martedì 25 dicembre 2007























Questa cosa è già "girata" molto, forse troppo, in questi anni, ma credo resti il modo migliore e meno scontato per fare gli auguri in questo giorno particolare e soprattutto per fermarsi un istante e pensare. E poi è maledettamente futurista...

lunedì 17 dicembre 2007

Milan: laurea in storia e filosofia

Milan sul tetto del Mondo. Milan squadra record (18) per trofei internazionali. Milan vincente a qualsiasi latitudine. Tutto vero e tutto maledettamente ovvio. Ovvio e quasi scontato nei giorni in cui i rossoneri celebrano l'ennesimo trionfo, quello del Mondiale di Tokio, massima competizione per un club di calcio a cui certamente non rende merito una formula che sa troppo di torneo estivo. Milan nella storia, certo. Milan sicuramente squadra dell'anno perchè in grado di conquistare in appena otto mesi Champions League, Supercoppa Europea e appunto Mondiale per Club cui si aggiungono i titoli individuali del suo uomo simbolo Kakà divenuto in due settimane Pallone d'Oro e Fifa World Player. Ma il 2007 è l'anno dei rossoneri non solo perchè hanno scritto un'altra pagina di storia del calcio ma perchè hanno pure imposto, ancora una volta la propria filosofia. (CONTINUA)

giovedì 13 dicembre 2007

Dottor Mike: la Laurea a Bongiorno

“Mi sono già commosso quattro o cinque volte”. Così emozionato Mike non lo è mai stato, in tanti anni di programmi ha sempre prevalso il suo istinto di grande comunicatore e la sua straordinaria professionalità. Ma stavolta è diverso. Questa laurea non è semplicemente il “pezzo di carta” che i genitori chiedono di portare a casa. Per un uomo di 83 anni che non ha certo problemi di trovare un impiego quel foglio diventa una vittoria personale contro la guerra che gli ha fatto abbandonare gli studi, e una soddisfazione particolare verso un padre severo che ha preferito non farglieli proseguire. E’ il premio ad una vita vissuta sempre da protagonista, dalla Resistenza e dalla prigionia di San Vittore fino all’ultima puntata, che deve ancora andare in onda.

lunedì 10 dicembre 2007

Calcio/ Amelia non ammalia più

L'erede di Buffon. Per molti critici Marco Amelia era sopratutto questo. L'unico portiere italiano di nuova generazione, l'unico fra i pali che dava sicurezza e soprattutto un futuro alla grande tradizione azzurra fatta dei leggendari Bacigalupo e Sentimenti, e poi Sarti, Cudicini, Buffon (l'altro), Albertosi e Zoff. E ancora Zenga, Pagliuca, Rossi e Peruzzi, fino a quel miracolo coi guantoni che risponde al nome di Gianluigi. E tutto il talento dei grandi portieri italiani sembra essersi concentrato proprio nel Fenomeno Gigi, lasciando poco spazio - e tante papere - agli altri suoi colleghi. La riprova? Delle 20 squadre di serie A moltissime hanno uno straniero a difendere la propria porta e quasi tutte le rimanenti hanno un vecchio pirata abituato a volare fra i pali, magari nonostante l'artrosi, che si chiami Bucci, Balli, Fontana o addirittura l'eterno Ballotta.

giovedì 6 dicembre 2007

martedì 4 dicembre 2007

Un Sorriso per Savona

Una serata indimenticabile. Perchè di "sorrisi" ce n'erano davvero tanti...
Sorrisi per chi è più sfortunato, sorrisi per chi fa il bene, senza troppa pubblicità, e non ultimo sorrisi e applausi di tutto il foltissimo pubblico che si è goduto uno spettacolo unico con grandi protagonisti del teatro, del ballo e della musica.

Un evento dove la solidarietà si è sposata con lo spettacolo. Il ricavato delle offerte raccolte durante la serata sarà infatti devoluto all’AISM, che da anni si occupa dei malati di sclerosi multipla.

Una serata davvero indimenticabile, specie per chi ha avuto l'onore di presentarla, nel prestigioso Teatro Chiabrera, il principale della città e della provincia di Savona, davanti a oltre ottocento persone. Una grande emozione davvero.
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lunedì 3 dicembre 2007

Calcio/ Bellucci, a volte ritornano

Ha appena 18 anni Claudio quando esordisce in Serie A con la maglia della Sampdoria. E' la stagione 1993/94, un'era calcistica fa, specie per i blucerchiati che in quell'anno - guidati ancora da un certo capitan Mancini - vincono il loro ultimo trofeo, conquistando l'ennesima coppa Italia. Bellucci entra nel giro dell'under 21 di Maldini, ma per giocare deve scendere - in prestito in C1. Dopo c'è un anno di panca ancora a Genova, poi il Venezia e il Napoli dove i suoi 10 gol nella stagione '97-'98 non servono a evitare la retrocessione dei partenopei in B. Dopo 4 stagioni all'ombra del Vesuvio il Bologna, riserva in A diventa titolare solo dopo la discesa in B dei rossoblù, segnando una valanga di gol.
Quest'estate per Bellucci c'è il ritorno al futuro: ancora Genova e ancora il destino di doversi giocare un posto in campo assieme ad altri attaccanti molto quotati. Bonazzoli, Montella, Caracciolo e sopratutto Cassano. Complici infortuni altrui e grazie al suo immutato fiuto del gol, Claudio scala le posizioni e segna, segna, segna a ripetizione diventando presto il punto di forza della banda di Mazzarri. Sono 7 i gol in soli 14 incontri con il record personale di marcature ad un passo. Non solo Bellucci è il bomber blucerchiato, ma ha anche dimostrato di intendersi a meraviglia con il ritrovato Cassano diventando il braccio armato delle sue geniali invenzioni. Il Barese crea e disegna magie sul prato verde mentre l'attaccante romano conclude come un cecchino spietato. Non male per uno che spesso si è accomodato in panchina, insieme ai suoi gol.

