sabato 28 giugno 2008

Finalissima Spagna-Germania

Germania contro Spagna. Tradizione contro eterna promessa. Domani sera a Vienna va in scena la finale di Euro 2008: Furie Rosse da una parte, bianchi panzer dall'altra. Due popoli, due nazioni due modi diversi di intendere la vita e il calcio. La Spagna, sempre bella da vedere, stavolta ha dimostrato di essere anche efficace, conquistando la sua terza finale ad un europeo dopo la vittoria nel '64 e il secondo posto nell'84. Il merito è di una generazione di piccoli grandi fenomeni - come Fabregas, finalmente titolare - ma soprattutto del vecchio saggio, Luis Aragones. Il ct spagnolo, sia da giocatore sia da allenatore, non ha mai vinto contro squadre tedesche ma spera che il tabù crolli, come quello delle maglie gialle considerate portasfortuna prima del secco 3-0 sui russi. Ovviamente Ballack e compagni si augurano il contrario contando sulla sua grande esperienza di sei finali europee, di cui tre vinte. Sì, perchè quando il gioco si fa duro la Germania c'è sempre. Qui non va di moda il barocco spagnolo, ma l'austera linearità di un calcio tramendamente concreto e la voglia di non mollare mai che il ct Loew ha ereditato dai suoi predecessori. I tedeschi non mancano quasi mai agli appuntamenti, tanto da aspettarci in finale come ha confessato Franz Beckenbauer. Purtroppo però gli unici Italiani che troveranno domani saranno l'arbitro Roberto Rosetti e gli assistenti Griselli e Calcagno. Non resta che conosolarsi così, mentre Spagna e Germania si giocano l'Europa.
(Servizio andato in onda sul TG4)

venerdì 27 giugno 2008

Atalanta-Bobo, promessi sposi

I promessi sposi sono loro: Cristian Vieri e l'Atalanta, ormai destinati a tornare inseme per la terza volta. L'accordo tra Bobo e la società sarà ufficializzato forse già lunedì prossimo, nonostante il parere contrario di una parte dei tifosi nerazzurri. Sì perchè in questa strana storia di mercato, dal sapore manzoniano, ci sono anche i bravi. "Questo matrimonio non s'ha da fare" ripetono gli ultras atalantini, arrivando anche a tappezzare Bergamo con manifesti dove, sul faccione di Vieri, campeggia un solo aggettivo "Ingrato". Il rapporto dell'attaccante con i suoi ex tifosi, dopo l'addio della scorsa estate, è infatti definitivamente andato in fumo a Firenze, il 16 settembre scorso. Il gol, l'esultanza, la corsa sotto la curva viola. Tutto proprio contro quell'Atalanta che lo aveva fatto ripartire nel momento più difficile della sua lunga e gloriosa carriera. Ma di gratitudine parla anche lo stesso Vieri, mentre, per nulla preoccupato, si gode le vacanze in Versilia assieme alla sua Melissa. Bobo si dice deciso a tornare a Bergamo proprio per saldare quel debito di riconoscenza verso la famiglia Ruggeri e verso il presidente Ivan, ancora grave in ospedale dopo l'ictus che lo ha colpito a gennaio. Quindi alla fine il matrimonio si farà, come conferma anche l'uomo mercato atalantino, Carlo Osti, per niente intenzionato a farsi condizionare dai tifosi. Tifosi che però promettono al "traditore" Vieri un'accoglienza tutt'altro che amichevole. Starà a Bobo, uno che di conquiste se ne intende, ricostruire con la curva un rapporto d'amore. Ovviamente coi suoi gol.
(Servizio andato in onda su Studio Sport)

martedì 24 giugno 2008

Eto'o in rotta col Barça

"Non sono una figurina da scambiare, sceglierò io il mio futuro". Si potrebbe riassumere così la secca risposta di Samuel Eto'o alle dichiarazioni di Pep Guardiola. Il neo allenatore del Barcellona era entrato a gamba tesa sull'attaccante camerunense, spiegando di considerarlo fuori dal suo "progetto Barça" così come gli altri epurati Deco e Ronaldinho. Ma Eto'o replica dal Kenya con altrettanta decisione e mette in guardia la società blaugrana.
"Se il club mi spinge a prendere una decisione sul momento io non credo proprio di poterlo fare - sbotta il camerunense - perché oggi non ho nulla da provare al mondo del calcio, inoltre ho già un'importante carriera alle spalle e che deve continuare. Insomma, al punto dove sono io in questo momento non lascerò che un club decida per me." Non sono un bamboccione, vuole ribadire Eto'o, certo della sua stoffa di campione ventisettenne che non ha paura di nuove sfide. "Lo dico con grande umiltà ma voi giornalisti mi avete considerato uno dei migliori giocatori al mondo e infatti ho vinto molti premi individuali - ribadisce Eto'o - Perciò non sono spaventato di prendere una decisione. Se col Barcellona la situazione non si evolverà come vorrei, troverò un'altra soluzione perché ci sono altre opportunità e sono proprio quelle che stiamo cercando di valutare quest'estate".
Opportunità magari italiane, come sperano Inter e Milan. Ad ogni modo il camerunense sembra sempre più lontano da quella maglia blaugrana che ha indossato per 4 anni segnando quasi un ottantina di reti nonostante infortuni vari. E infatti gli unici colori che Eto'o ora si vede addosso sono quelli della sua nazionale, reduce dalla vittoria 2-1 con la Tanzania nelle qualificazioni ai mondiali sudafricani. Una vittoria ottenuta proprio con una sua doppietta.
(Servizio andato in onda su Studio Sport)

