
Il primo artefice di questo capolavoro, artista lineare, ma non per questo banale, risponde al nome di Claudio Ranieri. La sua indubbia abilità, spesso sottovalutata, unita al pragmatismo british che lo contraddistingue, sono stati i farmaci più adatti per curare le ultime ferite bianconere. Un valore aggiunto, dimostrato anche dal tracollo di un Parma che l'anglo-romano aveva invece saputo rianimare. Mr.Ranieri ha gestito sapientemente gambe e testa di tutti, campioni attempati, giocatori riabilitati, acquisti al di sotto delle aspettative. E a proposito di campioni merita una speciale menzione Alex Del Piero che a 33 anni sta disegnando una stagione monstre, forse la migliore della sua carriera di gioie e infortuni. Un fenomeno ritrovato, un condottiero indomabile, un evergreen che non ha dimenticato le sue magie paradossalmente conquistando con l'età matura un fiuto sotto porta mai visto e un'entusiasmo traboccante. Non va dimenticato neppure David Trezeguet, un attaccante mimetico che si confonde col campo fino a rendersi invisibile, ma che alla fine risulta implacabile coi suoi gol. E ancora Mauro Camoranesi che sta diventando sempre più un giocatore universale, un genio di classe e corsa a cui nulla è precluso. E poi il sempre fenomenale Buffon, il sempiterno Nedved, l'esuberante Chiellini, il prezioso Zanetti e perchè no pure il risorto Legrottaglie, da colpo di mercato a bidone, da bidone a difensore autorevole. Hanno resistito eroicamente ai tormenti della B e ora godono, un'Europa ritrovata e una Juve sempre bianconera fuori, ma dentro, nuovamente a colori.
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