fatto la scelta giusta. A dar loro una mano ci penserà probabilmente il redivivo Santana, in alternativa lo scalpitante Jovetic. E sempre parlando di nuovi acquisti, nel centrocampo orfano dell'olimpico Montolivo, ci sarà sicuramente Felipe Melo, che studia da nuovo Dunga. Dietro, davanti al solito Frey, spicca un Vargas già tirato a lucido. E splendente dovrà essere anche il Napoli, già rodato dall'Intertoto, atteso dal secondo preliminare di Uefa, giovedì sera a Scutari in Albania. Il Vllaznia è un avversario morbido morbido, ma Reja non vuole cali di concentrazione. Ad aiutarlo ci penserà il solito Hamsik che dopo la grande paura di Frosinone - si temeva per il ginocchio - si è ristabilito e guiderà gli azzurri anche nella missione albanese. Dubbi invece per Gargano alle prese con problemi muscolari. Davanti - senza Lavezzi, anche lui a Pechino - tutto è sulle spalle di Denis. L'argentino non ha ancora timbrato il cartellino col Napoli in partite ufficiali. L'occasione giusta è giovedì, perchè i preliminari sono sempre importanti.

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sabato 9 agosto 2008

Il ritorno di Totti e Ibra

Non ha vinto come a Monaco, ma l'Inter che ieri sera ad Amsterdam ha pareggiato 0-0 contro il Siviglia ha molti motivi per sorridere. La prima ragione è il ritorno di Ibrahimovic che ha giocato 20 minuti e che oggi è previsto in campo per tutto il secondo tempo e poi contro il Benfica. Il piano di recupero dello svedese procede in vista della Supercoppa e Mourinho si coccola il suo campione, la soluzione più semplice ed efficace alla momentanea sterilità in attacco. Nerazzurri timidi davanti, ma assolutamente blindati dietro: nonostante l'assenza di molti titolari la difesa ha offerto un'altra ottima prova senza prendere reti, grazie anche alle parate di Julio Cesar. Ha invece subito un gol soltanto in pieno recupero la Lazio contro il Liverpool. La beffa del russo Voronin non cancella però l'ottima prova dei biancocelesti che ieri sera ad Anfield hanno mostrato grande personalità contro i Reds trascinati da un Pandev in grande spolvero. Note liete anche per La Roma che ieri ha visto il ritorno al gol di Francesco Totti, il primo segnale di rinascita dopo l'operazione al corciato e la fisioterapia. E' solo una partitella di allenamento, ma il capitano sta bruciando le tappe perchè vuole la Supercoppa contro l'Inter. E a proposito di infortunati ne ha un'intera lista il Milan che alle 18.15 gioca a Manchester contro il City (diretta su Premium Calcio24). Tante assenze per i rossoneri è vero, ma Ancelotti non vuole scuse e l'obiettivo è riscattare la pesante sconfitta di domenica scorsa contro il Chelsea.

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Beffa Voronin, ma che Lazio!

La doppia beffa finale non cancella la Lazio senza paura vista ad Anfield. Si perchè prima del gol dell'1-0, firmato al 93° dal Voronin, appena entrato, e dell'immediato, ma illusorio pareggio del giovanissimo Mendicino - una rete misteriosamente annullata dall'arbitro - contro il Liverpool i biancocelesti hanno offerto davvero un'ottima prova. Delio Rossi aveva chiesto personalità e l'ha ottenuta, soprattutto quando la sua Lazio ha resistito alle folate degli scatenati Kuyt e Benayoun e alle conclusioni di Keane e Torres. Davanti a una squadra dalla spiccata vocazione europea e in uno dei santuari del calcio, la Lazio prende coraggio e si fa vedere soprattutto con un grande Pandev che strappa gli applausi dell'Anfield. Da rivedere Matuzalem, ancora fuori forma, ma già inserito nei meccanismi di Rossi. Ottimo invece Carrizo che al 51° annulla da campione il tiro di Hagger. E proprio nella ripresa si scatena la Lazio prima con una conlcusione del redivivo Makinwa, poi con le azioni di due nuovi entrati entrambe vanificate da Reyna. Molto bello il numero sulla destra di Foggia a cui risponde idealmente l'atteso Zarate con un tiro da lontano sulla mancina. Poi c'è il gol sbagliato da Diakite e la doppia beffa finale, ma con questa Lazio è un peccato non essere in Europa.

