mercoledì 16 novembre 2005

Io, interinale dal Senegal (segue)

La svolta arriva quando Gueye decide di rivolgersi ad un’agenzia di lavoro interinale: gira tutta la provincia di Treviso, ma non resta praticamente mai disoccupato e soprattutto non finisce nel vortice del lavoro sommerso:"Non mi è mai capitato di lavorare in nero - afferma - ma non potevo rimanere senza fare niente così mi sono rivolto all’agenzia, dove mi hanno trattato bene e mi hanno sempre rispettato". "Ho cambiato tanti lavori – spiega – tre mesi presso una ditta di lampadari, poi in una fabbrica di stampi per materie plastiche e infine quattro anni presso un’azienda che produce cucine". Di questa esperienza Gueye ha un ricordo davvero particolare che testimonia come l’integrazione sia possibile più nel lavoro quotidiano che in tante parole:"Nell’azienda di arredamenti mi occupavo della verniciatura dei mobili e ho trovato molte brave persone - racconta - all’inizio non sapevo niente della verniciatura, così mi hanno insegnato passo dopo passo e hanno avuto davvero tanta pazienza con me". "Mi hanno accolto bene - prosegue - l’ambiente era quasi familiare e stavano anche pensando di assumermi, ma purtroppo l’azienda è andata in crisi e hanno dovuto mettere in cassa integrazione gli altri operai".
Problemi del lavoro come un qualsiasi cittadino italiano, ma per quanto riguarda l’integrazione tutto è filato liscio. Senegal o Italia, quel che più preoccupa Gueye sono le persone false e di quelle, a suo dire, se ne trovano a qualsiasi latitudine. "Non ho mai avuto problemi, quando ti trovi con gente che si comporta bene è facile comportarsi di conseguenza - spiega - non mi preoccupa il razzismo, ormai conosco le persone e devo dire che tutto il mondo è paese: a volte ci sono quelli che parlano dietro agli altri, ma succede ovunque. Di sicuro non mi piace chi appare in un modo e poi si rivela essere tutt’altro". Ad ogni modo Gueye dà un giudizio positivo della sua esperienza nel nostro Paese:"Come ambiente mi sono trovato bene anche se non sono un tipo che va molto in giro: o sono al lavoro o sono a casa - aggiunge - qualche volta sono andato in discoteca, ma ormai è tanto tempo che non ci vado". Casa e lavoro quindi, ma per fortuna pure gli amici non mancano:"Sì amici ne ho, molti stranieri, ma anche qualche italiano e anche loro mi dicono che ormai il lavoro è un problema davvero per tutti". Ecco dunque che si torna alla principale preoccupazione di Gueye:"Il lavoro viene prima di tutto - ribadisce - vivo in una casa a Villorba vicino a Treviso e l’affitto costa tanto, una buona parte del mio stipendio va a finire lì. Al momento sono senza lavoro perché il precedente contratto è scaduto, ma non sto ad aspettare, anzi con l’agenzia mi sto muovendo per cercare una nuova occupazione". Insomma il suo futuro Gueye se lo deve conquistare giorno dopo giorno e spesso può emergere anche lo sconforto: "Mi succede tante volte di voler mollare tutto perché non è facile - confessa - ma cosa devo fare? Resisto e poi sono gli amici che spesso mi fanno coraggio". Insomma il giovane senegalese non si dà certo per vinto e anzi non smette di inseguire il suo sogno:"L’obiettivo è trovare un lavoro a tempo indeterminato che mi permetta di costruirmi un futuro - conclude - poi, in seguito, mi piacerebbe tornare in Senegal, dove non vado dal 2003. Vorrei farmi una famiglia e trovarmi un’attività là, perché comunque sia, quando sei fuori dal tuo paese ti manca sempre qualcosa".