giovedì 31 luglio 2008

Pechino: meno 8 all'8-8-2008

La Cina ha fortemente voluto le ormai imminenti olimpiadi per mostrarsi al Mondo, ma Pechino rischia invece di non vedersi affatto per colpa dello smog. In effetti c'è poco da scherzare: il problema della densa cappa di inquinamento che avvolge la metropoli asiatica continua a preoccupare gli organizzatori a pochi giorni dalla cerimonia d'apertura. Le autorità hanno già parzialmente limitato la circolazione di auto e la produzione industriale, ma le restrizioni potrebbero essere ancora più rigide se continuerà a persistere la fastidiosa mistura di foschia, polveri e fumi. Un cocktail micidiale specie per la salute delle migliaia di atleti e visitatori. E a proposito di ospiti, a Pechino è da poche ore arrivato il primo della lista, Jacques Rogge presidente del CIO. Rogge non ha risposto alle domande dei giornalisti preoccupati dalle restrizioni su internet. Sì, perchè oltre a quella di smog, a Pechino ci si preoccupa dell'ancora più opprimente cappa della censura che si abbatte soprattutto sul web. Il capo della commissione stampa del CIO Gosper aveva ammesso un parziale oscuramento concordato con la Cina, ma gli organizzatori ribadiscono "faremo il massimo per facilitare la stampa straniera". A Pechino però di facile finora c'è poco, dalle condizioni atmosferiche alla lingua. Senza conoscere un po' di mandarino è difficile infatti capire ad esempio perchè l'Italia nella cerimonia di apertura sfilerà per 191esima su 205 partecipanti, mai così in coda nella storia a cinque cerchi. Senza alfabeto non c'è neppure ordine alfabetico e così l'elenco viene deciso dal numero di tratti nel primo carattere che compone il nome della nazione e noi ne abbiamo ben 13. In altre parole - non cinesi - più linee ci sono più si è in fondo... forse dispersi nello smog.
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Roma-Cissè e altro mercato

Roma, ecco Djibril Cissè. L'attaccante, 27 anni fra pochi giorni, è adesso in cima alla lista della spesa del ds Pradè e il colpo sta per andare a buon fine. L'agente del franco-ivoriano, ormai in rotta col Marsiglia, non solo conferma il gradimento del suo assistito per la maglia giallorossa ma tra qualche giorno sarà a Roma per parlare di ingaggio. Insomma se l'Olympique si decide per il prestito l'affare si fa. Resta comunque aperta la porta per Julio Baptista. Il Real è sempre più vicino a Van der Vaart e con l'arrivo dell'olandese i blancos mollerebbero "la Bestia" brasiliana. Ma il vero colpaccio Roma è il rinnovo di Aquilani. Il club di sensi offre 2 milioni e mezzo a stagione più premi a rendimento fino al 2013 e l'accordo non è più così lontano, con Juventus e Inter che restano alla finestra. I nerazzurri nel frattempo non mollano la presa su Ricardo Quaresma, ormai deciso a rompere con il Porto. Capitolo Milan. Il torneo di Mosca dirà se l'emergenza attacco può essere risolta col vecchio amore Shevchenko. Intanto Galliani e Braida ringiovaniscono la rosa con gli uruguaiani Tabarè Viudez, fantasista diciannovenne, e Mathias Cardaccio, centrocampista classe 1988.

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mercoledì 30 luglio 2008

Budan: "Palermo, torno alla grande!"

A volte ritornano. Nel Palermo che si sta preparando fra le vette della Carinzia ci sono tanti volti nuovi e anche una vecchia conoscenza. Igor Budan, a 28 anni ricomincia la sua storia in rosanero proprio dove l'aveva interrotta. In un altro ritiro estivo - quello del ritorno in serie A, anno 2004 - il croato decise di cambiare aria perchè davanti a lui c'era un certo Luca Toni, reduce da una stagione impressionante coronata da promozione e 30 gol. Ma stavolta è tutto diverso, e Budan non è certo qui per guardare gli altri giocare. "Quattro anni dopo la storia credo sia diversa. Allora avevo attaccanti più forti davanti a me e sia Guidolin che la società puntavano giustamente su Luca". Sì Luca aveva fatto bene, ma oggi - dopo le esperienze a Bergamo, Ascoli e soprattutto Parma - anche l'attaccante nato a Fiume può vantare un curriculum di tutto rispetto. Un bottino che non gli fa temere la pensante doppia eredità che raccoglie a Palermo: non solo Toni, ma anche un certo Amauri. "Mi è successo anche a Parma di sentire il discorso dell'eredità. Erano andati via Gilardino e Corradi e direi che me la sono cavata abbastanza bene" E se i due assi sono passati di qui, anche Budan vuole giocarsi le sue carte. Presto si allenerà coi compagni, dopo l'ennesimo infortunio che lo ha tormentato. Igor è abituato a superare i momenti difficili, perchè lui ritorna sempre, non soltanto "a volte". "Voglio prendere al volo le occasioni che mi capitano, ad esempio sono contento di aver giocato con la mia nazionale anche un pezzo di Europeo. Nonostante gli infortuni penso di aver ottenuto ottimi risultati".

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Che numeri, Yelena!

5 e zero 4 uguale a 23. No, non stiamo dando i numeri, se non quelli straordinari di Yelena Isinbayeva che ancora una volta supera se stessa. 5 metri e 04 è infatti l'incredibile misura con cui ieri sera la saltarice russa ha segnato il nuovo record mondiale, il numero 23 per lei. Allo stadio Luis II di Monaco, la bella 26enne residente a Montecarlo sente l'aria di casa e si regala ancora il primato che ormai è affar suo da cinque anni. Nel 2003 apre la sua stagione di record mondiali con 4,82, misura che poi continua costantemente a migliorare fino a ieri sera, passando anche per l'ultimo golden Gala di Roma, a inizio luglio. Insomma da 4.82 a 5.04, 22 cm di cielo che sono il paradiso esclusivo della russa, la zona Isimbayeva. Impossibile ora dire dove potrà arrivare Yelena, ma la sicura guida di Vitali Petrov, già allenatore del mitico Bubka, svela chiaro un obiettivo: raggingere i 35 primati dell'ucraino. Il prossimo appuntamento, il più prestigioso, è adesso a Pechino dove ci sarà anche Asafa Powell che sempre a Montecarlo ha fatto segnare ieri nei 100 la sua migliore prestazione dell'anno: 9 e 82. Insomma anche il giamaicano è già in forma olimpica.

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martedì 29 luglio 2008

International Market

"O Cristiano Ronaldo o nessun altro". Il presidentissimo del Real Madrid Calderon è davvero disposto a tutto pur di ottenere il portoghese, suo primo e - a questo punto unico - obiettivo. Una spregiudicatezza ribadita anche durante l'ultima giunta direttiva dei Blancos: per l'operazione Ronaldo sarebbero stati stanziati 80 milioni di euro da sventolare sotto il naso del Manchester United. Ma se da una parte c'è un principe spagnolo carico di soldi, dall'altra c'è un eroico e coraggioso highlander scozzese: Sir Alex Ferguson. Anche il manager dei Red Devils sarebbe bravo nel gioco dell' "aut aut" tanto da dire a chiare lettere alla famiglia Glazer, proprietaria dello United:"Se via via Ronaldo, me ne vado anch'io". Intanto il Real aspetta che sia lo stesso portoghese a forzare le cose, dichiarando in faccia a Ferguson quali sono le sue intenzioni e convincendo lo United a trattare la sua cessione ai merengues. E la prossima settimana sarà probabilmente decisiva per sapere l'esito di questa battaglia, fatta di soldi, tentazioni, ricatti e veti incrociati. Davvero uno scenario rinascimentale dove ci sono pure i "mercenari", almeno secondo le parole di Ryan Giggs. Il 34enne gallese, bandiera dei Red Devils si scaglia contro il suo compagno di squadra Ronaldo e la moderna cultura dei mercenari del calcio che, spinti dai propri agenti, si vendono al miglior offerente. Non ci va leggero neppure Eric Cantona, 6 anni a Manchester: "Se Ronaldo va via dalla Premier per i soldi è uno stupido". Questo in sintesi il pensiero dell'ex giocatore francese, schietto nelle parole come in campo.
Restiamo in Inghilterra, passando da un giocatore che vole andar via a uno che sta invece realizzando il suo desiderio d'infanzia: l'attaccante Robbie Keane è arrivato oggi al Liverpool, squadra per cui fa il tifo. "Un sogno che diventa realtà" ha confessato il 28 irlandese ex Inter, passato dal Tottenham ai Reds per quasi 23 milioni di euro. E per un Cristiano Ronaldo in fuga c'è anche chi invece non si muoverà dal proprio club. Un altro portoghese, Maniche, rientrato dal prestito interista, fa pace col suo allenatore Aguirre e resterà dunque all'Atletico Madrid. Rimarrà anche l'attaccante tedesco Mario Gomez che, nonostante la corte di grandi club europei - Milan, Barcellona e Bayern Monaco, giura fedeltà allo Stoccarda, almeno per questa stagione.


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lunedì 28 luglio 2008

Marotta:Sorpresa Fornaroli!