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venerdì 8 agosto 2008

Liverpool-Lazio 1-0

Una Lazio con grande personalità. Ad Anfield i biancocelesti non hanno alcun timore reverenziale e offrono una prova di grande carattere resistendo alle sfuriate del Reds, più avanti con la preparazione. Gli uomini di Rafa Benitez, orfani di Gerrard, spingono con le folate di Kuyt e Banayoun e provano a pungere con Keane e Torres. Nei Reds molto buona anche la prova dell'italiano Dossena. Ma la Lazio risponde con un Pandev in forma campionato e col nuovo acquisto Matuzalem. A fine primo tempo e a inizio ripresa sono sempre loro, gli indemoniati Kuyt e Benayoun a creare più problemi, ma il primo vero pericolo è al 51° col tiro di Hagger che Carrizo neutralizza da grande numero 1. Gli risponde un minuto dopo Reyna con una bella parata su un risvegliato Makinwa. Quindi ci provano due nuovi entrati: Alla mezz'ora Foggia ci prova con un gran numero. Al 38° tiro dell'attesissimo Zarate ma su entrambi c'è un super Reyna. Poco dopo arriva anche la clamorosa occasione di Diakite, appena entrato. A tempo scaduto la beffa con un gol di Voronin che approfitta di uno dei pochi errori della difesa biancoceleste. Ci sarebbe spazio anche per il clamoroso pareggio di Mendicino, ma il gol viene annullato. L'1-1 sfuma, la Lazio lo avrebbe meritato.

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giovedì 7 agosto 2008

Lazio, tutto in 5 giorni.

Liverpool, Porto e Paok Salonicco, tutto in cinque giorni. Con l'ultimo allenamento di stamane a Formello, la Lazio ha dato idealmente il via al tour de force di amichevoli che la avvicinerà all'inizio ufficiale della stagione. L'inizio è col botto coi Reds che attendono i biancocelesti domani sera all'Anfield Road. E dopo aver affrontato i Campioni d'Europa del 2005, la Lazio sfiderà domenica quelli del 2004 volando in Portogallo nella tana dei Dragoni. Infine a Roma per il debutto stagionale all'Olimpico - martedì prossimo - contro i più modesti greci del Paok. Insomma Delio Rossi ha l'agenda piena di appuntamenti come un importante uomo di affari. E gli "affari" dell'allenatore riminese sono soprattutto due. Innanzitutto saggiare il suo gruppo dopo i numerosi innesti del mercato, magari riprovando anche qualche nuova soluzione tattica, come la difesa a tre. Rossi si dice curioso di vedere la sua Lazio e spera che, nonostante il gap di preparazione, la squadra sappia tirare fuori una grande personalità. E questo è il secondo punto, ossia dimostrare che in questa stagione senza coppe, i biancocelesti possono comunque ambire al palcoscenico europeo. Nuova stagione, nuove ambizioni, ma il capitolo mercato con Lotito non è mai chiuso. C'è la grana Ledesma in rotta con la società, che ovviamente non lo vuole svendere. Rossi è convinto: "Resta con noi". Ma si attendono sviluppi. Sicuramente partirà Stendardo, con tutta probabilità verso Milano, resta da capire se su sponda rossonera o nerazzurra. In entrata ecco invece che all'orizzonte spunta l'ipotesi Cesar. Il brasiliano, svincolato dall'Inter, si offre ai biancocelesti sperando in un ritorno alla Lazio. Infine Lotito tronca sul nascere l'ipotesi di un clamoroso trasferimento di Pandev alla Roma. "Se me lo chiedessero non glielo darei mai, sarebbe un oltraggio ai tifosi".

