“…non ho mai avuto alcuna simpatia per l’ideologia comunista e per l’Urss”
“Questo è un paese fantastico, che ha saputo reagire al terrorismo, alle svalutazioni della Lira, all’assassinio di Falcone e Borsellino, al crollo dei partiti storici. Un paese pieno di imprenditori coraggiosi, di ragazzi meravigliosi…”
Parole e musica di Silvio Berlusconi… anzi no! Se qui ci fosse la firma del Cavaliere nessuno si stupirebbe troppo. E invece c’è quella del suo futuro antagonista Walter Veltroni (dal Corriere della Sera, intervista di Aldo Cazzullo). Alla vigilia delle “scontate” elezioni primarie di domani, che con tutta probabilità lo incoroneranno leader del nuovo Partito Democratico, “Wafer” ribadisce la linea “dolce” verso il centrodestra, anzi sembra cercare nuovi temi e nuovi consensi oltre la frontiera politica.
Che vuol dire? Che finalmente si va verso un bipolarismo meno adolescenziale e meno legato a vecchi e nuovi conflitti ideologici o presunti tali? “E’ un paese bloccato da 15 anni in una dialettica sterile, Berlusconi contro la sinistra, che noi dobbiamo cercare di superare anche in modo unilaterale” Ecco qui sta il punto. Riuscirà il buon Walter a convincere i suoi – tutti – che la tattica del “contro” è da archiviare al più presto? Non solo. L’antberlusconismo resta ancora il collante più facile ed efficace per la coalizione di centrosinistra – perché col PD soltanto non si vincono le elezioni – e allora perché rischiare di farne a meno?
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