Il sogno del quarto posto svanito soltanto nelle ultime giornate e un Cassano ormai completamente ritrovato a incantare con le sue magie. Eravamo rimasti più o meno qui, con la Sampdoria tra le protagoniste dell'ultimo campionato capace di unire la forma del bel gioco proposto da Mazzarri alla sostanza di una qualificazione UEFA conquistata senza spese folli. E il principale artefice di questa formula magica è il d.g. Giuseppe Marotta che, con la consueta concretezza, ribadisce: ora si ricomincia daccapo e il primo esame si chiama Inter.
"Ora dobbiamo mettere in archivio l'ottimo campionato scorso con il sesto posto e ripartire da zero. La prima giornata contro l'Inter sarà già un'ottima prova per noi"
Insomma anno nuovo vita nuova. Non c'è più Maggio, eroe blucerchiato del girone di ritorno, ma - attorno al riscattato Cassano - ci sono quasi tutti i protagonisti dell'ultima stagione, più alcuni giovani di talento su cui è stato disegnato il mercato sampdoriano. E qui si parla di Dessena e dell'uruguaiano Fornaroli, che - dopo l'ottimo debutto con gol - si candida ad essere una rivelazione, parola di Marotta. "Abbiamo deciso di abbasare l'età media perchè ci sembra logico per una squadra come la Sampdoria. Dessena non si potrà considerare una sorpresa perchè ormai è conosciuto, mentre Fornaroli è un ragazzo uruguaiano che non si è mai visto e che invece stupirà" Il mercato blucerchiato però non è finito. Si sogna un colpaccio in attacco, ma soprattutto Mazzarri chiede ancora un tassello in difesa. "Si è vero ci manca manca difensore. Abbiamo già buoni giocatori, ma per competere i campionato e in coppa Uefa occorre raffrozarci e quindi vedremo di completare la rosa". In attesa di concludere il "suo" di mercato, Giuseppe Marotta si lascia andare a un giudizio sugli acquisti altrui e se deve fare un nome sul colpo di questa estate non ha esitazioni: "Il colpo è sicuramente Ronaldinho. Ora non è al massimo, ma il Milan ha fatto bene a prenderlo perchè ha tutte le condizioni per tornare a essere il fenomeno che conoscevamo"

(Servizio andato in onda su Studio Sport- Italia 1 e su AllSport News e Calciomercato - Premium Calcio24)

Juve e Inter, è già tempo di gol

Hanno già i motori caldi e siamo solo ai giri di ricognizione. Inter e Juventus, due fuoriserie in pista per campionato e Champions, si preparano alla prossima stagione con gli attaccanti già tirati a lucido. E' vero, si tratta soltanto di gol estivi e di tranquille amichevoli di fine luglio, ma intanto i bianconeri, dopo la convincente prova in Danimarca, vanno a vincere pure in Germania e contro un avversario non certo abbordabile come il Borussia Dordmund. A firmare i tre gol juventini sono sempre loro: l'elegante e potente brasiliano Amauri e l'efficace Iaquinta che si concede addirittura una doppietta. Sul secondo gol dell'azzurro da notare lo splendido assist del danese Poulsen, che forse avrà rassicurato qualche tifoso bianconero. L'Inter non ha Iaquinta, ma in quanto a concretezza sottoporta può contare su un altro professore in materia, ossia il solito Cruz. Il Bari non è un avversario di rango internazionale, ma neppure un morbido sparring partner e dunque il 2-0 dei nerazzurri fa già sorridere Mourinho, tanto più che il secondo gol - su rigore - porta la firma di Adriano, un imperatore che sembra ritrovato. E questa sfida dei gol estivi potrebbe avere un vincitore domani sera a Torino, quando Juve e Inter si scontreranno per il Trofeo Tim. Ci sarà pure un terzo incomodo, il Milan che pur senza Ronaldinho e Pato vuol già provare il sorpasso sulle sue eterne rivali.

(Servizio andato in onda sul TG4 - Rete 4)

venerdì 25 luglio 2008

Muntari, guerriero nerazzurro

L'anno al Portsmouth gli è servito per conqustare il suo primo trofeo in carriera, la coppa d'Inghilterra. Ma Sulley Muntari ora torna in Italia, a 24 anni da compiere e sbarca all'Inter, un approdo che sembra scritto nel suo destino. Sì perchè il ghanese esordisce in serie A - nel lontano novembre 2002, quando è appena diciottenne - contro il Milan, contro quelli che da oggi diventano i suoi rivali cittadini. Trattandosi del Diavolo è ovviamente un battesimo di fuoco - la sua Udinese uscirà da San Siro sconfitta 1-0 - ma Muntari dimostra di non avere timori reverenziali e ne sa qualcosa pure Dida. Insomma il peperino Sulley s'infiamma facilmente quando vede il rossonero e ancor più quando vede bianconero. Contro la Juve entra negli annali la sua entrata da codice penale ai danni di un altro guerriero come Nedved. E soprattutto la scenata post espulsione, con tanto di insulti distribuiti a tutti, accenno di rissa in campo e aggressione all'inerme telecamera nel tunnel che porta agli spogliatoi. Con un curriculum così, con questi galloni di battaglia guadagnati contro le storiche avversarie Milan e Juve, Muntari è già pronto per entrare nei cuori dei tifosi interisti. Mourinho, che lo ha voluto in nerazzurro bruciando un altro suo grande estimatore come Spalletti, è invece più interessato alle sue qualità come centrocampista, ossia grande corsa e potenza unite a buona visione di gioco e tiro da lontano. E dopo tanta Inghilterra, Muntari ha una gran voglia di tornare a combattere con Juventus e Milan.

(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1 e AllSport News - Premium Calcio24)

Mercato mattiniero

Ancora un brasiliano per il Milan. Sarebbe Alex Silva, difensore centrale del San Paolo, il nuovo obiettivo del club di via Turati. Nei giorni scorsi Galliani aveva parlato di mercato chiuso in entrata, ma i continui problemi alla schiena di Nesta preoccupano lo staff rossonero tanto da suscitare interesse per il 23enne, attualmente impegnato con l'Olimpica di Dunga assieme a Pato e Ronaldinho. Ancora sul fronte Milan, ma alla voce giocatori in uscita, ecco che per il contesissimo Paloschi il Torino - che nel frattempo ha la grana del difficoltoso rinnovo di Sereni - avrebbe fatto la mossa decisiva, sorpassando la Reggina. Granata e i rossoneri si sono infatti accordati per la comproprietà, anche se l'operazione verrà perfezionata dopo il ritorno del giovane attaccante dagli europei under 19. La Reggina si può però consolare con l'ormai imminente arrivo di Bernardo Corradi che si è svincolato dal Manchester City. Restando in tema di attaccanti il contesissimo Castillo del Pisa è ormai convinto ad accettare la proposta del Lecce, nonostante i rilanci di Chievo e Reggina. Da un argentino all'altro, Burdisso è ancora nei pensieri della Fiorentina che presto incontrerà di nuovo l'Inter: l'offerta prevede tutto Da Costa, più i soldi che arriverebbero dalla cessione di Dainelli al Genoa oltre a quelli per la metà del cartellino di Papa Waigo. Genoa che con Dainelli, rimpiazzerebbe Alessandro Lucarelli ceduto al Parma, e che sta pensando anche a Guana e pure a Rolando Bianchi. Restando a Genova, la Samp aspetta una risposta dallo svincolato Matteo Ferrari, ma anche da Pratali e Aronica con cui ci sarebbe un derby coi rossoblù. Il Bologna ha un accordo di massima con il Lecce per Ariatti, ma prima di poter chiudere il club salentino aspetta Caserta del Palermo. Per la difesa il d.s. Salvatori sta parlando con la Lazio per avere Guglielmo Stendardo in prestito. Infine l'Atalanta. I bergamaschi hanno raggiunto l'accordo con la Roma per il prestito di Cerci con diritto di riscatto e controriscatto intorno ai 3 milioni. Osti aspetta un segnale dai giallorossi per mettere tutto nero su bianco.


(Servizio andato in onda su AllSport News - Premium Calcio24)

giovedì 24 luglio 2008

Muntari, San Siro nel destino

Chissà se quel ragazzino africano, all'esordio in Italia nientemeno che a San Siro, aveva pensato di tornarci in quello stadio, un giorno, da grande protagonista. Sulley Muntari debutta in serie A il 6 novembre del 2002, con l'Udinese sconfitta 1-0 dal Milan di Rivaldo. Il club friulano, da sempre attento ai talenti africani, lo aveva scovato in Ghana, prelevandolo qualche mese prima dal Liberty Professional nonostante la concorrenza del Manchester United. Due stagioni di ambientamento e di crescita, con presenze spesso a partita iniziata, e poi Muntari diventa uno dei punti di forza del centrocampo udinese quando è poco più che ventenne. Con le sue spiccate caratteristiche fisiche, grande forza e incontenibile dinamismo, è l'uomo ideale per svolgere un perfetto lavoro di interdizione e non solo. 1.79 di altezza, per 79 chili di muscoli e fiato, il prototipo del centrocampista moderno, quantità e qualità insieme. Sulley, come spesso si fa scrivere sulla maglia, possiede una buona visione di gioco e un tiro molto potente anche se non sempre preciso. Con i bianconeri friulani, tradizionalmente votati al gioco d'attacco, uno come Muntari deve faticare parecchio, ma può levarsi anche molte soddisfazioni, compresa l'ebbrezza della Champions League. Unico neo il record negativo per il club di espulsioni stagionali a dimostrare un carattere piuttosto impulsivo. Un'infanzia non facile in Ghana e poi il tuffo, giovanissimo, nel grande calcio non hanno certo facilitato le cose, ma per chi lo conosce Sulley, è così: capace di grande generosità nell'amicizia, ma anche spigoloso con chi non gli va a genio. E a proposito di Africa, Muntari - assieme a Essien e fino a poco tempo fa Appiah - è uno dei perni della nazionale ghanese con cui ha pure segnato un gol al mondiale tedesco. E proprio dopo Germania 2006 i grandi club iniziano a interessarsi di lui, ma resta a Udine. Nel giugno 2007 si parla di cessione alla Fiorentina e soprattutto alla Roma dove c'è il mentore Luciano Spalletti. A sorpresa però i friulani lo cedono, per 12 milioni, agli inglesi del Portsmouth. Una platea apparentemente non di primo piano, dove colleziona però 29 presenze e 4 gol ma soprattutto conquista la Coppa d'Inghilterra insieme a un ex interista, il nigeriano Kanu. Ma chissà che quel ragazzino ghanese, che oggi di anni ne ha quasi 24, non abbia continuato a sognare un palcoscenico come San Siro.