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mercoledì 6 agosto 2008

Cabotaggio Milan

I cinque siluri del Chelsea, il colpo di timone di Galliani e soprattutto le continue falle provocate dai molti giocatori alle prese con infortuni e acciacchi vari. Il Milan d'agosto, che nel pomeriggio ha ricominiciato la preparazione, è un'imbarcazione che veleggia a vista, in attesa di salpare verso la nuova stagione, magari con venti più favorevoli. E la prossima tappa di avvicinamento si chiama Manchester City, con l'amichevole di sabato in Inghilterra. Per questo, dopo i due giorni di riposo concessi da Ancelotti, i rossoneri sono tornati nel pomeriggio ad allenarsi a Milanello. Come ha detto l'allenatore subito dopo la batosta coi blues "le vacanze sono finite" e c'è davvero da rimboccarsi le maniche perchè le prime partite da tre punti non sono poi così lontane. In questa fase il Milan deve dimostrare soprattutto di saper gestire l'emergenza: all'allenamento sono molte le facce che non si vedono nel gruppo. Agli assenti giustificati - causa olimpiade - Pato e Ronaldinho si aggiunge infatti una lunga lista di indisponibili. Emerson sta lavorando a parte e spera a giorni di raggregarsi al gruppo così come Inzaghi. Per Kakà c'è la fisioterapia, ma probabilmente dovrà abituarsi a convivere col fastidio della tendinite. Infine per Nesta - bloccato dalla discopatia - e Borriello - reduce dall'intervento al ginocchio - si parla di tempi molto più lunghi. Ranghi ridotti all'osso e allora ecco che vengono subito buoni i due nuovi e giovanissimi acquisti uruguaiani. Il centrocampista Mathias Cardaccio e l'attaccante Tabarè Viudez sono al loro primissimo allenamento in rossonero e con tutta probabilità saranno arruolati per Manchester. E proprio Viudez, vista la carenza di punte di ruolo, potrebbe addirittura esordire in maglia rossonera. Col City sarà anche il turno di Dida nel ballottaggio fra i portieri. Esperimenti quindi, ma anche molta attenzione, perchè Ancelotti ha ripreso in mano il timone e non vuole altri naufragi.

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Inter, ora l'abito fa il "Monaco"...

Le amichevoli d'agosto - che hanno riservato brutte sorprese per Milan e Juventus, soffocate dalle goleade di Chelsea e Amburgo - fanno invece tornare il sorriso all'Inter dopo la bella vittoria 1-0 contro il Bayern, ancora orfano di Luca Toni. Ieri sera, a Monaco di Baviera, decisivo il gran gol del neoacquisto Mancini. Il brasiliano è stato tra i migliori in campo assieme a un ottimo Toldo e al solito Cambiasso. Buona anche la presazione di Stankovic - sempre sogno della Juve - e di un Adriano, ancora in crescita. Insomma l'effetto Mourinho sembra già dare i primi risultati. Intanto il portoghese, a fine partita, prova a chiudere il duro scambio di battute con il collega bianconero Ranieri. "Ranieri ha parlato tre volte e io ero felice, io ho risposto una volta e lui si è arrabbiato. Diciamo che siamo 3-1 e che se vuole finirla qui la finiamo. 3-1, però il mio gol è stato proprio bello! Va bene così." Sarà davvero finita qui? In attesa di nuove puntate proprio la Juve stasera è chiamata a riscattare lo 0-3 contro l'Amburgo all'Old Trafford contro il Manchester United. In serata amichevole anche per la Roma, che sfiderà in Egitto l'Al Ahly.

