domenica 11 novembre 2007

L'Odissea del pendolare

Perdere un treno è già di per sé molto sgradevole, ma può capitare. Molto più sgradevole è però quello che può succedere dopo averlo perso. E capita se si sta viaggiando – o tentando di viaggiare – con Trenitalia, pagando regolare e costoso biglietto.
Mettetevi nei panni di un pendolare, uno dei tanti, che ogni fine settimana scende a Savona da Milano, dove studia oppure lavora. Un pendolare che spesso deve fare i conti con ritardi cronici - talvolta anche di un’ora o più – carrozze sporche e affollate all’inverosimile, guasti improvvisi che ti fanno ammirare per lungo tempo la campagna pavese, coincidenze inevitabilmente perse alla stazione di Genova Principe. Uno insomma che si arma di santa pazienza già quando monta sul predellino, conscio che se andrà tutto bene sarà un miracolo.
Il nostro amico arriva nella stazione centrale di Milano per prendere l’Eurocity 143 delle 11.10 diretto a Nizza. Ha regolare biglietto con prenotazione obbligatoria: carrozza 4, posto 73, costo 16 euro e cinquanta. Purtroppo, nonostante il tabellone della stazione lo segnali ancora in partenza, quando giunge al binario – sono le 11.13 - il treno è già partito, stranamente puntuale. Esaurite le imprecazioni, inevitabili in queste situazioni, il nostro pendolare si avvia verso la biglietteria per farsi cambiare il titolo di viaggio in modo da prendere il primo treno utile. E per fortuna le invettive sono finite perché altrimenti il nostro sfortunato viaggiatore si lascerebbe di nuovo andare di fronte alla lunghissima coda dovuta all’apertura di quattro sportelli soltanto in tutta la stazione di Milano Centrale, lo snodo ferroviario più importante del Paese. E non siamo la notte della domenica, ma la tarda mattinata del sabato. Intanto il nostro pianifica: il primo treno utile è l’Intercity Plus per La Spezia, poi si cambia a Genova e si prende il regionale per Savona. Il biglietto costerebbe meno di quello già fatto, ma pazienza. Dopo quaranta minuti di fila, ecco l’agognato sportello: “Purtroppo c’è il cambio di tipologia di treno, da Eurostar a Intercity Plus e questa variazione costa tre euro”. Tre euro per viaggiare su un treno di categoria inferiore? Vabbè, nonostante tutto si porta ancora pazienza. Ecco pero il colpo di scena “Ma scusi il treno delle 11.10 è già partito?” Domanda l’addetta, cortese, ma confusa visto che è quasi mezzogiorno. “Ma allora – prosegue – non si può cambiare il biglietto, mi spiace ma posso solo “aggiornarlo” col primo treno utile della stessa categoria, cioè l’Eurocity delle 15”. Il nostro pendolare, sconfortato più che in collera, chiede allora come fare. Dopo un consulto con un non ben identificato dirigente, la bigliettaia torna con un curioso responso: “Obliteri il biglietto, salga sul treno delle 12.10 e parli col capotreno, di solito non fanno problemi”. Curioso innanzitutto perché in biglietteria dovrebbero ben sapere che i biglietti Eurocity con prenotazione obbligatoria non devono essere obliterati. Curioso poi perché quella risposta non è certo quella che ti aspetti da un dipendente di un’azienda seria. Tuttavia è mezzogiorno e il nostro amico decide di salire sul treno delle 12.10 per non perdere pure quello. Reperito il, anzi la, capotreno “che non dovrebbe fare problemi” ecco l’ennesima doccia gelata: “Certo può salire – bontà loro! – ma c’è il cambio biglietto a bordo treno e sono otto euro”. La pazienza ormai è finita. Ma le decise rimostranze del passeggero che chiama in causa le indicazioni della biglietteria non sortiscono effetto. Al momento del pagamento – otto euro che sommati ai 16,50 diventano 24,50, quasi cinquantamila lire di biglietto! – la capotreno però spiega: “Se le metteva un timbro l’assistenza evitava la sovrattassa”. Assistenza? Ma cos’è? Dove si trova? E perché nessuno dalla biglietteria me ne ha parlato? Domande retoriche.
Morale? State attenti a non perdere mai il treno, potrebbe davvero costarvi caro. Flaiano diceva che in Italia la linea più breve fra due punti è l’arabesco. Aveva ragione. Quella più lunga, interminabile come un’Odissea, è invece il binario ferroviario.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Scusa tanto Marco, su una cosa hai ragione, i servizi di Trenitalia fanno spesso schifo ( e fanno ridere tutti i turisti che vengono nel nostro Paese) ma in questo caso sei tu il pollo che ha perso il treno!
ciao ciao
Claudia