Non ce l'hanno fatta. Sembra così strano per una squadra dalla spiaccata attitudine internazionale, un gruppo che in pochi mesi si è portato via Champions, Supercoppa e Mondiale, un club che in una manciata d'anni ha vinto due Coppe dei Campioni, arrivando tre volte in finale e sempre agli ottavi. Eppure sembra anche così normale, per quei vecchietti così gloriosi e arizilli, ma pur sempre un po' agè per competere e vincere su tre fronti. Il giorno dopo, come al solito, si parla di già rifondare. Un concetto forse eccessivo, ma non del tutto privo di senso. Si saluta l'immortale Capitano e si costruisce con i Pirlo, i Kakà, i Pato e perchè no i Paloschi e pure i Gilardino e i Bonera se crederanno più in sè stessi. Mattoni importanti cui ne vanno aggiunti altri come un portiere affidabile e possibilmente giovane - non sarà facile - uno o due difensori autorevoli, qualche ricambio a centrocampo e un vero erede di Inzaghi, figlio di Pippo e della rete.
Sul tema due articoli di due esperti di calcio, dal cuore rossonero affranto
leggi "Addio Milan re d'Europa" di Stefano J. Scarpolini
leggi "Il Crepuscolo degli dei" di Marco Fallisi
1 commento:
Ciao! Il Milan ha meritato di uscire, perchè in 180 minuti non ha costruito nemmeno una grande occasione da gol e perchè l'arsenal è parso nettamente più pimpante ed arrembante perfino nel tempio di San Siro.
Forse l'età media dei rossoneri è davvero troppo vecchia...
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