(Servizio andato in onda nella trasmissione Calciomercato - Premium Calcio24)

Amauri-Iaquinta, è già JuvEuropa

Al primo appello internazionale la Juventus risponde presente. Gli scolari più bravi? Quelli - sulla carta - dell'ultimo banco, Amauri e Iaquinta. E' vero, era soltanto un'amichevole e per giunta contro il non irresistibile Broendby, ma in Danimarca i bianconeri dimostrano di essere già a buon punto in vista del preliminare di Champions. Non solo. Assenti Del Piero, Camoranesi e Trezeguet - il francese entrerà solo dopo l'intervallo - la Juve dimostra che in attacco è ha ben più di semplici alternative. Amauri, l'ultimo arrivato, si conferma quel mix di forza ed eleganza che ha già conquistato i tifosi bianconeri. Prima scalda i motori, poi segna di testa, quindi ci riprova ancora, con meno fortuna. Buona e immediata l'intesa con Iaquinta. Altro che quarta punta, l'ex giocatore dell'Udinese timbra il cartellino con un gol dove c'è tutto: velocità, potenza, precisione. Ottimo il solito Nedved, resta da registrare la difesa che, specie nella ripresa, soffre le incursioni dei danesi e, con Legrottaglie, arriva a concedere anche il rigore che fissa il risultato sul 2-1. Prima si mostra bella, poi stringe i denti. La Juve europea a cui pensa Ranieri sta già prendendo forma.
(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1 e su AllSport News - Premium Calcio24)

mercoledì 23 luglio 2008

Mutu resta, Juve e Milan partono

"Mutu è e resta un giocatore della Fiorentina" Questo il clamoroso comunicato firmato dal presidente viola Andrea Della Valle che a sorpresa mette fine alla trattativa con la Roma: il rumeno sembrava ormai ad un passo dal club giallorosso, come lasciavano intendere le parole del d.s. viola Pantaleo Corvino. Invece improvvisamente è arrivato il dietrofront, un cambio di rotta che con tutta probabilità porta la firma dell'allenatore Cesare Prandelli, furioso all'idea di perdere il suo pupillo. "Per noi è indispensabile" aveva tuonato dopo le insistenti voci sulla cessione e i Della Valle lo hanno ascoltato dichiarando Mutu incedibile. Probabilmente al rumeno, che vuole un adeguamento del contratto, è stato offerta la soluzione già adottata due anni fa con Toni cioè un anno ancora in viola prima della cessione a un altro club. E mentre ancora impazza il calciomercato, c'è già chi si prepara a fare sul serio come la Juventus e il Milan impegnate nei primi test di inizio stagione.


Bella per un tempo, poi dannatamente tosta. Questa la Juve vista in Danimarca contro il Broendby. I bianconeri, alla prima amichevole internazionale in praparazione del preliminare di Champions, devono riscattare il brutto 1-0 subito dal Piacenza e partono con l'inedita coppia Amauri-Iaquinta. Nei primi minuti la Juventus, ancora imballata dalla preparazione, lascia spazio alle incursioni dei danesi che invece hanno già iniziato il proprio campionato. I bianconeri, trascinati da un Nedved già in palla, prendono coraggio e Amauri inizia a scaldarsi per il gol. La rete arriva al 34', zampino del solito Nedved e colpo di testa finale del brasiliano che aprofitta dei difensori danesi, immobili come omini della Lego. Al 42' il ceco, sempre lui, lancia Iaquinta sulla sinistra: accelerazione devastante e palla fra le gambe del portiere 2 a 0. Nella ripresa non ci sono più gli autori dei gol bianconeri, sostituiti da Trezeguet e dal giovane Fausto Rossi. La Juve appare stanca e il Broendby riprende forza cogliendo subito una traversa con Katongo. All'11 Legrottaglie atterra Bischoff, rigore per i danesi. Sul sinistro preciso di Farnerud dal dischetto neanche Buffon può nulla. Il risultato non cambia più. Il progetto Champions di Ranieri inizia a funzionare.

Vince la Juve, delude invece il Milan nella sua prima uscita stagionale: solo 0-0 a Cremona e sono solo attenuanti generiche e non sostanziali le tante assenze tra i rossoneri, privi tra gli altri dei brasiliani olimpici Ronaldinho e Pato, partiti per Pechino, e di Nesta che soffre di problemi alla schiena che cominciano a preoccupare lo staff tecnico milanista. Unica nota positiva, la prova di personalità offerta dal neoacquisto francese Mathieu Flamini.


(Servizio andato in onda sul TG5 - notte 23-7 e mattina 24-7 - e sul TG4)

Broendby-Juventus 1-2

Bella per un tempo, poi dannatamente tosta. Questa la Juve vista in Danimarca contro il Broendby. I bianconeri, alla prima amichevole internazionale in praparazione del preliminare di Champions, devono riscattare il brutto 1-0 subito dal Piacenza e partono con l'inedita coppia Amauri-Iaquinta. Nei primi minuti la Juventus, ancora imballata dalla preparazione, lascia spazio alle incursioni dei danesi che invece hanno già iniziato il proprio campionato. I bianconeri, trascinati da un Nedved già in palla, prendono coraggio e Amauri inizia a scaldarsi per il gol. La rete arriva al 34', zampino del solito Nedved e colpo di testa finale del brasiliano che aprofitta dei difensori danesi, immobili come omini della Lego. Al 42' il ceco, sempre lui, lancia Iaquinta sulla sinistra: accelerazione devastante e palla fra le gambe del portiere 2 a 0. Nella ripresa non ci sono più gli autori dei gol bianconeri, sostituiti da Trezeguet e dal giovane Fausto Rossi. La Juve appare stanca e il Broendby riprende forza cogliendo subito una traversa con Katongo. All'11 Legrottaglie atterra Bischoff, rigore per i danesi. Sul sinistro preciso di Farnerud dal dischetto neanche Buffon può nulla. Il risultato non cambia più. Il progetto Champions di Ranieri inizia a funzionare.

(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1 e AllSport News - Premium Calcio24)

martedì 22 luglio 2008

(Diego) Buonanotte...e sogni d'oro!

Il cognome fa sorridere, neanche fosse la marca di una camomilla. Il nome invece è già più impegnativo e ricorda nientemeno che lui, "il più grande". Si chiama Diego Buonanotte, 20 anni, il nuovo fenomeno argentino. Bisogna andarci piano coi paragoni, è vero. Specie quando si tratta della pesante eredità del Pibe de oro, che ha schiacciato gente come Ariel Ortega e Andres D'Alessandro, non a caso idoli calcistici del piccolo, grande Buonanotte. L'altezza - si fa per dire, è appena 1.60 - il sinistro raffinato e naturale, la tecnica sopraffina. El enano - un soprannome facilmente traducibile - ha nella velocità e nel dribbling le sue doti migliori. Palla al piede è inarrestabile e, il suo baricentro basso gli permette cambi di direzione fulminanti, tanto da risultare inarrestabile quando è in giornata. Schierato il più delle volte da fantasista dietro le punte, è bravissimo nel partire dall'esterno ed accentrarsi per provare il tiro dalla distanza. Anche queste assonanze riconducono al più celebre omonimo di Diego e sarebbero più che sufficenti per fare impazzire una piazza come Napoli. Intanto Buonanotte infiamma i tifosi del River Plate - ecco la prima differenza con Maradona, cresciuto nel Boca - dopo aver letteralmente trascinato con gol e magie i Millionarios alla vittoria nel campionato Calusura. E proprio nella penultima partita del campionato sigla una doppietta che porta il River alla vittoria e all'aritmetica conquista del titolo. E a quella maglia con la striscia rossa ci è arrivato sin da piccolo, crescendo, poco in altezza, ma tantissimo in qualità, fino a un giorno del gennaio 2006. In una partitella d'allenamento contro la prima squadra Buonanotte gioca con le riserve e fa numeri incredibili innervosendo i difensori. Passarella, allenatore del River, si innamora di lui e dopo due settimane lo convoca con i titolari. E dalla rosa della prima squadra El enano non uscirà più, debuttando in campo a meno di diciott'anni, segnando il primo gol al Monumental e firmando la sua prima partita dall'inizio - nientemeno che il Superclasico contro il Boca - con una prestazione da fenomeno. Il resto è storia con il River campione ai suoi piedi, soprattutto quel fantastico sinistro. La provincia di Teodolina non tradisce la sua fama: dopo aver sfornato gente come Balbo, Batistuta e poi Carrizo e Messi ha dato i natali anche a El enano. Ma proprio a chi lo accosta alla "Pulce", il piccolo Diego si schermisce: "Soy un cuarto de Messi". Maradona, Messi, i paragoni sono ingombranti e allora conviene tornare a scherzare sul suo cognome, certi del suo futuro da campione. Come a dire, Buonanotte e...sogni d'oro.
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Carrizo, "numero 1" nei cuori biancocelesti