venerdì 30 novembre 2007

Film "Across the Universe"

Un'opera pop che non si costruisce su stilemi già consolidati, un film che non si sorregge sulla trama, ma sulle emozioni.
Le emozioni delle stupende canzoni dei Beatles che sono l'autentico e prezioso filo conduttore della storia...quella con la s minuscola e quella con la S maiuscola.

Storia come quella di due ragazzi, un operaio di Liverpool e la figlia di una famiglia borghese americana, forse separati da qualcosa di più profondo che l'intero oceano Atlantico, ma uniti dalla voglia di uscire dal proprio Mondo, magari per costruirne uno nuovo e migliore.
Storia come quella di un'America tormentata, lacerata da una guerra che la impantana non solo nel Vietnam ma anche nelle sue stesse contraddizioni. Un'America che si fa delle domande, che esplode di rabbia, che vive come forse ha mai vissuto, mentre tanti suoi ragazzi muoiono a migliaia di chilometri di distanza.

E le storie si intrecciano, si mischiano, raccontate come forse mai finora, cioè non con l'occhio della storia, della politica, dell'analisi sociale, ma con quello delle emozioni, che poi sono quelle che rimangono nel cuore e nelle testa di chi le ha vissute.
Ecco torniamo a questi ingredienti speciali che ci fanno immergere negli anni '60, difficili, ma anche irripetibili e di cui inevitabilmente siamo tutti un po' eredi.
Anche le immagini sono sempre straordinariamente efficaci e completano il viaggio emozionale: dai "red brick" di Liverpool al candore della villette americane, dal fascino trasandato e metropolitano della Grande Mela al pantano reale e soprattutto etico del Vietnam.
I "trip", viaggi col biglietto degli stupefacenti, sono descritti così per come sono stati vissuti in quell'epoca di grandi rivoluzioni. Senza una morale, senza criticarli o ergerli a bandiera di ribellione, ma solo col gusto di tuffarcisi dentro in un caleidoscopio di colori, musica, sensazioni violente e rarefatte al tempo stesso. In queste scene c'è gran parte dell'essenza pop del film, che si muove a volte frenetico a volte compassato, proprio come le canzoni, proprio come la vita.
La scena delle visite militari e dell'arruolamento è poi un capolavoro, una satira sottile e accuminata, fra scenari che sanno di Grande Fratello orwelliano e con quello "Zio Sam" ieratico e parlante che tanto ricorda il faccione di Mussolini in Amarcord.

Amore, guerra, amicizia, morte, ribellione. La quotidianità del banale o la banalità del quotidiano? No, molto di più! Perchè anche per significare un'epoca o raccontare una storia - con la s maiuscola o minuscola che sia - in Across the Universe è bastato "prendere una canzone triste e renderla migliore".

martedì 27 novembre 2007

Calcio/Ultimo minuto Parma

Un tempo la chiamavano "zona Cesarini" ora la potrebbero chiamare "zona Parma", a rovescio però. La formazione di Di Carlo è infatti quella più bersagliata nei minuti finali. Minuti fatali che sono costati ai Crociati punti davvero importanti, compreso il pareggio strappato all'Olimpico con la Lazio e svanito ad un sospiro dal fischio finale col gol - deviato - di Fabio Frimani. L'aritmetica parla chiaro: le partite finissero all'ottantesimo il Parma serebbe oggi sesto con una mezza dozzina di punti in più. Distattenzione? Calo di concentrazione? Incapacità di chiudere le partite? Non è dato saperlo, ma una risposta bisognerà pur darla. Soprattutto al presidente Tommaso Ghirardi, uno che ha salvato due volte la squadra che fu dei Tanzi - prima dai debiti, poi da una retrocessione già scritta - e che ora, specie dopo gli investimenti estivi, vuole delle spiegazioni. Ecco così che il patron gialloblù, dall'aspetto pacioso, ma certamente di carattere, ha scatenato la sua ira: "È incredibile, sono quattro o cinque gare che perdiamo così. È un problema che abbiamo e che dobbiamo risolvere. Non credo più alla sfortuna. Non si possono buttare via tutti questi punti che poi alla fine possono risultare pesanti". Niente isterie, ma fermezza. Perchè il "brutto quarto d'ora" (finale) alla lunga, può davvero portare all'inferno.

venerdì 23 novembre 2007

Allevi...fortissimamente piano!




L'incontro con il grande pianista classico che riempie le piazze di fan, specie giovani, quasi fosse una rockstar. La musica, il successo, le emozioni di questo grande artista italiano.

mercoledì 21 novembre 2007

Calcio/Regno Unito fuori dall'Euro...