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martedì 5 agosto 2008

Napoli, preparativi Uefa

Il gol di Hamsik, che ha schiuso al Napoli dopo 14 anni le porte della Coppa Uefa - sia pure attraverso i prelininari - ha infiammato il San Paolo e regalato nuove grandi emozioni a una piazza che aspettava da un pezzo il palcoscenico europeo. E il sorteggio per il secondo turno preliminare, pescato un avversario soffice come un babà, ha ulteriormente scaldato l'entusiasmo azzurro. Gli albanesi del Vllaznia non fanno certo paura agli umini di Reja, ma è proprio l'allenatore goriziano a predicare la calma e a chiedere massima concentrazione. E nel Napoli targato Marino-De Laurentiis nulla viene lasciato al caso: un emissario del club azzurro è già a Scutari per organizzare dal punto di vista logistico la trasferta del 14 luglio e per capire un po' l'ambiente dove si ritroveranno a giocare Paolo Cannavaro e compagni. Sì perchè se a Napoli l'entusiasmo non manca, il Vllaznia - reduce dalla vittoria coi più quotati sloveni del Koper - punterà tutto sul calore dei suoi tifosi. A confermarlo è anche un altra "spia" - per così dire - l'attaccante albanese del Chievo Bogdani. Tifo caldissimo e agonismo in campo, queste le armi del Vllaznia per Bogdani che comunque non lascia speranze ai suoi connazionali "Il Napoli passerà agevolmente". Tralasciando gli ovvi scongiuri partenopei, meglio concentrarsi sugli azzurri che intanto continuano a prepararsi all'appuntamento del 14, proseguendo gli allenamenti a Castelvolturno. E un'ulteriore tappa di avvicinamento sarà il test amichevole a Frosinone contro la locale squadra di serie B. Un'occasione magari per vedere di nuovo all'opera il 21enne Vitale, il gioiellino fatto in casa, lanciato in Intertoto. Sul fronte mercato si attendono notizie da Pasqual, ma la pratica per l'acquisto del laterale viola è rimandata a fine agosto quando sia il Napoli sia la Fiorentina avranno assolto ai loro primissimi impegni europei.

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lunedì 4 agosto 2008

Bobo... crack!

Percorrere a testa alta il viale del tramonto, partendo ancora da Bergamo e facendo in modo che la strada sia ancora lunga e ricca di gol. Christian Vieri voleva soprattutto questo dal suo ritorno all'Atalanta, e invece Bobo è di nuovo a terra, piegato da un infortunio, l'ennesimo della sua lunga e tormentata carriera. L'attaccante trentacinquenne era tornato per ritrovare serenità e forma, e se la prima gli è stata negata dai molti tifosi atalantini che lo accusano di tradimento viola, per quell'esultanza troppo carica dopo il gol segnato al Franchi ai nerazzurri, la forma, beh, quella è sfumata nell'amichevole contro il Varese. La diagnosi è impietosa: distrazione recidiva al retto femorale della coscia sinistra, muscolo già infortunato nel maggio scorso. Traduzione: 45 cinque giorni di stop. Non c'è pace per il Bobo nazionale: un tempo mister 90 miliardi - la cifra sborsata nel '99 dall'Inter per strapparlo alla Lazio - e re del gol, oggi vittima perenne di guai fisici e non solo. La decadenza di Vieri comincia in effetti proprio quando nell'estate 2005 finisce il suo matrimonio nerazzurro: in cinque mesi al Milan gioca poco e male, a gennaio del 2006 si rifugia al Monaco per giocare e riconquistare la Nazionale ma un brutto infortunio lo blocca e addio Mondiale, non uno qualunque, ma quello del trionfo azzurro. "Sfortunato al gioco fortunato in amore". Il proverbio sembra fatto per Vieri che conquista veline, ma vince pochino: un solo scudetto con la Juve - nel lontano '97 - a fronte dei quasi 270 gol segnati in carriera. E la cattiva sorte non lo molla neppure a Firenze, quando sembrava in ripresa: tutta colpa di un maggio maledetto, col rigore sbagliato nella semifinale di coppa Uefa contro i Rangers e successivo, anzi, contestuale primo infortunio al retto femorale. Ora un'altra tegola. Rialzarsi di nuovo non sarà facile, ma Bobo, si sa, ha la testa dura e vuole ancora tenerla alta.

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domenica 3 agosto 2008

Real-C.Ronaldo, che affare!