Per la Lazio era l'amore lontano, Juan Pablo Carrizo, una conquista di cui andare fieri, ma distante addirittura un oceano. La promessa l'avevano messa nero su bianco il portiere argentino e il club di Lotito, come gli innamorati incidono le iniziali sul tronco di un albero. Peccato che l'albero fosse quello genealogico, con avi piemontesi che lentamente sparivano, così come la possibilità di vederlo già l'anno scorso in Italia. Di Juan Pablo sentivano tutti la mancanza, specie quando la porta biancoceleste restava un po' troppo aperta. Ma adesso la lontananza è solo un ricordo e i tifosi laziali, possono dare a Carrizo tutto il loro affetto. Si lasciano andare anche a una serenata che parla di derby, un coro dal significato molto chiaro: "Paraje er cucchiaio". "Sì è una canzone dei tifosi laziali che si rifierisce alla giocata di Totti. Io, quando e se sarà il momento, dovrò solo stare tranquillo e guardare la palla" Semplice, genuino, Juan Pablo è già un idolo biancoceleste e un leader nel gruppo. Gruppo dove ha trovato un ragazzo che non conosceva, simpatico e pieno di talento. "Pasquale Foggia, non lo conoscevo, ma è proprio un bravo ragazzo" Carrizo invece conosce bene un altro nuovo arrivo, il suo connazionale Zarate e garantisce per le sue qualità in attacco. "E' un giocatore molto tecnico, veloce, agile e ha qualità nel controllo di palla" Carrizo, 24 anni, ha tutte le carte in regola per diventare l'erede del rimpianto Peruzzi. Per i tifosi è già il numero uno, in tutti i sensi. Così Juan Pablo quell'uno lo ha voluto anche sulla schiena, chiedendolo al giovane Muslera. "Gli ho chiesto se potevo avere il numero 1, se non gli dispiaceva e lui mi ha detto no, che non gli dava fastidio".
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lunedì 21 luglio 2008

Tempo di Quaresma (e di altri affari)

Ricardo Quaresma è ormai a un passo dall'Inter. La riunione tra l'agente dell'esterno portoghese, nonchè manager di Josè Mourinho, Jorge Mendes e i dirigenti nerazzurri Branca e Oriali avrebbe portato a definire un quadriennale da 3 milioni a crescere. Caduta ormai anche la resistenza del Porto, rassegnato dalla volontà del giocatore e dal fatto che solo il club di Moratti ha fatto un'offerta concreta. E l'offerta nerazzurra è di 20 milioni, 5 in meno di quelli richiesti dal club dei Dragoes. Una differenza minima destinata ad essere superata a breve come conferma la partenza di Quaresma dal ritiro del Porto. Per un sogno nerazzurro che si realizza, un altro sfuma: Frankie Lampard. Mourinho dovrà aspettare che il suo pupillo si svincoli dal Chelsea fra un anno, ma intanto corre ai ripari buttandosi su Muntari del Portsmouth, già centrocampista dell'Udinese, sempre assistito da Mendes. Anche qui l'Inter ha praticamente chiuso sulla base di 15 milioni di euro da versare al club inglese.



La Roma invece è vicina a catturare "la Bestia", soprannome di Julio Baptista, attaccante brasiliano del Real Madrid. I giallorossi però insistono per il presito mentre i blancos ribadiscono "Lo cediamo solo a titolo definitivo". E in caso la trattativa saltasse la Roma ripiegherebbe su Di Michele o su Joachim, giocatore dalle caratteristiche diverse, ma che potrebbe essere acciuffato più facilmente. Il Valencia è in crisi finanziaria e ha bisogno di risorse fresche, anche per difendere i suoi gioielli Silva e Villa. E dalla Spagna arrivano anche conferme sul fronte Drogba-Barcellona. La stampa iberica è sicura che l'ivoriano finirà in balugrana, ma Scolari smentisce e dice che rimarrà nel suo nuovo Chelsea. Se resterà a Londra alle sue spalle giocherà probabilmente Robinho. I blues sono vicini all'accordo col Real e per favorire il trasferimento da Madrid è partita la richiesta alla federazione brasiliana di non convocare l'attaccante verdeoro alle olimpiadi. Ancora in casa Chelsea nuovo contratto per Cech e il rinnovo è in arrivo pure per Podolski del Bayern, già pensiero stupendo della Juve ma considerato intoccabile da Klinsmann. E tornando in Italia la Lazio accelera le trattative per il centrocampista argentino Fernandez, del River Plate e il difensore romeno Moti.


Difensori in ballo anche nel mercato interno: Pasqual è sempre nel mirino del Napoli che vorrebbe anche Pisano del Toro, granata che invece inisistono per Domizzi. Il Chievo sogna l'ex juventino Dimas e vuole Biava del Genoa, Genoa che spera ancora in Dainelli, bloccato a Firenze se non ci saranno nuovi arrivi in viola. Capitolo attaccanti: il Toro insiste con l'Empoli per Pozzi, la Reggina spera di chiudere col Milan per il prestito di Paloschi e nelle prossime ore sarà messo nero su bianco l'arrivo in amaranto di Bernardo Corradi. E fra tante trattative ormai agli sgoccioli, c'è anche un acquisto definito: l'argentino Fornaroli è ufficialmente della Sampdoria.

(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1)

domenica 20 luglio 2008

Riccò, dal trionfo al fango

"Voi fate il vostro lavoro, come io faccio il mio non mi devo nascondere" Non va in fuga come sui Pirenei Riccardo Riccò. Stavolta non scappa, non si sottrae alle domande come tanti farebbero al suo posto. Il carattere del Cobra dunque è rimasto, nonostante tutto. Rientrato nella sua Formigine dopo giorni che sembravano interminabili, affronta la salita più dura della sua vita senza cercare scorciatoie, ma aggrappandosi all'ultima speranza, forse illusoria. "Ora aspettiamo le controanalisi poi, coi miei avvocati, decideremo cosa fare". Riccò è provato, stanco, ma non vuol fare la vittima. Certo dalla possibilità di giocarsi il Tour - ci pensava eccome alla maglia gialla - al fango del doping la caduta è stata fragorosa, lo ammette lui stesso. "Prima tocchi il cielo con un dito poi ti ritrovi in una situazione tragica: un 'esperienza che non auguro neppure a un cane! Il tempo non passava mai e in quei momenti mi è passato in testa di tutto. Vittima? No, non mi sento vittima, ma una cosa del genere ti fa star male." Dall'altare alla polvere Anche quella alzata da tanti suoi colleghi che, ormai stanchi dei continui scandali, non hanno esitato a bastonarlo. "E' normale, io però al posto loro sarei stato zitto perchè credo ci voglia il rispetto di tutti. E io rispetto tutti" Tornerò più forte di prima. La promessa di Riccò non ha ancora un "quando". Resta infatti ancora da capire di quanto sarà la squalifica. Il Cobra tenta un timido rilancio. "Dipende tutto dalle controanalisi, bisogna vedere cosa succederà anche perchè credo che il metodo che hanno utilizzato non sia valido al 100%". In attesa di tornare alle corse e di pagare, se saranno accertate le sue responsabilità, Riccardo smetterà i panni del Cobra e tornerà soltanto a pedalare. "La bici è tutta la mia vita. Anche se ho il morale sotto i piedi, riprenderò presto ad andare in bicicletta".

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venerdì 18 luglio 2008

Mercatino di metà luglio


Lampard-Inter il tempo sta scadendo. Il tormentone di questo calciomercato dovrebbe concludersi a breve. L'ultimatum nerazzurro potrebbe convincere il Chelsea a chiudere finalmente l'affare. Se invece il centrocampista inglese andrà in Cina per la tournèe coi Blues, Mourinho apetterà un anno per avere il suo pupillo e l'Inter virerà decisa su Xabi Alonso, spagnolo del Liverpool già obiettivo della Juve. Anche la Roma ha la sua ossessione, si chiama Julio Baptista. Qui la trattativa è meglio avviata e i giallorossi potrebbero chiudere nel giro di pochi giorni. Spalletti vuole però un'altra ala ed ecco che dalla Spagna rimbalza il nome di Reyes dell'Atletico Madrid, con Santana della Fiorentina come possibile alternativa.