"Niet" croato agli Inglesi...e la Russia ringrazia


Quello che non doveva o poteva succedere è successo. La Croazia, con un grandissimo spirito sportivo, non ha giocato con la pancia piena da squadra già qualificata, ma ha cercato l'impresa a Wembley e l'ha trovata. Ai biancorossi è bastato giocare al solito in questi ultimi mesi, mostrando di meritare il primo posto nel girone e forse anche una candidatura autorevole alla vittoria finale agli europei alpini del prossimo anno. E pure gli inventori del football hanno giocato come fanno da un po' di tempo a questa parte...cioè male! Gli undici di albione, nonostante le motivazioni, nonostante bastasse loro un punto, hanno mostrato ancora una volta i segni di una crisi che già era emersa agli ultimi Mondiali di Germania. Così in paradiso va la Russia, cui basta uno striminzito 1-0 sui Pirenei con la modestissima Andorra. La fortuna aiuta gli audaci come l'abile Guus, cui va il merito di aver dato carattere ad una formazione non certo piena di stelle, ma ora più che mai determinata. Dopo la Corea e l'Australia ci riprova con la Russia, con cui spera di "rompere le scatole" anche in SvizzerAustria. All'inferno manco a dirlo ci va l'Inghilterra, anzi tutto il Regno Unito incapace di portare una sola formazione a Euro 2008. Ai Britannici, già in lutto per la Formula Uno (due titoli sfumati con la McLaren e col favoritissimo Hamilton) e per il rugby (amara sconfitta col Sudafrica) è stato tolto pure il caro vecchio pallone. Dio salvi la Regina!

martedì 20 novembre 2007

Il graffio del Gatto

"Forse Fini rinucerà a polemizzare con Storace per il simbolo della Destra"

"Massì, in fondo ora lui ha una nuova fiamma"

sabato 17 novembre 2007

Calcio/Azzurro savonese

"Sì io parlo savvonneeese" Recita il divertente tormentone di Enrique Balbontin. Io parlo savonese come lo parla Christian Panucci, che con la sua testolina ci ha regalato l'accesso, con una giornata di anticipo, agli Europei 2008. Una testa ligure, dura come l'ardesia, ma piena di buone idee come quella di siglare il 2-1 azzurro su calcio d'angolo.

Per sconfiggere la Tartan Army (un'esercito "pacifico", sempre più simpatico, sempre più sportivo e che fa quasi rabbia aver costretto all'eliminazione) era necessario un Higlander nostrano, uno "ruvido" perchè abituato alle ruvidezze delle montagne che si tuffano nel mare, proprio come in Scozia.

Panucci non sarà un fenomeno del calcio, uno di quelli che ubriacano di veroniche gli avversari o mandano in sollucchero i tifosi con colpi spettacolari. Tuttavia è, ancora oggi, uno tra i terzini più forti al mondo, bravo in copertura e col vizio del gol. E' uno che ha vinto davvero tutto tra Milano, Madrid e Roma. E' un esempio di carattere e determinazione, qualità - lasciatelo dire con un pizzico di orgoglio natìo - che parlano savonese.

venerdì 16 novembre 2007

Città Visibili (refresh)

La rubrica è stata aggiornata... visita le "Città visibili"

Milano
Barcellona
Genova
Parma
Venezia

domenica 11 novembre 2007

L'Odissea del pendolare

Perdere un treno è già di per sé molto sgradevole, ma può capitare. Molto più sgradevole è però quello che può succedere dopo averlo perso. E capita se si sta viaggiando – o tentando di viaggiare – con Trenitalia, pagando regolare e costoso biglietto.
Mettetevi nei panni di un pendolare, uno dei tanti, che ogni fine settimana scende a Savona da Milano, dove studia oppure lavora. Un pendolare che spesso deve fare i conti con ritardi cronici - talvolta anche di un’ora o più – carrozze sporche e affollate all’inverosimile, guasti improvvisi che ti fanno ammirare per lungo tempo la campagna pavese, coincidenze inevitabilmente perse alla stazione di Genova Principe. Uno insomma che si arma di santa pazienza già quando monta sul predellino, conscio che se andrà tutto bene sarà un miracolo.
Il nostro amico arriva nella stazione centrale di Milano per prendere l’Eurocity 143 delle 11.10 diretto a Nizza. Ha regolare biglietto con prenotazione obbligatoria: carrozza 4, posto 73, costo 16 euro e cinquanta. Purtroppo, nonostante il tabellone della stazione lo segnali ancora in partenza, quando giunge al binario – sono le 11.13 - il treno è già partito, stranamente puntuale. Esaurite le imprecazioni, inevitabili in queste situazioni, il nostro pendolare si avvia verso la biglietteria per farsi cambiare il titolo di viaggio in modo da prendere il primo treno utile. E per fortuna le invettive sono finite perché altrimenti il nostro sfortunato viaggiatore si lascerebbe di nuovo andare di fronte alla lunghissima coda dovuta all’apertura di quattro sportelli soltanto in tutta la stazione di Milano Centrale, lo snodo ferroviario più importante del Paese. E non siamo la notte della domenica, ma la tarda mattinata del sabato. Intanto il nostro pianifica: il primo treno utile è l’Intercity Plus per La Spezia, poi si cambia a Genova e si prende il regionale per Savona. Il biglietto costerebbe meno di quello già fatto, ma pazienza. Dopo quaranta minuti di fila, ecco l’agognato sportello: “Purtroppo c’è il cambio di tipologia di treno, da Eurostar a Intercity Plus e questa variazione costa tre euro”. Tre euro per viaggiare su un treno di categoria inferiore? Vabbè, nonostante tutto si porta ancora pazienza. Ecco pero il colpo di scena “Ma scusi il treno delle 11.10 è già partito?” Domanda l’addetta, cortese, ma confusa visto che è quasi mezzogiorno. “Ma allora – prosegue – non si può cambiare il biglietto, mi spiace ma posso solo “aggiornarlo” col primo treno utile della stessa categoria, cioè l’Eurocity delle 15”. Il nostro pendolare, sconfortato più che in collera, chiede allora come fare. Dopo un consulto con un non ben identificato dirigente, la bigliettaia torna con un curioso responso: “Obliteri il biglietto, salga sul treno delle 12.10 e parli col capotreno, di solito non fanno problemi”. Curioso innanzitutto perché in biglietteria dovrebbero ben sapere che i biglietti Eurocity con prenotazione obbligatoria non devono essere obliterati. Curioso poi perché quella risposta non è certo quella che ti aspetti da un dipendente di un’azienda seria. Tuttavia è mezzogiorno e il nostro amico decide di salire sul treno delle 12.10 per non perdere pure quello. Reperito il, anzi la, capotreno “che non dovrebbe fare problemi” ecco l’ennesima doccia gelata: “Certo può salire – bontà loro! – ma c’è il cambio biglietto a bordo treno e sono otto euro”. La pazienza ormai è finita. Ma le decise rimostranze del passeggero che chiama in causa le indicazioni della biglietteria non sortiscono effetto. Al momento del pagamento – otto euro che sommati ai 16,50 diventano 24,50, quasi cinquantamila lire di biglietto! – la capotreno però spiega: “Se le metteva un timbro l’assistenza evitava la sovrattassa”. Assistenza? Ma cos’è? Dove si trova? E perché nessuno dalla biglietteria me ne ha parlato? Domande retoriche.
Morale? State attenti a non perdere mai il treno, potrebbe davvero costarvi caro. Flaiano diceva che in Italia la linea più breve fra due punti è l’arabesco. Aveva ragione. Quella più lunga, interminabile come un’Odissea, è invece il binario ferroviario.