"El Tanque" Denis al Napoli

In Argentina lo chiamano "El Tanque", il carrarmato, per il fisico robusto e per la devastante efficacia sottoporta. Gustavo German Denis, 27 anni, spera di portarsi dietro questo soprannome anche nel Napoli che lo ha appena acquistato dopo un lungo corteggiamento. Il d.s. azzurro Marino ha puntato deciso su questo ragazzo dell'81 investendo 8 milioni di euro da versare, in tre rate, nelle casse dell'Independiente. Forza fisica e ben 27 gol nell'ultima stagione del campionato argentino fra apertura e clausura. Questo il biglietto da visita di Denis che nell'ottobre scorso ha anche esordito nella nazionale Albiceleste contro il Venezuela. Il Carrarmato sbarca così in Italia, ma si tratta di un ritorno. Denis ha giocato infatti dal 2001 al 2003 in C1, con la maglia del Cesena. Un'avventura non positiva con 28 presenze e la miseria di tre reti. "A 19 anni non ero pronto - ammette l'attaccante - ora invece prometto tanti gol ai miei nuovi tifosi" A Napoli ci sperano, già sognando una magica coppia col Pocho Lavezzi. Qui - la storia lo insegna - gli argentini si sono sempre trovati bene.

(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1)

martedì 17 giugno 2008

Olanda, arancia meccanica

Altro che biscotti olandesi. La squadra di Van Basten battendo 2-0 la Romania non solo ha dimostrato grande spirito sportivo, ma soprattutto ha fatto salire vertiginosamente le proprie quotazioni per la vittoria finale dell'Europeo esibendo un gruppo ricco e compatto, con schemi che funzionano a meraviglia pur cambiando gli interpreti. I gol di Huntelaar e Van Persie contro i Rumeni sono per certi versi più pesanti degli altri 7 segnati finora a Italia e Francia. Con quest'ultima vittoria, a qualificazione già avvenuta e con una squadra imbottita delle cosidette seconde linee, Van Basten dimostra infatti di poter contare su una rosa di assoluto valore in ogni reparto, specie in avanti, dove c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Alternative preziose, se in panchina ci finisce gente come Van Bronckhorst, Sneijder, Van der Vaart e Van Nistelrooy. Il Portogallo di Deco e Ronaldo. La Spagna di Torres e Villa. Attenti però a questa Olanda dove è il gruppo che conta. Niente biscotti o altre dolcezze. Qui c'è solo una spietata Arancia Meccanica.

(Servizio andato in onda sul Tg5 Mattina)

venerdì 13 giugno 2008

Bologna all'americana

Bologna, tu vo fa l'americano. Si è ufficialmente aperta una nuova stagione per il club rossoblu: dopo il ritorno in serie A, sancito dalla vittoria sul Pisa, la storica società emiliana diventa la prima in Italia ad avere una proprietà statunitense. Il presidente Alfredo Cazzola a fine mese cederà l'80% del pacchetto azionario, restando però in carica ancora un anno, prima di passare interamente la mano ai nuovi investitori. Ma a Bologna la domanda è proprio questa: chi e perché ha deciso di spendere circa 18 milioni di euro per rilevare il club che fu di Dall'Ara? Un indizio positivo è la Inner Circle, società che ha già gestito il passaggio in mani americane del Liverpool. Ma se in Inghilterra gli investitori stranieri sono ormai una garanzia, da noi c'è diffidenza dopo molti tentativi a vuoto o con scarso successo. Inoltre il nome degli acquirenti, la società di intermediazione Tag Partner LLC, non dice molto, come del resto i misteriosi Paul Galvin e Joe Tacopina, già protagonisti del finora fallito assalto americano alla Roma. E tutto questo mistero non tranquillizza la piazza. "Cazzola ha venduto ai Soprano" Si lascia scappare qualche tifoso nelle tante discussioni che animano i forum rossoblu sul web. Cazzola però garantisce in prima persona e risponde coi numeri: 50 milioni dai nuovi proprietari per rinforzare la squadra. Il presidente parla infatti di un mercato sulla falsariga di Genoa e Napoli, neopromosse in A che hanno conquistato una salvezza tranquilla. Così dopo l'acquisto di Volpi e il prossimo arrivo di Bernacci, si fanno nomi di un certo peso per rinnovare la rosa. Dalle milanesi potrebbero arrivare in prestito Pelè e Paloschi, mentre col Palermo si prova per Biava e Cavani, ma anche per Cassani e Simplicio. Resta in piedi pure la pista Corradi, per riformare il tandem Chievo assieme a Marazzina, fresco di rinnovo. Il Bologna vuol fare l'americano,i tifosi però aspettano i dollari.
(Servizio andato in onda su Studio Sport-Italia1)

