lunedì 26 maggio 2008

Calcio/ A in negativo

Un romanzo che si rispetti, avvincente ed emozionante com’è stato il campionato appena concluso, non può fare a meno dei suoi personaggi negativi. Qui ovviamente non stiamo parlando di efferati criminali, di individui spregevoli o di orchi delle favole. Semplicemente anche la Serie A 2007-2008 racconta di protagonisti che hanno deluso aspettative e tifosi, lasciando un ricordo triste, malinconico, illusorio o addirittura non lasciando nulla, neppure una minima traccia del loro passaggio sul grande palcoscenico del calcio italiano.

Iniziamo proprio da queste meteore, da queste figure dai contorni sfumati, quasi inesistenti che poco si son viste sia quando erano in campo, sia quando sono puoi finite inevitabilmente in panchina o in tribuna. E allora come non ricordare Tiago, il centrocampista portoghese pagato dalla Juve a peso d’oro? Il gran colpo del mercato bianconero si diceva. Poi ci si è accorti che le sue indubbie qualità sembravano quasi svanire al cospetto dell’italica platea, trascinate nell’abisso da una congenita lentezza e da una progressiva estraniazione dagli schemi e dalle logiche - sempre efficaci – di Mr. Ranieri. Una delusione, in coppia con uno che invece il football del Belpaese lo respirava da un bel pezzo e con ottimi risultati. Almiron, un tempo Signore di Empoli, non si però è adattato altrettanto bene alla realtà juventina e anche lui ha pagato, addirittura sfrattato dalla Signora al mercato di gennaio.

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mercoledì 14 maggio 2008

Calcio/Panucci ha un'idea in testa

Il campionato è ancora imprevidilmente aperto, un romanzo avvincente la cui fine non è ancora stata scritta. E questo per merito di chi? Inter? Materazzi? Mancini? Si domanderanno i più ironici. Sì certo, i nerazzurri ci hanno messo del loro, ma se la Serie A si sta dimostrando, ancora una volta, il campionato più avvincente e imprevedibile del mondo il merito è soprattutto della Roma e in particolare di Christian Panucci.
"Sì io parlo savvonneeese" Recita il divertente tormentone di Enrique Balbontin. Io parlo savonese come lo parla il vecchio indomito Christian, che con la sua testolina ha regalato - per due volte di fila - ha regalato la vittoria "bracca Inter" ai giallorossi. Una testa ligure, dura come l'ardesia, ma piena di buone idee come quella, l'autunno scorso, di siglare il 2-1 decisivo di Italia-Scozia con tanto di conseguente qualificazione azzurra. Con la Tartan Army si era esaltato come un Higlander nostrano, uno "ruvido" perchè abituato alle ruvidezze delle montagne che si tuffano nel mare, proprio come in Scozia. Quando conta lui c'è sempre. E lo ha dimostrato anche in queste ultime giornate trascinando da capitano la Roma e trasmettendole la sua voglia matta di non mollare mai, anche a dispetto della logica. E ora, che quella logica è stata piegata dai suoi colpi di testa, tutti sembrano crederci.
Panucci non sarà un fenomeno del calcio, uno di quelli che ubriacano di veroniche gli avversari o mandano in sollucchero i tifosi con colpi spettacolari. Tuttavia è, ancora oggi, uno tra i terzini più forti al mondo, bravo in copertura e col vizio del gol. E' uno che ha vinto davvero tutto tra Milano, Madrid e Roma. E' un esempio di carattere e determinazione, qualità - lasciatelo dire con un pizzico di orgoglio natìo - che parlano savonese.

lunedì 5 maggio 2008

Calcio/Non aprite quella porta

Un film horror, una pellicola già vista, ma che terrorizza sempre. L'incubo si chiama serie B. Le vittime sono due compagini che per qualche stagione hanno toscanamente e fieramente conservato la loro militanza nell'elite del calcio. I protagonisti, loro malgrado, sono gli estremi difensori di queste due squadre, portieri che colpiscono alle spalle Livorno ed Empoli, allargando la ferita della probabile retrocessione.

Non aprire quella porta, Marco Amelia! Invece, purtroppo per gli amaranto, quello che dovrebbe ricevere l'eredità del mito Buffon, sigilla una stagione non brillante con l'ennesima incertezza. Sulla perla di Doni c'era poco da fare, ma su Ferreira Pinto il pasticcio è grosso e non certo degno del numero 12 azzurro. Il Livorno poi pareggia, ma Padoin ricaccia giù i labronici e quel 2-0 un po' regalato pesa eccome. Una zavorra che ancora Tavano e compagni desolatamente sul fondo della classifica, dove forse neppure un miracolo potrà bastare per salvarsi.

Non aprire quella porta, Daniele Balli! Ma il veterano di mille battaglie empolesi tradisce la sua squadra con una papera alla Dida. Tutto parte da Quagliarella: chi non conosce i suoi tiri da fuori, potenti e con effetto? Quello di Empoli non era neppure tra i più irrestistibili eppure il vecchio Daniele si fa ingannare, tenta una buffa presa di gambe alla Garella, ma si ritrova a guardare il pallone che rotola in rete, lenta, ma insesorabile come gli azzurri verso la B.