sabato 10 novembre 2007

Duespaghi, la guida Michelin... “Wiki”

Una Wikipedia gastronomica o una guida Michelin a partecipazione collettiva. Così si potrebbe definire DueSpaghi, web community dedicata interamente al buon mangiare che dopo poco più di un anno di vita può vantare 100.000 utenti unici mensili, circa 3000 utenti-contributori e ben 5500 ristoranti su cui questi cosiddetti “Spaghifriends” hanno espresso un parere. Numeri di tutto rispetto tanto che a breve termine sarà costituita una società che gestirà il sito. E dire che tuttto era iniziato con un piccolo investimento e tanta buona volontà da parte di due giovani che, spinti dalla loro passione per la cucina, hanno provato ad applicare il web 2.0 ad un sito che proponga tutti i ristoranti ed i locali del nostro Paese. Duespaghi nasce infatti dall'idea di Marco Palazzo e Stefano Massimino – in arte Shamperd e Flander - che sviluppano progetti su internet in Italia da 8 anni. Il sito è molto facile da consultare grazie alla divisione per città o per genere dei ristoranti. E proprio come in Wikipedia tutto si può modificare, commentare, aggiornare. Si possono inviare le foto delle feste in un locale o di un ristorante, un film girato col cellulare, commenti e giudizi: tutto viene pubblicato e condiviso. “L'idea è nata a fine 2005 perchè ci piaceva molto cosa stava succedendo in America con Wikipedia, Digg e del.icio.us ovvero massimo potere alle persone e aspetti democratici prevalenti” spiega uno dei due fondatori, Marco Palazzo.
A livello economico Duespaghi si sostiene proprio grazie alle risorse private di Palazzo e del suo socio Massimino che intervengono con qualche centinaio di euro all’anno. Tuttavia da pochi mesi sono arrivati anche piccoli investimenti pubblicitari. “Dallo scorso marzo – prosegue Palazzo - visto anche l'incremento di traffico, abbiamo iniziato a immettere qualche minima fonte di ricavo con gli Adsense di Google e da settembre siamo entrati a far parte di una concessionaria pubblicitaria, la Vinoclic, che opera su di un network di siti legati al mondo della enogastronomia e paga in base alle performances, trattenendo una percentuale dei ricavi” “I ritorni pubblicitari coprono le spese – afferma ancora l’inventore di DueSpaghi - abbondantemente per quanto riguarda la gestione quotidiana, più difficilmente se si includono spese di sviluppo. Non abbiamo uscite alla voce marketing. Ad ogni modo con l'advertising finché non si raggiunge un traffico di tutto rispetto, ossia 1.000.000 di utenti mensili, è difficile poter pensare di vivere”
Le voci di entrata nel bilancio di “DueSpaghi” sono almeno tre, ma i guadagni sono comunque stati reinvestiti nel progetto. “Il modello di business è composto da varie parti – sostiene Palazzo - l'advertising già citato, un aspetto transazionale, mirato a far si che i ristoranti presenti in DueSpaghi possano essere prenotati via web, e un aspetto editoriale consistente nella distribuzione dei contenuti generati dagli utenti presso altri gruppi Internet o del mondo dell'editoria” “Per poterlo mettere in pratica - aggiunge - sono necessari dei fondi e per questo motivo in questo periodo siamo totalmente focalizzati nel far diventare DueSpaghi una società e a cercare finanziatori interessati al nostro progetto che possano immettere capitale per farci crescere. Non un euro di quelli guadagnati fin ora è entrato nelle tasche mie e di Stefano, abbiamo reinvestito tutto per cercare di sviluppare cose nuove”. I due fondatori ribadiscono che l’obiettivo finale è fare di DueSpaghi una azienda che si regga con le proprie gambe e generi profitti e smentiscono quindi le voci di una possibile vendita del proprio sito a colossi del web come Dada.

martedì 30 ottobre 2007

Tango che pasiòn!