Francia-Olanda

Squadra che vince non si cambia, o forse sì. Questo dubbio non turba più di tanto un tranquillissimo Van Basten a poche ore dalla sfida contro la Francia. Per il ct olandese si tratta infatti di un problema di abbondanza con il rientro dell'infortunato Robben e con Van Persie anche lui pronto alla partita con i Bleus. Di sicuro resta lo schieramento che tanto ha fatto male agli azzurri: tre mezze punte alle spalle dell'intoccabile Van Nistelrooy. Più complessa invece la situazione in casa Francia. Domenech dice di averne addirittura undici di dubbi, in realtà chi rischia maggiormente il posto dopo lo scialbo 0-0 contro la Romania sono soprattutto Sagnol, Abidal, Toulalan e Anelka. Anche qui importanti rientri dall'infermeria: Henry è ormai a posto e i francesi si aggrappano a lui, e ai suoi 44 gol in 100 partite coi Bleus, per ravvivare un attacco finora sterile. Meno sicuro il rientro dell'altro infortunato Vieira e l'utilizzo del laterale di difesa Evra, da molti sponsorizzato. A decidere però sarà sempre e solo Domenech, uno in genere allergico ai consigli.

(Servizio andato in onda sul TG5)

mercoledì 11 giugno 2008

Villa "Maravilla"

Tre gol da grande bomber per il secco 4-1 della Spagna sulla Russia e per il personale primato fra i cannonnieri dell'Europeo. David Villa si è presentato così alla rassegna continentale di Austria-Svizzera. Tutti aspettavano il "Nino" Torres e invece ecco il "Guaje" che nelle Asturie, dove Villa è nato 26 anni fa, significa proprio la stessa cosa, ragazzino. Gli Spagnoli non avranno molta fantasia nell'attribuire soprannomi ai propri campioni, ma intanto si godono un attaccante davvero implacabile. A dispetto del nomignolo infatti, Villa non è più un ragazzino e il suo feeling con il gol non è certo una scoperta. L'Italia se n'è accorta a marzo nell'ultima amichevole contro le Furie Rosse. Poi ci sono le tre reti al mondiale di Germania e una litania interminabile di marcature in terra spagnola. Sporting Gijon, Real Saragozza e soprattutto Valencia dove il "Guaje" è diventato grande. Grande anche in Europa e ne sa qualcosa l'Inter costretta, due Champions fa, a subire a San Siro un suo fantastico gol su punizione. E proprio i nerazzurri nei mesi scorsi avevano mostrato grande interesse per l'attaccante inevitabilmente finito sul taccuino di molti grandi club europei, Real su tutti. E dopo i tre gol contro la Russia è entrato deciso anche il Barcellona che vuole un degno sostituto del partente Eto'o. Il segretario tecnico del Valencia Juan Sánchez frena dicendo che non ci sono novità sul futuro dell'attaccante, ma in realtà il club è disposto a trattare. E ci vogliono 40 milioni per portarsi a casa questo ragazzino che in Spagna da oggi è diventato "Villa Maravilla".

(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1)

martedì 10 giugno 2008

Europeo, secondo giro

Una sfida per diventare grandi. Si potrebbe definire così l'incontro del girone A tra Repubblica Ceca e Portogallo in scena domani pomeriggio a Ginevra. Chi vince mette una seria ipoteca sulla qualificazione ai quarti e il Portogallo guidato da Scolari non vuole perdere questa occasione. Dopo il 2-0 rifilato alla Turchia, Cristiano Ronaldo e soci sono attesi da un esame sicuramente più difficile contro una squadra che non esprime un calcio esaltante, ma che è sempre dannatamente concreta. Nella prima partita gli uomini di Bruckner hanno infatti liquidato, col minimo sforzo, una buona Svizzera grazie al gol di Svarkoš. 1-0, proprio come l'unico precedente europeo tra Repubblica Ceca e Portogallo. Nel '96, in Inghilterra i cechi si imposero grazie a un diabolico pallonetto di Karel Poborsky. Dunque, in quella che è anche una rivincita fra Cech e Cristiano Ronaldo, dopo la finale di Champions, gli artisti portoghesi dovranno stare attenti al cinismo di Koller e soci.
E ancora più attenti saranno svizzeri e turchi attesi domani sera da una sfida per sopravvivere. La partita di Basilea fra Svizzera e Turchia sa già di ultima spiaggia con le due formazioni costrette a fare punti dopo l'esordio negativo. I padroni di casa sperano di raccogliere quanto seminato già contro i cechi, mentre Terim attende una pronta riscossa dei suoi. L'importante è che gli animi non si surriscaldino, come nel brutto precedente della gara di qualificaizone al Mondiale 2006.

(Servizio andato in onda StudioSport)