Corradi alla Reggina, ci siamo. Sarebbe davvero questione di ore il via libera del Manchester City all'attacante senese, già pronto a firmare per il club amaranto. Ma il presidente Foti non si ferma, neppure dopo il fresco acquisto del centrocampista cileno Carmona. Sullo stretto ci si muove per il solito Morrone del Parma, per Guana del Palermo, e soprattutto per il prestito del giovane Paloschi, chiuso al Milan dopo l'arrivo di Ronaldinho. Le alternative restano Simone Inzaghi, epurato dalla Lazio e poi Castillo del Pisa e Papa Waigo della Fiorentina, entrambi corteggiati anche dal Chievo. Chievo che segue pure Rea, Edusei e l'uruguaiano Caballero.



Ritocchi anche per le genovesi. La Samp spera ancora nel grande nome in attacco, ma intanto insiste per Pozzi e per Maidana del Boca. In casa Genoa si punta a Menegazzo - ex Siena e Catania ora al Bordeaux - e sembra ormai fatta per Basa del Le Mans. In uscita invece Alessandro Lucarelli è sempre corteggiato dal Parma, che aspetta comunque novità sul fronte Domizzi. Domizzi è anche uno dei nomi nel taccuino del Toro assieme a Mauri e Matteini. Cairo promette di investire ancora 6-7 milioni sul mercato, ma per il sogno Rolando Bianchi l'ostacolo resta l'ingaggio troppo alto.
Attivo anche il Lecce che dopo Antunes, in prestito dalla Roma, è un passo da Caserta, ma soprattutto cerca un'attaccante da affiancare a Cacia. Il ds Angelozzi vuole una punta da 15 gol a stagione e il sogno sarebbe il ritorno di Bojinov. Più concretamente si parla del solito Castillo - nella folla di contendenti c'è anche il Bologna che si muove pure per il difensore Ariatti - e di Granoche della Triestina, attualmente infortunato, cercato anche da un Catania che intanto pensa a sfoltire la rosa. Il club rossazzurro ha prestato il brasiliano Mezavilla in prestito al Perugia e starebbe scaricando il capitano Baiocco, che invece vorrebbe terminare la carriera all'ombra dell'Etna. Un altro veterano, Vergassola, ha appena rinnovato il contratto col Siena fino al 2001, con i toscani vicinissimi pure a Zuniga del Nacional Medellin. Infine c'è l'Atalanta, che temendo la squalifica di Bellini, sta tornando sull'ex interista Cesar.

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Mercato Roma: la Rosella e la "Bestia"

Un colpo bestiale per la Roma. I giallorossi avrebbero infatti già definito dal Real Madrid l'acquisto di Julio Baptista, per gli amici "La Bestia". E' sul ventiseienne brasiliano che la società di Rosella Sensi ha deciso di investire i 15 milioni incassati dall'Inter per l'altro verdeoro Mancini. Chiarito finalmente il "chi", e forse anche il "quanto", in queste ore si sta lavorando sul "come" si definirà la trattavia fra la Roma e il club blanco. I Merengues spingono per la cessione a titolo definitivo di Baptista e vogliono i 15milioni del cartellino "sporchi, maledetti e subito" per fare cassa in vista degli assalti a Cristiano Ronaldo e Van der Vaart. Il d.s. giallorosso Pradè punta invece a un prestito oneroso - 2 milioncini di acconto - con riscatto già fissato a 13 milioni ed eventuali premi per la qualificazione in Champions. Una modalità sperimentata un anno fa, sempre col Real, per Cicinho. Dalla Spagna però portebbero convincere la Roma a rompere subito il salvadanaio inserendo nella trattativa il cursore olandese Drenthe, altro elemento gradito a Spalletti: i Merengues sarebbero disponibili al prestito gratuito del giovane che a Madrid non trova spazio e che invece a Roma sarebbe valorizzato. Di fronte a questa offerta speciale 2x1 i giallorossi potrebbero cedere anche perchè hanno incassato altri 3milioni dalla vendita di Giuly, che da oggi è ufficialmente un giocatore del Paris Saint Germain. E restando sempre al mercato in uscita, sempre in giornata la Roma ha confermato il prestito del giovane Antunes, che resterà giallorosso vestendo però i colori del Lecce. Da segnalare infine l'affivevolimento, forse definitivo, della pista giallorossa che portava ad un altro brasiliano, l'emergente Thiago Neves della Fluminense. Il procuratore del giocatore Rabello ha invatti rivelato che tra le molte offerte ricevute - da Francia, Germania e Russia - nessuna al momento proviene dall'Italia.


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Cuore Toro e cervello De Biasi

Che non sia una squadra come tutte le altre lo dice la storia e lo confermano i tifosi, autentici adepti della fede Granata. Ma il Torino che in questi giorni si sta preparando alla prossima Serie A dovrà essere il più pragmatico possibile. Lo conferma l'allenatore Gianni De Biasi, l'uomo chiamato due volte a tirare fuori il Toro dai guai, il poeta ermetico per cui salvezza fa sempre rima con concretezza. "Le parole contano poco nel calcio, contano i fatti, quindi non facciamo proclami ma lavoriamo per salvarci" Insomma poche chiacchere e tanto lavoro assieme a un gruppo molto simile a quello allenato l'anno scorso. Un gruppo dove però non regna sempre il sereno, ma anche questo, per il pragmatico De Biasi, può essere benzina nel motore granata. La benzina però è sempre più cara, un po' come i giocatori sul mercato. De Biasi conosce i limiti economici del club ma si dice possibilista su qualche nuovo arrivo dopo quello del bomber Amoruso. Acquisti per rinforzare l'attacco e soprattutto per ringiovanire la rosa. Anche i tifosi si aspettano qualche rinforzo, ma soprattutto - in cambio del loro instancabile sostegno - predendono massimo rispetto perchè il Toro non è una squadra come tutte le altre, ma questo lo sa bene anche De Biase. "Garantisco io in primis che ci giocherà si dovrà meritare la maglia del Toro".
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giovedì 17 luglio 2008

Il veleno del Cobra

Al Tour aveva esaltato tutti con le sue imprese, ma è stato cacciato dalla corsa in giallo nel peggiore dei modi tra gli insulti di una folla inferocita e delusa. "Riccardo Riccò positivo ai controlli antidoping. Tracce di Epo di terza generazione nelle sue urine". Il talento emergente del ciclismo italiano è stato così espulso dalla Grande Boucle prima della dodicesima tappa, quando era nono in classifica generale e aveva sulle spalle la maglia a pois di miglior scalatore e quella bianca di miglior giovane. Un Tour d'oro per il Cobra di Formigine, dopo le vittorie di tappa a Super Besse e Bagneres de Bigorre, infranto quando la gendarmerie lo ha prelevato dal camper della sua squadra, la Saunier Duval, che si è subito ritirata dalla corsa. Riccò aveva già subito 6 controlli durante la sua avventura in Francia e le analisi che lo incastrano sono relative alla cronometro individuale dell'8 luglio scorso a Cholet. La sostanza incriminata sarebbe l'ultima evoluzione della famigerata Epo, un prodotto denominato "CERA". Si tratta del terzo caso di positività in questo Tour dopo quelli degli spagnoli Beltran e Duenas. In Francia il doping è un reato penale e subiranno un processo. Processo che ora potrebbe toccare anche a Riccò.

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Genoa, sogni "Preziosi"

Sette in pagella per il mercato. Il voto che si dà Enrico Preziosi è ampiamente confermato dai severi commissari d'esame, i quasi tremila tifosi rossoblù che non hanno voluto perdersi il battesimo del Genoa 2008-2009. Potenza, Biava e Bocchetti, Mesto e Modesto, la scommessa Palladino e poi gli ex blucerchiati Olivera - in arrivo dall'Uruguay - e Gasbarroni. Una campagna acquisti che consente al Grifone di sognare in grande. Tra i nuovi ci sarà anche il d.s.Rino Foschi, ma il patron rossoblù conta anche sui vecchi pupilli: il fidato Gasperini e l'erede designato di Borriello, Lucho Figueroa. Preziosi, augurandosi i gol di Gasbarroni e Oliveira contro la Samp, la butta subito in derby, infiammando ancora di più il popolo della Nord. Un tifo caldo che ha già conquistato il nuovo arrivato Palladino. Derby anche per la coppia Mesto-Modesto che a Genova si ricompone, ritrovando sulla sponda blucerchiata il mentore di Reggio, Mazzarri.
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mercoledì 16 luglio 2008