Il tango è una storia d'amore che dura tre minuti...
Così Miguel Angel Zotto, il più grande ballerino di tango argentino, definisce la danza che sta facendo letteralmente impazzire gli Italiani. Sensuale, romantico e un po' malinconico, il tango sta infiammando i locali di città grandi e piccole, quasi fossero milongas di un secolo fa. Fra i regni del ballo passionale per eccellenza c'è il Cafè Caribe dove si danza fino a tarda notte tra luci soffuse e le inconfondibili melodie del bandoneòn. E a scegliere musiche e ritmi, usando rigorosamente insostituibili musicassette, c'è un dj assolutamente d'eccezione. L'argentino Felix Picherna, 71 anni da 7 in Italia, dimostra che il tango è una passione davvero senza età. Sarà anche per questo che i corsi di tango si moltiplicano raccogliendo sempre più appassionati. E' un mondo effervescente e variegato che coinvolge senza via di scampo uomini e donne di ogni professione ed età. Dopo il boom del latino americano è questo ballo nato a Buenos Aires un secolo fa ad avere la meglio nelle scuole di ballo. Un autentico fenomeno di costume tanto che - in tempi non sospetti, l'11 gennaio 2003 - è nata l'associazione Milango un'associazione. Un gruppo di persone che si incontravano in genere solo nei locali, si sono riunite in una assemblea improvvisata presso il "Farol", storica milonga milanese del sabato sera: "Sarà l'esperienza dei nostri viaggi all'estero, sarà la voglia infinita di far tango che ci prende e ci coinvolge tutti i giorni... insomma, abbiamo sentito la mancanza di qualcosa d'altro, di diverso, da condividere... ed è nata così l'Associazione per il Tango Argentino, per creare un tramite tra le diverse realtà cittadine ed internazionali".

lunedì 29 ottobre 2007

Calcio/ Là dove cadono le Aquile

L'anno scorso, di questi tempi, la classifica per i biancocelesti era malinconica come oggi. E poi tutti sanno com'è andata a finire: il posto Champions nonostante la penalizzazione, vittoria nel derby e un gioco piacevolissimo, spesso al livello di quello dei celebrati cugini giallorossi. La Lazio quindi, numeri alla mano, non avrebbe nulla da preoccuparsi, confermando ancora una volta di essere una squadra "diesel" che prima tentenna e poi esce alla distanza. Tuttavia Lotito e soci non dormono sonni tranquilli. E fanno bene. (clicca qui per il resto dell'articolo)

lunedì 22 ottobre 2007

Sport/Una Formula vincente

La Formula Uno in paradiso. "Sì perché è morta!" si potrebbe facilmente ironizzare, riferendosi alle ben note vicende della spy story e ad una gestione del "circus" non certo democratica e comunque piegata alla ragion di stato (o di marca). Invece no, la Formula Uno, nonostante tutto, è più viva che mai. Vi ricordate la noia dei Gran Premi degli anni scorsi? Pochi sorpassi, poche emozioni, clima tranquillo sotto il regno incontrastato del grande Shumacher, uno che vinceva così tanto e così spesso da annoiare pure i suoi tifosi. E quando al Kaiser subentrò il giovane Principe delle Asturie Alonso, ci fu più battaglia, certo, ma l'adrenalina non era certo alle stelle. (clicca qui per il resto dell'articolo)

venerdì 19 ottobre 2007

Concerto di Mika

Non sarà Freddie Mercury, ma questo ragazzo libanese lo ricorda parecchio. Voce, spettacolo, glam rock a tutta birra e soprattutto una dimensione live che infiamma il pubblico facendolo cantare, saltare, gridare tra effetti speciali e atmosfere eccentriche e dal sapore onirico. Tutto questo è Mika, le sue bellissime canzoni e il suo grande concerto di Torino...

giovedì 18 ottobre 2007

La mia clip sulla nostra fuga a Mediaset

THE SWEET ESCAPE... FROM THE BUNKER

La nostra avventura a Mediaset in un minuto e mezzo

Ecco cosa succede quando mi cimento come videomaker...

Con dei "soggetti" così però è tutto più facile!

lunedì 15 ottobre 2007

Il graffio del Gatto

"Veltroni ha vinto col 75% dei voti le primarie del Partito Democratico"

"Le cassette omaggio sono finite, per le Politiche sta preparando le figurine..."

Sport/MotoGp, Australia

Da Kentucky Kid a Kentucky Chi?