Alla fine anche Ferguson si è arreso, il Real avrà presto Cristiano Ronaldo, una gallina dalle uova d'oro. Il manager dei Red Devils, l'higlander di mille battaglie, con pragmatismo molto british ha capito che il suo numero 7 vuole Madrid non si può imprigionare a Manchester. La resa è nelle dichiarazioni che Ferguson ha rilasciato al quotidiano spagnolo "As", prendendo atto che ormai nel calcio non esistono più le bandiere e che la legge Bosman ha favorito i procuratori, unici depositari del destino dei giocatori. Insomma, tolto di mezzo il Don Rodrigo di turno, i promessi sposi Cristiano Ronaldo e Real coroneranno presto il loro sogno come conferma il prolungamento delle ferie del Portoghese che, atteso domani in Inghilterra, resterà invece a Lisbona, lontano da Manchester e dalle dure contestazioni dei suoi ex tifosi che gli gridano: "Vai via!". Il matrimonio, dunque, si farà e sarà soprattutto d'interesse. Il Ronaldo di bianco vestito guadagnerà 7 milioni di euro netti all'anno per cinque stagioni. Ma il trasferimento, per i dirigenti merengues, sarà l'affare del secolo, un affare da 600 milioni. Con Ronaldo i contratti con sponsor e tv, e forse anche le tariffe del Bernabeu, saranno ritoccati al rialzo portando alla Casa Blanca 60 milioni di euro l'anno. Intanto però il presidente Calderon ne dovrà sborsare subito un'ottantina per chiudere l'affare, un sacrificio economico che comunque preoccupa qualche dirigente. "Non venite a chiedermi dei soldi, non ce li ho". Ha scherzato l'allenatore dei merengues Schuster interpellato sull'argomento. Lui no, ma il Real i milioni li ha ed è pronto a puntarli sul numero vincente. Il 7 rosso.

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sabato 2 agosto 2008

Menarini fa suo il Bologna

Un nuovo proprietario il Bologna ha provato addirittura a cercarlo Oltreocenano, ma alla fine ha scoperto che ce l'aveva in casa. E' Renzo Menarini, costruttore bolognese, il nuovo patron della storica società rossoblù. Gia' socio di minoranza della societa' col 37% del pacchetto azionario, il fondatore del gruppo di costruttori Cogei, ha raggiunto l'accordo con Alfredo Cazzola per rilevare - da settembre - il restante 63% delle quote. Si chiude così la tormentata vicenda della vendita del club, un romanzo a metà tra il giallo e la farsa, ambientato in scenari cari a Enrico Brizzi. Il primo capitolo risale a metà giugno quando Cazzola annuncia la cessione dell'80% dell'intero pacchetto azionario agli americani guidati da Joe Tacopina, già protagonista del fallito assalto alla Roma firmato Soros. Con questa fama e con quel nome da stereotipo italoamericano, molti tifosi non si fidano e si aspettano di vedere i Soprano al Dall'Ara. Neppure i 50 milioni promessi per il mercato tranquillizzano più di tanto la piazza. E i Bolognesi ci vedono giusto: dopo appena un mese, l'approdo degli americani affonda tristemente con un Cazzola deluso che annunciando il fallimento della trattativa chiede di non parlare più dell'argomento. Si addensano le nuvole sul club rossoblù. Altro che i tempi del presidentissimo Dall'Ara che inciampava nel latino traducendo maccheronicamente "Fiat lux" in "Faccia lui", pur con la serie A riconquistata a Bologna non c'è più niente da ridere. Ecco però l'inattesa piega degli eventi, proprio come direbbe Brizzi: Menarini fa il grande passo e dà nuovo ossigeno alla società. Il romanzo Bologna ha un "happy end", ma stavolta gli americani non c'entrano nulla.

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"Abbiati...fiducia!"