Dinho Day

15 luglio 2008, ore 22.59. Inizia esattamente in questo istante l'avventura rossonera di Ronaldo de Assís Moreira, in arte Ronaldinho. Il comunicato ufficiale sul sito del Milan è l'atto di battesimo della nuova carriera del Gaucho. Quasi una liberazione dopo il lunghissimo corteggiamento e una trattativa non certo semplice, che alla fine porta nelle casse del Barcellona 21 milioni di euro più 4 variabili in funzione del piazzamento in Champions nei prossimi anni del club di via Turati. Passano le ore e cresce l'entusiasmo dei tifosi che vogliono fare da padrini al nuovo idolo rossonero. I più impazienti si piazzano - inutilmente - a Linate già in nottata, mentre i più saggi aspettano il brasiliano in mattinata, fra Malpensa e Milanello. Sono le 9.44 quando anche il sito del Barcellona ufficializza l'accordo raggiunto da Galliani e Laporta, ma in Italia la Dinhomania è già esplosa tanto che alle 11.25 si registra il boom di abbonamenti al Meazza: 3mila nuove tessere rossonere in circa 40 minuti.
Ore 13.05. Ronaldinho è finalmente a Milano, in carne, ossa e dentoni. L'aereo proveniente da Barcellona con a bordo il fuoriclasse brasiliano e Adriano Galliani, atterra alla Malpensa. Ad attenderlo giornalisti, teleoperatori, fotografi e un manipolo della folla che è già innamorata di lui. Il vicepresidente e il suo fresco acquisto sono poi acciuffati dal d.g. rossonero, Ariedo Braida, e dal direttore dell'area tecnica Leonardo. Sono le 13.39 quando Ronaldinho fa il suo ingresso trionfale a Milanello fra due ali di tifosi festanti. Tra cori e striscioni, il brasiliano ricambia con uguale entusiasmo, entrando poi nel centro sportivo dove ad attenderlo c'è Carlo Ancelotti che lo saluta con un abbraccio. Il brasiliano va poi a pranzo con Galliani e altri dirigenti rossoneri. Il dessert, dolcissimo per i tifosi, dovrebbe essere la presentazione ufficiale assieme agli altri nuovi acquisti del Milan, ma non c'è tempo. Dinho, nel pomeriggio, è alle prese con le ultime formalità: visite mediche di rito e firma del contratto che lo legherà al Milan fino al 2011 per 6,5 milioni di euro netti l'anno. La prima giornata rossonera di Ronaldo de Assís Moreira è già un numero alla Ronaldinho.
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M&M's, dolci pensieri in casa Doria

M-M: la coppia d'oro della Sampdoria 2008-2009 è ancora una volta Marotta-Mazzarri, un ambo sulla ruota di Genova che ha portato colpi alla Cassano, un gioco spesso entusiasmante e soprattutto i blucerchiati in Uefa. E in attesa del prossimo colpo del d.g. - si fa il nome di Crespo - i nuovi sono molto interessanti: dal gioiellino Dessena, impegnato con l'Olimpica di Casiraghi, al duo Padalino-Stankevicius che dovrà raccogliere la pesante eredità lasciata da Cristian Maggio sulla fascia destra. E se Maggio è stato sacrificato per riscattare Cassano dal Real, di Palombo la Samp non ha voluto fare a meno, così il capitano non si è mosso da Genova. In casa Doria ci sono tutte le carte in regola per una stagione da protagonisti, ma Mazzarri spiega: niente obiettivi prestabiliti.
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sabato 12 luglio 2008

Ancora passaporti tarocchi?

Calcio e passaporti falsi, ci risiamo. Non c'è estate senza uno scandalo del pallone ed ecco che dal sudamerica si profila una vicenda che potrebbe avere conseguenze clamorose anche per giocatori appena arrivati nel nostro campionato come Denis e Carrizo. Nelle ultime ore infatti la magistratura argentina ha effettuato 110 perquisizioni in tutto il paese procedendo al fermo di 24 persone e al sequestro di ingente materiale nell'ambito di una nuova indagine legata alla fabbricazione di documenti di cittadinanza falsi, in molti casi destinati a calciatori desiderosi di giocare in Europa. Un film già visto, sopratutto in Italia, che in passato ha coinvolto a vario titolo altri giocatori latinoamericani, da Juan Sebastian Veron ad Alvaro Recoba. E anche stavolta il nostro Paese sarebbe indirettamente interessato come confermato dal console italiano a Buenos Aires Giancarlo Curcio, che ha già presentato denunce in Italia e in Argentina. Sui giocatori coinvolti c'è ancora stretto riserbo, ma - come rivela il quotidiano Clarin - ci potrebbero essere ancora guai per Juan Pablo Carrizo, che lo scorso anno aveva dovuto rinunciare alla Lazio proprio per problemi legati alla sua cittadinanza italiana. Il portiere ex River è finalmente approdato a Roma, ma il club biancoceleste inizia a tremare per i possibili sviluppi dell'inchesta. E a preoccuparsi è anche il Napoli dato che tra i possibili nomi c'è anche quello del suo nuovo attaccante, Gustavo Herman Denis, anche lui appena giunto in Italia dall'Independiente.
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Borriello, tra passato e futuro

Non fermatemi adesso. Marco Borriello è di nuovo a un bivio. Restare al Milan, forte dei 19 gol segnati lo scorso campionato, e dimostrare coi fatti che il grande colpo rossonero in attacco è lui. Oppure cambiare ancora aria, scegliendo la Roma che lo corteggia ed evitando di bruciarsi ancora una volta col Diavolo, dove qualche ustione l'ha rimediata pure un certo Gilardino. Sì perchè Borriello, 26 anni compiuti a giugno, a Milanello è per anni la promessa non mantenuta nonostante il nome, Marco, di buon auspicio per un attaccante milanista. Dopo i prestiti a Treviso e Trieste nel 2002 torna alla casa madre, ma fa appena in tempo a segnare il primo gol con la maglia rossonera in Coppa Italia, a debuttare in Champions prima di essere dirottato a Empoli. In toscana segna un gol in 12 partite, il suo primo in A. Fugace rientro al Milan, sono ancora prestiti alla Reggina, alla Sampdoria e ancora al Treviso. Al Milan intanto è arrivato Gilardino, stessa età ma un curriculum di gol ben più corposo. Borriello langue in panchina fino al 21 dicembre 2006 quando all'antidoping risulta positivo al cortisone. Marco dà la colpa a una crema usata dalla sua bellissima fidanzata Belen Rodriguez, ma sono in molti a pensare che la sua carriera come calciatore sia ormai al tramonto e ne sorga un altra come principe del gossip, magari nufragando in qualche isola dei famosi. E prima di naufragare con lui il Milan lo piazza al Genoa, dove arriva in comproprietà e un po' in sordina. Il resto è storia recente: altro che isola, in rossoblù Borriello affonda i suoi detrattori a colpi di gol. Arriva a conquistare la nazionale e a convincere i rossoneri a riprenderselo, stavolta però sborsando oltre 7milioni di euro per la metà. Ora Marco è ancora a una svolta e non vuole certo tornare indietro.
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venerdì 11 luglio 2008

Pechi...NO tu NO!

L'importante è non partecipare. Le società di calcio ribaltano il motto di De Coubertin, inventore delle olimpiadi moderne. In preparazione dell'ormai imminente appuntamento di Pechino, club italiani e stranieri si allenano soprattutto in uno sport: trattenere i propri campioni tentati dalla rassegna a cinque cerchi. Il Milan lo ha detto chiaro da tempo: nessuno si muove dal ritiro, tantomeno lo scalpitante Kakà. Berlusconi però, in versione diplomatica da G8 giapponese, ha provato ad addolcire il niet rossonero e stuzzicato da un gruppo di giornalisti brasiliani ha spiegato "Kakà non va alle olimpiadi perchè è stanco". Poche parole, forse solo una battuta, che però in Brasile è suonata come un tradimento del Pallone d'Oro alla sua nazionale. Scoppia il caso. Riccardo, cuor di leone, ruggisce contro la società rossonera e chiede che sia ufficialmente ribadita la posizione contraria del club, come a dire "Io sarei andato, loro me l'hanno impedito". Poche ore dopo un comunicato sul sito del Milan conferma il veto che ovviamente esclude Pato, arruolato dalla nazionale in quanto under 21. Veto rossonero peraltro esercitato anche sui giocatori azzurri. Bonera, Inzaghi, forse addirittura Nesta erano stati indicati come possibili fuoriquota per Casiraghi, che invece si dovrà accontentare del solo Rocchi, gentilmente concesso da Lotito. D'altra parte le Olimpiadi non sono una manifestazione Fifa e dunque nessuno obbliga i club a lasciare che i tesserati rischino menischi e caviglie in Cina. Posizione intransigente condivisa dal Barcellona, ormai in guerra con Ronaldinho deciso ad andare a Pechino a tutti i costi. Brasiliani incatenati e indispettiti, argentini invece regolarmente arruolati. La federazione albiceleste è l'unica fra le grandi ad essersi imposta sui club. E così a Pechino ci saranno ad esempio i due napoletani Lavezzi e Navarro, con la benedizione di De Laurentiis. L'Argentina, che tra l'altro avrà a disposizione anche un certo Messi, è favorita, ma si sa alle Olimpiadi l'importante è partecipare. Sempre che si abbia il permesso.

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Abramovic, spia e lascia spiare!

Dalla Russia con amore. A Londra si sta girando il remake del secondo celebre film della saga di 007, ma è tutto maledettamente vero. La capitale britannica teatro di spionaggi e controspionaggi tra uomini del Cremlino e agenti di sua Maestà sembra un romanzo uscito dalla penna di Ian Fleming, il papà di James Bond, ma qui ci sono nuovi protagonisti, non ultimo Roman Abramovic, il magnate russo proprietario del Chelsea. E gli affari di mercato dei Blues passano in secondo piano, Londra in questi giorni si appassiona soprattutto della misteriosa vicenda di Sir Alex Allan, direttore dei servizi di intelligence, finito in coma dopo un misterioso incidente e ripresosi altrettanto improvvisamente. Scotland Yard minimizza, ma intanto l'MI5, il controspionaggio britannico, ammette che nel Regno Unito ci sarebbero decine di spie russe, come ai tempi della guerra fredda. La guerra oggi è invece economica: capitali russi, come quelli di Abramovic, che muovono la finanza della city e colossi di Mosca sempre più padroni delle risorse energetiche e di storiche compagnie come la BP. Una guerra anche nei tribunali con la giustizia inglese a indagare sull'origine di questi capitali, come nel caso Berezovsky, imprenditore che chiede 4 miliardi di dollari ad Abramovic per spoliazioni finanziarie e ricatti. E qui torna alla mente l'ex agente Kgb Litvinienko, ucciso a Londra con un'inglesissima tazza di te contaminata dal polonio. La moglie è convinta che la sua morte sia legata alle indagini che stava compiendo proprio sull'origine dei capitali russi nel Regno Unito. E la guerra sotterranea continua con Mosca che, la notizia è di stamane, accusa di spionaggio il diplomatico britannico Christopher Bowers. Dalla russia con amore: e se James Bond non c'è più il nome più ricorrente è quello di Roman Abramovic. Soldi, petrolio, spie. Moratti spera che per strappare Lampard al magnate russo bastino i primi due.
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giovedì 10 luglio 2008

Nazionale olimpica: sogni d'oro Gigi!