Stoner campione, Stoner rivelazione, Stoner “anti-Rossi”, Stoner vincente pure nella gara MotoGp della sua Australia. La stagione è stata dominata dal nuovo fenomeno del motociclismo e dal rosso sempre più fiammante della sua Ducati. Così, quasi naturalmente, ci si è dimenticati di un altro enfant prodige delle due ruote, non uno qualsiasi, ma uno che fino all’ultimo gran premio di quest’anno porterà sulla carena della sua moto il numero 1 di campione del mondo. (clicca qui per il resto dell'articolo)

sabato 13 ottobre 2007

Politica/Un “Wafer” al gusto di…

“…non ho mai avuto alcuna simpatia per l’ideologia comunista e per l’Urss”

“Questo è un paese fantastico, che ha saputo reagire al terrorismo, alle svalutazioni della Lira, all’assassinio di Falcone e Borsellino, al crollo dei partiti storici. Un paese pieno di imprenditori coraggiosi, di ragazzi meravigliosi…”

Parole e musica di Silvio Berlusconi… anzi no! Se qui ci fosse la firma del Cavaliere nessuno si stupirebbe troppo. E invece c’è quella del suo futuro antagonista Walter Veltroni (dal Corriere della Sera, intervista di Aldo Cazzullo). Alla vigilia delle “scontate” elezioni primarie di domani, che con tutta probabilità lo incoroneranno leader del nuovo Partito Democratico, “Wafer” ribadisce la linea “dolce” verso il centrodestra, anzi sembra cercare nuovi temi e nuovi consensi oltre la frontiera politica.

Che vuol dire? Che finalmente si va verso un bipolarismo meno adolescenziale e meno legato a vecchi e nuovi conflitti ideologici o presunti tali? “E’ un paese bloccato da 15 anni in una dialettica sterile, Berlusconi contro la sinistra, che noi dobbiamo cercare di superare anche in modo unilaterale” Ecco qui sta il punto. Riuscirà il buon Walter a convincere i suoi – tutti – che la tattica del “contro” è da archiviare al più presto? Non solo. L’antberlusconismo resta ancora il collante più facile ed efficace per la coalizione di centrosinistra – perché col PD soltanto non si vincono le elezioni – e allora perché rischiare di farne a meno?

Oppure significa che il Kennedy nostrano ha capito il gioco del suo avversario e che è disposto a mutuarne alcuni temi e linguaggi? “Credo di essere stato tra i primi a capire cosa fosse il berlusconismo, e quale mutazione implicasse nel senso comune e nel sistema dei valori” Troppo facile parlare della “proposta indecente” all’indirizzo di donna Veronica. Meglio piuttosto sottolineare come altri analisti abbiano proposto questa ipotesi. Ad esempio spettacolarizzazione e personalizzazione della politica sono importanti ingredienti, comuni ai due leader. Ma allora, per un beffardo gioco del fato, gli ex-comunisti sono destinati a morire “berlusconiani”?

venerdì 12 ottobre 2007

Il graffio del Gatto

Un salto nel passato...
Elezioni Presidenziali USA 2000
Attenzione: uno dei due sarà Nobel per la pace!
(L'altro no!)

giovedì 11 ottobre 2007

Il graffio del Gatto

"Hai sentito? Rosy Bindi è favorevole all'uso del Burqa!"

"Ecco un altro politico che si fa le leggi ad personam"

mercoledì 10 ottobre 2007

Politica/Schricchiolii sinistri

Se la squadra di governo avesse un allenatore sarebbe già stato esonerato. Troppi errori, troppe incomprensioni, la tattica è solo un vecchio ricordo e il clima nello spogliatoio non è certo dei migliori. Un crescendo di esternazioni e mosse non proprio azzeccate stanno rendendo incandescente un autunno che già si prevedeva caldo per il centrosinistra.

C'è il difensore (della pecunia) che, con grande simpatia, lungimiranza e conoscenza del problema, chiama "bamboccioni" i giovani che non hanno il "coraggio" di andare fuori di casa prima dei trent'anni... Già che c'era avrebbe potuto definirli "sfigati", perlomeno sarrebe stato più giovanilista...

C'è il mastino di centrocampo, che gioca di destro a sinistra, sempre più affascinato da ultrà che contestano - anche con le cattive - la squadra. Uno che dopo 15 anni sente di nuovo il dolce - per lui - profumo dell'antipolitica.

C'è quello che invece dell'antipolitica è diventato facile bersaglio. Uno che gioca più al centro del centro e rivendica il ruolo del politico di professione - d'altra parte lo fa da quando aveva ancora i calzoni corti - con conseguenti privilegi e remunerazioni adeguate. Non corre sulla fascia, preferisce l'aereo...

C'è l'ala sinistra che, dal welfare alla politica estera, è ormai avulsa a tutti gli schemi più rigidi e pensa più a compiacere i suoi tifosi che al risultato.

Ci sono pure due giocatrici in disaccordo su quello che sembra un simbolo contrario all'emancipazione delle donne e alle conquiste della nostra società. Ma libertà significa consentire a qualcuno di non essere libero?

Intanto il capitano si difende dalle dure critiche dell'UE sul debito pubblico entrando a gamba tesa sul commissiario Almunia.

Ma colui che è destinato a subentrargli non sembra volerlo aiutare in fase di copertura, anzi spiega che farà un gioco diverso, creando altre tensioni nella squadra.

E che dire dell'autogol sulle possibili irregolarità nel voto delle primarie del Partito Democratico?

O ancora che pensare della fusione fredda tra due partiti, operata per ridurre la frammentazione, che invece ha originato tre ulteriori formazioni politiche di fuoriusciti?