Buona la prima... e la seconda ancora meglio. E' Christian Abbiati la sorpresa più bella di questo Milan un po' appannato di metà estate. "I tre portieri partono alla pari" ripete Ancelotti mentre inizia a testare riflessi e guantoni dei suoi estremi difensori, come si diceva una volta. Oggi invece si potrebbe parlare di una sorta di reality, un "Chi vuol essere numero uno rossonero?" con tanto di prove singole per Abbiati, Kalac e Dida. Ma in attesa di vedere all'opera l'australiano - domani col Chelsea - e il brasiliano - il 9 agosto a Manchester - è il figliol prodigo, reduce tra tre stagioni lontano dal Milan, a mettersi in pole position con i rigori parati al Trofeo Tim e soprattutto la grande prestazione di ieri a Mosca. L'ultimo arrivato, l'uomo eternamente in prestito, ora si sta giocando le sue carte. "Penso di aver sfruttato bene queste occasioni. So di avere due ottimi compagni, due portieri molto forti. Sarà dura, ma me la giocherò fino alla fine" Abbiati vuole tornare numero uno di quel Milan che, dopo averlo messo in porta nel '99, lo aveva poi messo "alla porta" tre volte paracadutandolo prima alla Juve, quindi al Toro e infine all'Atletico Madrid. "Sono arrivato con grandi stimoli nuovi. L'ultimo anno al Milan ho fatto proprio male, ma ora ho altre motivazioni". Nonostante le delusioni, nonostante le panchine, nonostante i prestiti, Abbiati non ha mai pensato di lasciare i rossoneri anche per un debito di riconoscenza. Christian al Milan si sente a casa, e qui non occorre scomodare i reality. "Ringrazio il Milan perchè mi ha fatto esordire in serie A. E poi per me il Milan è come una seconda famiglia"

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venerdì 1 agosto 2008

Fortuna "in coppa" al Napoli

I sorteggi per le coppe europee ricordano le estrazioni del lotto: il Napoli, pescando gli albanesi del Vllaznia, è un po' come se avesse centrato il sedici. Un numero che nella smorfia partenopea ha un significato ben preciso, traducibile - non letteralmente - con fortuna. In effetti per gli azzurri, vittoriosi sul Panionios in Intertoto, è un terno secco sulla ruota del secondo turno preliminare di Uefa. Un turno ora assolutamente alla portata di chi ha in squadra gente come Hamsik. E pure l'andata in trasferta - il 14 agosto - sarà comoda, basterà attraversare l'Adriatico e arrivare nella città di Scutari. Ovvio quindi che De Laurentiis e Marino tornino da Nyon col sorriso stampato in faccia, ma senza farsi vedere. I napoletani, con la scaramanzia nel sangue, non esultano prima del tempo. "Moderatamente soddisfatto". E' il massimo che si concede il presidente azzurro che impone di non abbassare la guardia, specie in trasferta, dove gli albanesi saranno sotenuti da 15mila tifosi. Marino rivendica il ruolo di portafortuna, ma subito indietreggia: "non è un turno facile e attenti anche al S.Paolo". In effetti nel primo turno il Vllaznia ha superato gli sloveni del Koper battendoli anche a domicilio e questo preoccupa pure Edi Reja che predica concentrazione. Insomma con Napoli la sorte è stata benevola, ma ora i numeri si dovranno vedere in campo.

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Oddo: "Al Milan lavori in corso"

Abituato a vincere, il Milan è allergico alla sconfitta anche se si tratta di tornei estivi come il Trofeo Tim, messo in bacheca ai rigori, o il quadrangolare di Mosca che scatta tra poche ore. Lo conferma anche Massimo Oddo che comunque invita a dare il giusto peso a queste amichevoli condizionate dalla preparazione. Il cantiere milanista è ancora aperto e il terzino pescarese si affretta a mettere il cartello "Scusate il disagio, ma stiamo lavorando per voi". "Sappiamo che queste amichevoli contano fino a un certo punto perchè abbiamo nelle gambe la fatica della preparazione. Stiamo facendo un bel lavoro per essere pronti agli impegni importanti e sono soddisfatto sia come gruppo che personalmente" Oddo arriva al Milan e dopo pochi mesi si porta a casa la Champions. Champions che però quest'anno vedrà solo in tv, con l'obiettivo Scudetto ben fisso nella testa. "Tra gli obiettivi in primis c'è lo scudetto, è la cosa prioritaria, ma non sottovalutiamo neppure la coppa Uefa". Tornare al Massimo. Non è solo un gioco di parole. Per Oddo la concorrenza in difesa non è un problema perchè la sfida, dice, è soprattutto sè stesso. "La concorrenza in una grande squadra è inevitabile e fa bene. Poi giocherà sempre chi lo merita di più. Io devo riscattare il mio scorso anno, devo far bene e poi quel che sarà sarà"


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