Debutteranno prima degli altri atleti, ma sperano che la loro avventura duri fino alla fine. Loro sono la nostra nazionale olimpica di calcio, i 22 che Gigi Casiraghi ha scelto di portare con sè a Pechino, per costruire un sogno. Il sogno è quell'oro olimpico che agli Azzurri manca dal lontano 1936 e a cui tantissime nazionali aspirano. E tra le avversarie da temere maggiormente c'è il solito Brasile, con o senza Ronaldinho, e soprattutto l'Argentina campione in carica. Casiraghi comunque fissa l'obiettivo massimo perchè crede nel suo gruppo. I talenti in effetti non mancano, c'è "la meglio gioventù azzurra" con Giovinco, Giuseppe Rossi, Montolivo, Cigarini, Dessena, Aquafresca e poi il fuoriquota Rocchi, che sembra far parte di questo gruppo da sempre. Come detto si comincia presto, il 7 agosto, alla vigila della cerimonia di apertura dei giochi. Esordio con l'Honduras, poi Corea del Sud il 10 agosto e Camerun il 13. Avversarie toste, ma soprattutto più abituate al clima umido, come teme Casiraghi.

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mercoledì 9 luglio 2008

Affari Olimpici

La Cina sta già facendo i soldi con le Olimpiadi. No, non stiamo parlando degli indubbi ritorni commerciali che deriveranno dalla rassegna a cinque cerchi, ma di cartamoneta appena stampata proprio per l'occasione. La banca centrale cinese ha infatti emesso sei milioni di nuove banconote da 10 Yuan griffate Pechino 2008 e migliaia di persone si sono accalcate davanti agli sportelli per portarsi a casa quello che potrebbe diventare un prezioso ricordo dell'evento. La Repubblica Popolare ormai si è convertita al capitalismo e un ulteriore segnale di questa svolta è proprio nel denaro. Il denaro che muove l'economia del Dragone e su cui ormai non più trova posto Mao Zedong. Sì perchè nella banconota da 10 Yuan il faccione del dittatore comunista è stato sfrattato per fare spazio allo stadio Nazionale, ai simboli di pechino 2008 e, sull'altro lato, la statua greca di discobolo a ricordo delle olimpiadi antiche. A Olimpia però gli atleti gareggiavano nudi, mentre oggi anche l'abbigliamento delle manifestazioni sportive è una questione di marketing. Lo sa bene la Russia che ha in questi giorni presentato le divise ufficiali per Pechino. A Mosca un tempo c'erano solo le austere divise del regime sovietico, oggi invece c'è spazio per i colori nazionali bianco, blu e rosso che vestiranno una rappresentativa pronta a fare incetta di medaglie. Colori che forse si intuiranno appena a Pechino a causa dello smog che ormai soffoca la metropoli asiatica e che potrebbe creare non pochi problemi agli atleti. Lo sviluppo sfrenato ha anche delle controindicazioni, i cinesi lo sanno, ma per ora pensano soprattutto a "fare" soldi, in tutti i sensi.
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martedì 8 luglio 2008

"Letterina Adebayor"

"Siamo disposti a trattare la cessione, se vi interessa ancora fatevi vivi. Firmato Arsenal" Una lettera da Londra, questa è la clamorosa novità nella complicata trattativa Milan-Adebayor. Più che di svolta si dovrebbe parlare di inversione a U visto che la società rossonera sembrava ormai aver rinunciato all'attaccante togolese dopo il muro eretto dal club inglese a colpi di richieste esorbitanti. Invece Adriano Galliani annuncia a sorpresa di aver in mano una missiva dell'Arsenal che tiene tutto apertissimo e riaccende le speranze in via Turati. Ovviamente le cifre restano alte: i Gunners, tenendo fede al proprio nome, avevano sparato 45milioni di euro, ma ora col messaggio inviato a Milano sembrano aggiungere ai tanti zeri l'aggettivo "trattabili". Un piccolo ripensamento, forse dovuto alle difficoltà sul contratto del giocatore, già rivelate dal Sun. Adebayor avrebbe chiesto un adeguamento dell'ingaggio a circa 7,5 milioni a stagione, mentre il club londinese arriverebbe al massimo a 4. Galliani frena, ammette che ora ci dovrà pensare e che comunque il primo ostacolo è stato superato. Ma il vicepresidente rossonero parla anche di altri attaccanti, un Mister X, Drogba o forse Sheva, e anche un fantomatico Mr Y che potrebbe essere il russo Pavlyuchenko. Il primo obiettivo resta, comunque, Adebayor e proprio nel giorno in cui il togolese sembra riavvicinarsi ecco che l'altro e più antico sogno rossonero si allontana. Le quotazioni della permanenza di Ronaldinho al Barcellona risalgono con la discesa di quelle del presidente La Porta, che ribadisce di non volersi dimettere, ma che potrebbe lasciare il posto a Rosel, grande sostenitore di Dinho. E i primi indizi del cambio di rotta vengono proprio dalla società blaugrana che ha convocato il brasiliano per il ritiro del 14 luglio e gli ha negato la possibilità di andare a Pechino con la Seleçao olimpica. La-Porta o no, Galliani la lascia comunque aperta per Ronaldinho spiegando che, pancetta o no, i piedi li ha sempre buoni.

Parma, i gioielli di famiglia

Un tempo era l'isola felice, oggi è l'isola del tesoro. Stiamo parlando di Parma, anzi del Parma e dei suoi gioelli che, dopo la sfortunata discesa in B degli emiliani, fanno gola a tanti club, in Italia e all'estero. D'altra parte i gialloblù sono stati protagonisti degli ultimi 15 anni del calcio nostrano sfornando o allevando campioni a raffica da Buffon a Cannavaro, da Gilardino a Giuseppe Rossi. Insomma il marchio Parma è un sigillo di garanzia soprattutto per i giovani talenti ed è per questo che sotto i riflettori è finito il duo Under 21 di centrocampo Cigarini-Dessena. Il primo, 22 anni, è la mente, autentico direttore d'orchestra della mediana: lanci col contagiri, punizioni al bacio, tiro da fuori e pure infallibilità dal dischetto. L'altro, il ventunenne Dessena, è il braccio: tanta corsa, piedi buoni, inserimenti e soprattutto una buona capacità realizzativa. Cigarini ha già le valige pronte, mentre il secondo, parmigiano DOC, potrebbe restare per guidare i gialloblù alla pronta risalita in A. Ad ogni modo il presidente Ghirardi saprà fare bene i suoi conti, piazzando al meglio i suoi gioielli. E non farà sconti neppure per Marco Rossi, anche lui 21enne e anche lui di Parma, che nell'ultima stagione si è spesso conquistato un posto da titolare fra i centrali di difesa segnando pure un gol. Classe 87 anche per Mcdonald Mariga: nazionalità kenyota e nome da fastfood, garantiscono sulla sua velocità devastante. La qualità è ancora da scoprire, ma molti sono pronti a scommettere su di lui. L'ultimo pezzo pregiato è un giocatore più maturo: il cursore ventinovenne Paolo Castellini. Non è un prodotto del vivaio emiliano, ma ai gialloblù deve comunque molto visto che lo ha rilanciato dopo il grave infortunio rimediato nel Betis Siviglia. Parma è l'isola del tesoro, ma nonostante il naufragio in B, non ci saranno sconti. Parola di Tommaso Ghirardi.

sabato 5 luglio 2008

Venus, miss Wimbledon

L'atteso derby tra le Williams è nel segno di Venere, è ancora lei la regina di Wimbledon. Venus Williams, battendo la sorella Serena in finale per 2 set a 0, si conferma campionessa sull'erba londinese, vincendo per la quinta volta il prestigioso torneo. Precedenti alla mano, era Serena la favorita, in vantaggio per 8 a 7 su Venus, addirittura 5 a 1 nelle finali del grande Slam. E in effetti in avvio di match Serena fa valere tutta la sua potenza, picchiando duro e conquistando senza affanni i primi due game. Venus però si rialza grazie alla sua velocità e arriva addirittura a conquistare il primo set, 7-5. La partita prosegue equilibrata evidenziando la grande tecnica delle Williams. Poi arriva anche qualche errore, soprattutto di Serena. Venus invece è più regolare e fa suo anche il secondo set con il punteggio di 6-4. Le sorelle rivali hanno però l'immediata occasione per risabilire la pace in famiglia con la finale di doppio che le vedrà affrontare insieme la coppia Raymond-Stosur. Prima però spazio all'altro attesissima ed eterna sfida tra Reoger Federer e Rafa Nadal. Così dopo aver incoronato la regina, Wimbledon sceglierà il suo re.
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Villaggio olimpico