Dall'altra parte c'è solo da stare in silenzio e attendere. Ci riusciranno?

Di certo c'è solo una cosa. Alla fine, dopo oltre un decennio di sedicente "Seconda Repubblica", è ancora il fattore B ad essere determinante. Il paradossale, anomalo cleavage su cui si orienta la politica italiana. Eterna, insopportabile e indispensabile croce e delizia dei suoi alleati. Eterno, insopportabile e indispensabile collante dei suoi avversari.

lunedì 8 ottobre 2007

Calcio/Rossi, Bianchi e azzurri


Prima lo chiamavano "Jo Red", ora potrebbero chiamarlo "Jose Rojos", ma è sempre lui Giuseppe Rossi, talento asslolutamente italiano (anche se nato in USA) emigrato prima in Inghilterra e ora in Spagna, una Spagna che sta letteralmente incantando. Anche ieri, nonostante la sconfitta del suo Villareal, è stato protagonista di una grande prestazione e di un gol da assoluto campione. Un coast to coast da metà campo, con velocità e dribbling finale al portiere. Un numero alla Messi che lo precede di una sola rete nella classifica marcatori: dopo 7 partite 6 gol per la "Pulce" argentina, 5 per l'Americanino, cresciuto nel Parma.


Ma se Messi è già considerato un fenomeno, avvicinato a Maradona, perchè il piccolo grande Giuseppe, che gli somiglia non poco, è stato costretto a emigrare? Perchè Rossi non gioca in una squadra da Champions? Perchè Donadoni sembra ancora ignorarlo per una maglia azzurra nella Nazionale maggiore?

Le risposte "razionali" sono sempre le solite e costruiscono la storia girovaga di Giuseppe Rossi. Uno che viene "rapito" da Ferguson aprofittando del crac Parmalat per poi finire a Manchester a fare panchina. Uno che torna a Parma in prestito, quasi per gratitudine per chi l'ha cresciuto, contribuisce in modo decisivo ad una salvezza che sembrava una chimera. Uno che il buon Ghirardi non riesce a trattenere in Emilia perchè Ferguson vuole troppi soldi e preferisce piazzarlo - con un prestito mascherato da cessione - ad una squadra con poche ambizioni e poco stress, dove possa giocare con continuità e fare nuove esperienze. E l'azzurro dei grandi poi arriverà, ci vuole calma, lo pensa anche Donadoni.

Le risposte più istintive tuttavia sono diverse e sono ancora da ricercarsi nel nome. Perchè se davvero si chiamasse Jo Reds o Jose Rojos o ancora Rossimovic o Rossaldinho, forse starebbe incantando altre e più prestigiose platee. Ma il nostro calcio, Campione del Mondo e pure in declino, non sa arrestare l'emorragia di piccoli e grandi campioni. E se Lucarelli e Toni sono emigrati già nella completa maturità, è più difficile accettare la fuga di giovani fenomeni come lo stesso Rossi o Rolando Bianchi, la vera sorpesa della scorsa stagione che ha salvato la Reggina a suon di gol. E la Nazionale? In Francia, in Brasile, in Inghilterra i baby si lanciano con coraggio e un pizzico di incoscienza. In Argentina, già da tempo, c'è un certo Messi, uno che assomiglia non poco a Giuseppe Rossi.

martedì 2 ottobre 2007

Birmania


La censura è scesa sulla mattanza Birmana. Ma chi lotta per la libertà non sarà mai dimenticato e chi perde la vita per la libertà non morirà mai!


Con i monaci e con il popolo birmano!


Calcio/Genio e ritorno

Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!! (Il Perozzi- Amici Miei)

Nella vita - e nella sua più riuscita declinazione sportiva che è il calcio - la dimensione del genio resta spesso qualosa di imperscrutabile, una luce folgorante che affascina e abbaglia. E' un immenso iceberg di cui i comuni mortali possono cogliere e apprezzare soltanto una parte, riuscendo ad intuire a malapena tutto ciò che è sommerso. Per questo ogni genio ha il suo volto inquietante, il suo lato oscuro, la sua parte incompresa e incomprensibile. Fuori dalle righe, fuori dagli schemi e fuori dalla realtà.

E spesso il genio calcistico trabocca dal rettangolo di gioco, regalando una vita al limite ai suoi più sublimi interpreti. George Best e Diego Armando Maradona, forse non sono esempi da mostrare ai ragazzini, ma di sicuro incarnano un fascino irresistibile, il fascino di chi non teme la banalità ed eppure la rifugge.

Antonio Cassano, nel mitologico regno della "breriana" dea Eupalla, fa certamente parte di questa cerchia di eletti. Ma il lato oscuro del Barese rischiava di inghiottire anche la sua sfolgorante luce. Ora un gol, solo un gol per capire che quelle tenebre iniziano a dissiparsi. Non è il caso di scomodare parabole evangeliche e uccidere vitelli grassi, ma il figliol prodigo che stava dilapidando il suo talento sembra essere tornato.

martedì 25 settembre 2007

Garlasco, Erba, Cogne & co.

"La cronaca è letteratura sotto pressione" (Oscar Wilde)

L'importante è che la cronaca non diventi fiction, reality, teatro dell'assurdo. Ma d'altra parte è l'arte di arrangiarsi: ecco, in un epoca di economia stagnante e lavoro precario abbiamo creato l'indotto del delitto! Ci pensate? Un tempo diventando assassini al limite si poteva dare lavoro a un investigatore, qualche poliziotto, quindi un magistrato e - se andava proprio male - un boia. I giornalisti? Sì certo, i "neristi" erano i soli traduttori ufficiali del "gesto efferato".