La prima prova Olimpica di Pechino 2008 non è una gara sportiva, ma l'affidabilità, il comfort e la funzionalità delle strutture costruite per la manifestazione a cinque cerchi. L'organizzazione non vuole lasciare nulla al caso, così ha invitato oltre 2000 persone a testare il villaggio olimpico fresco d'inaugurazione. Atleti, dirigenti, ma anche semplici cittadini, sono arrivati a Pechino da tutta la Cina e anche da altri paesi, mettendosi nei panni della pacifica folla di sportivi che invaderà la metropoli asiatica tra poco più di un mese. Tutto infatti è stato preparato come se il calendario indicasse già l'8 agosto e le centinaia di "cavie" olimpiche hanno ad esempio provato la mensa che potrà ospitare fino a 6000 persone e sarà attiva 24 su 24 proponendo oltre 450 tipi di cibo. Ma nel villaggio, oltre al corpo, si potrà nutrire anche lo spirito. Gli organizzatori tengono a sottolineare che saranno predisposti luoghi per praticare le cinque principali religioni: cristianesimo, islam, buddismo, giudaismo e induismo. Ovviamente nel villaggio ci sarà spazio anche per lo shopping, con negozi e boutique, e per il relax, con particolari aree attrezzate per il riposo degli atleti fra allenamenti e gare. E a proposito di gare non poteva mancare anche l'ultimo, ma fondamentale tassello, il simbolo stesso della rassegna a cinque cerchi. In questi giorni sono giunte a Pechino anche le oltre 6000 medaglie che finiranno al collo degli atleti delle Olimpiadi e delle successive Paralimpiadi. La Cina, nonostante le polemiche, è ormai pronta al grande appuntamento che la vedrà al centro del mondo e spera di meritarsi l'oro.

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venerdì 4 luglio 2008

"Toscanini" Cigarini

A Parma si va allo stadio come nelle altre città si va teatro, e viceversa. E se proprio qui, dove la musica è di casa, ti chiamano "Toscanini" vuol dire che di talento ne hai da vendere. Luca Cigarini, 22 anni, è stato ribattezzato proprio così dai tifosi gialloblù: un piccolo grande direttore d'orchestra nel centrocampo della squadra emiliana. Una squadra in cui è cresciuto fin da bambino, in quel settore giovanile che ha sfornato gente come Buffon e Giuseppe Rossi. Dopo una breve esperienza alla Sambenedettese, Cigarini debutta in serie A a soli diciannove anni nel settembre 2005 e mostra già tutte le sue qualità. E' però nella stagione successiva, specie dopo l'arrivo di Ranieri, che il giovane centrocampista esplode definitivamente. Diventa titolare e si mette in cabina di regia nello spettacolare film di fantascienza che vede il Parma conquistare una miracolosa salvezza. Assist, calci piazzati, gol, ma soprattutto una direzione impeccabile, replicata sia nell'Under 21 di Casiraghi sia nell'ultima sfortunata stagione dei gialloblù. Già pezzo pregiato del club di Ghirardi, proprio dopo la discesa in B degli emiliani, Cigarini attira l'attenzione di moltissime squadre. Ma ora il 22enne centrocampista dovrà pensare soprattutto all'avventura olimpica di Pechino. Il calcio azzurro cerca il riscatto dopo i deludenti europei, e il giovane Toscanini vuole essere tale.

(Servizio andato in onda su Serie A News - Premium Calcio24)

giovedì 3 luglio 2008

Il sogno di Oscar

Stavolta Oscar Pistorius non ce l'ha fatta. Contro il destino, contro i pregiudizi, contro la burocrazia, il ragazzo di Pretoria ne ha vinte tante di battaglie, ma alla Notturna di Milano ha dovuto arrendersi. Il sudafricano che corre con due protesi alle gambe, è ancora lontano dal sogno delle olimpiadi: un sogno forse impossibile, che ha appassionato gli italiani, tanto che ieri sera erano in centinaia all'Arena, per sostenere Pistorius. Ma il calore dei tifosi, che ormai l'hanno adottato, non è bastato. L'atleta 22enne non è riuscito a strappare il tanto desiderato biglietto per Pechino. Pettorale numero uno e tutti gli occhi addosso, nella finale B dei 400 metri si è fermato a 47"78, di fronte al minimo di 45"55 fissato per l'accesso ai giochi.
insert. Pistorius non ha solo le gambe d'acciaio, ma anche la volontà. Sa che ora sarà dura, ma non si dà per vinto e vuole correre più forte per inseguire ancora il suo sogno.
Guarda il servizio su www.video.mediaset.it e cerca Pistorius
(Servizio andato in onda su Studio Aperto, TG4, AllSport News - Premium Calcio24)

Notturna all'Arena

Oscar Pistorius non ce l'ha fatta, almeno per ora. L'atleta sudafricano che corre con due protesi alle gambe è ancora lontano dal sogno delle olimpiadi, un sogno cocciutamente inseguito in questi mesi, prima nei tribunali sportivi e poi sulle piste. Ieri sera, durante la Notturna andata in scena all'Arena di Milano, ottenuto il via libera dal Tas, Pistorius non è riuscito a strappare il tanto desiderato biglietto per Pechino. Pettorale numero uno e tutti gli occhi addosso, il sudafricano, nella finale B dei 400 metri si è fermato a 47"78, di fronte al minimo di 45"84 fissato per l'accesso ai giochi. Dispiaciuto soprattutto per il pubblico italiano, che lo ha quasi adottato, Pistorius non si dà comunque per vinto: promette di riscattarsi al più presto e di riuscire a raggiungere le Olimpiadi. Alla Notturna però non c'era solo Pistorus col suo sogno. Nel salto in alto femminile ancora una brillante affermazione dell'azzurra Antonietta di Martino. Lo scorso anno all'Arena riuscì a battere il record di 2.03 della Simeoni, ieri sera ha vinto il concorso fissando l'asticella a 1.97.
(Servizio andato in onda su AllSport News - Premium Calcio24)

mercoledì 2 luglio 2008

A Catania arriva RonalDica

In Romania i tifosi lo hanno soprannominato RonalDica e non solo per via della maglia della Steaua, pressochè identica a quella del Barcellona. Nicolae Dica - 28 anni, 21 presenze nella sua nazionale - ha già fatto conoscere il suo talento anche in Champions con gol e colpi da fuoriclasse. Dopo 4 anni a Bucarest, il fantasista inizia ora l'avventura nel campionato italiano e sbarca in Sicilia. A Catania si aspettano magie e reti per ottenere una salvezza finalmente tranquilla e magari anche qualcosa in più. Quattro anni di contratto per il rumeno, a testimonianza di un progetto ambizioso del club di Pulvirenti. Che, con Ronaldica, adesso sogna l'Europa.
Così, dopo Pablo Ledesma, Il Catania ha assestato un altro bel colpo, versando 2 milioni alla Steaua. Ma dietro a questo acquisto c'è lo zampino di Walter Zenga, eroe dell'ultima salvezza rossazzurra, che ha già allenato Dica proprio a Bucarest. Dica spera di seguire le orme di altri suoi connazionali che hanno fatto bene in Italia, da Hagi fino ai talenti rumeni di oggi, Chivu e Mutu. E proprio ai suoi compagni di nazionale, il fantasista manda un messaggio in vista delle prossime sfide del Catania con Inter e Fiorentina: "Li voglio battere!"
(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1 e su AllSport News - Premium Calcio 24)

martedì 1 luglio 2008

De Laurentiis: Hamsik = 10 Iaquinta

"Hamsik me lo tengo stretto, non lo scambio con nessuno". Schietto e ironico come al solito il presidente del Napoli de Laurentiis parla del mercato azzurro iniziando proprio dal pezzo più pregiato della sua rosa. Il talentuoso centrocampista slovacco è finito nel mirino dei grandi club, Juve su tutti, ma il produttore cinematografico scrive in pratica il "the end" a qualsiasi scenaggiatura che ne perveda la cessione, fissando un particolare tasso di cambio per il giovane genio slovacco. "Hamsik vale dieci Iaquinta, perchè dovrei scambiarlo?"
Il presidente del Napoli parla anche del mercato in entrata già impreziosito dal colpo Maggio e dall'acquisto dell'attaccante Denis. L'argentino sarà presentato nei prossimi giorni e promette già tanti gol, ma De Laurentiis svela che è proprio in avanti che la società prevede di rinforzarsi ancora. Qui si deve infatti tener conto del grave infortunio di Zalayeta e dell'impegno di Lavezzi alle Olimpiadi tanto che si parla di Tavano come vice Pocho. Poi una volta giunto un altro attaccante, sarà il momento di sfoltire la rosa. Tornando proprio a Lavezzi e al suo impegno con la nazionale olimpica argentina, De Laurentiis non si dice infastidito dalla chiamata del suo fantasista d'attacco. Anzi crede che quella di Pechino sia un'occasione importante per il Pocho.
(Servizio andato in onda su Studio Sport - Italia1 e su AllSport News - Premium Calcio 24)