Ma ora è diverso, ora la catena fordista dell'ammazzamento è molto più lunga. Ci scappa il morto e si mette in moto una grande fabbrica che produce quotidianamente notizie, congetture, ipotesi, prove, provette, ricostruzioni, indizi...
Si dà lavoro a giornalisti che trattano il fatto, a quelli che lo analizzano per come l'hanno trattato i primi e a quelli che lo approfondiscono in base al trattamento dei primi e alle analisi dei secondi e così via. Si dà lavoro agli specialisti della scientifica certo, ma soprattutto a quelli che poi ci scrivono sopra le fiction. Si dà lavoro a psicologi, criminologi, sacerdoti, opinionisti, discussi fotografi gossippari e perfino ai costruttori di plastici. E chissà magari si trova pure un posto per madri e mariti inconsolabili o per cugine disperate e fotomontate. Il tutto con un solo, semplice ammazzamento... e poi dicono che non c'è lavoro!

venerdì 21 settembre 2007

diario di notte

La notte mi è da sempre amica. E stavolta mi accompagna fra gli affascinanti misteri di questo "diario 2.0" su cui travasare idee, interessi, sentimenti. Confronto con la tecnologia o con me stesso? E cosa ne è stato dell'orgogliosa ignavia del ragazzino che non ha mai avuto tempo, nè tantomeno voglia, di scrivere le sue righe quotidiane? Sarà il fascino di un diario che diventa palco a vincere antiche ritrosie e mille altri impegni, occupazioni, distrazioni?

Non vado oltre perchè la notte è sempre più densa e mi avvolge col suo dolce, silente abbraccio.

A presto...

domenica 22 luglio 2007

Sport/Una Formula vincente (segue)


Prendete invece questo pazzo, incredibile, mondiale, il primo del dopo Schumi. La Formula (Uno) più esplosiva degli ultimi dieci anni ha avuto sin da subito degli ingredienti fortissimi. Alonso, il campione del mondo che, detronizzato il sette volte iridato e abbandonato il suo mentore Briatore, prova a vincere il terzo titolo con un'altra monoposto. Hamilton, il giovane di bellissime speranze che - pronti via - si rivela già un fenomeno di costanza, abilità, cinismo e diventa presto lo scomodissimo compagno dello spagnolo e il "cocco" di patron Dennis. Raikkonen, il gelido "Iceman" che, finora perseguitato da sfortuna e guai tecnici, va in rosso per sostituire nientemeno che sua maestà Schumi. Massa, il caliente brasiliano che non sarà Senna, ma non vuol essere neppure Barrichello e si gioca sempre tutte le sue carte. E alle spalle dei "Fantastici 4" ecco giovani rampantissimi come Heidfeld, Kubica, Rosberg, Kovalinen. Le lotte interne e i dispettucci fra i piloti McLaren, l'indecisione Ferrari sul capitano, risse verbali sul podio, rivalità che non si vedevano dai tempi di Senna, Prost, Mansell e Piquet, mica gente qualsiasi.

Per non parlare di quello che è successo in gara. Incidenti spettacolari (e senza conseguenze), gomme che si distruggono, motori che cedono sul più bello, ma soprattutto sorpassi, tanti sorpassi, anche cattivi. Piste che diventano "da pattinaggio" con il bagnato, testando nervi e abilità dei piloti. Pure la spy story, squallida finchè si vuole, ha dato pepe alla contesa, quasi fossimo in un film di 007. E l'ultimo capitolo è stato il degno epilogo: tre ancora in lizza per il titolo, come non accadeva da vent'anni. E di quei tre, dopo altri colpi di scena, vince il meno quotato: nè il campione uscente, nè il favorito rampollo entrante. Fino a poco tempo fa erano le staccate del MotoGp ad emozionare gli appassionati di motori, con un Rossi che vinceva senza annoiare mai. Oggi con la dittatura Stoner-Ducati, le due ruote hanno perso appeal, e la vecchia Formula Uno torna a stupire con la sua folle e imprevedibile anarchia.

giovedì 1 febbraio 2007

Milano


Mattina fredda e avara di sole.
I nseguo un tram che fugge via
L à dove finiscono i palazzi.
A llora sono in un paese che è città
N avigli, botteghe e vecchi portoni
O ra sono anche un po’miei.



Milano è la luce che si rispecchia nei Navigli, fra i banchetti degli ambulanti e i ragazzi che si baciano sui ponti. E' San Lorenzo con le sue "Colonne" che tornano a vivere immerse nella folla e quasi vibrano per il frastuono. E' la cinta muraria, che non c'è più eppure si vede. E' l'austerità di Piazza Affari e il fascino bohemien della Darsena. E' l'eleganza asettica di Cordusio e il brulicare perenne della Stazione Centrale. E' la bellezza degli affreschi di Sant'Eustorgio e la violenza cromatica dei graffiti. E' la sorpesa di chiese antiche che spuntano, timide, fra le vie. E' il salotto buono della Galleria, con le raffinate sue insegne oro su nero. E' piazza Duomo la sera, così silenziosa, deserta e maestosa, quando piove.