lunedì 8 ottobre 2007

Calcio/Rossi, Bianchi e azzurri


Prima lo chiamavano "Jo Red", ora potrebbero chiamarlo "Jose Rojos", ma è sempre lui Giuseppe Rossi, talento asslolutamente italiano (anche se nato in USA) emigrato prima in Inghilterra e ora in Spagna, una Spagna che sta letteralmente incantando. Anche ieri, nonostante la sconfitta del suo Villareal, è stato protagonista di una grande prestazione e di un gol da assoluto campione. Un coast to coast da metà campo, con velocità e dribbling finale al portiere. Un numero alla Messi che lo precede di una sola rete nella classifica marcatori: dopo 7 partite 6 gol per la "Pulce" argentina, 5 per l'Americanino, cresciuto nel Parma.


Ma se Messi è già considerato un fenomeno, avvicinato a Maradona, perchè il piccolo grande Giuseppe, che gli somiglia non poco, è stato costretto a emigrare? Perchè Rossi non gioca in una squadra da Champions? Perchè Donadoni sembra ancora ignorarlo per una maglia azzurra nella Nazionale maggiore?

Le risposte "razionali" sono sempre le solite e costruiscono la storia girovaga di Giuseppe Rossi. Uno che viene "rapito" da Ferguson aprofittando del crac Parmalat per poi finire a Manchester a fare panchina. Uno che torna a Parma in prestito, quasi per gratitudine per chi l'ha cresciuto, contribuisce in modo decisivo ad una salvezza che sembrava una chimera. Uno che il buon Ghirardi non riesce a trattenere in Emilia perchè Ferguson vuole troppi soldi e preferisce piazzarlo - con un prestito mascherato da cessione - ad una squadra con poche ambizioni e poco stress, dove possa giocare con continuità e fare nuove esperienze. E l'azzurro dei grandi poi arriverà, ci vuole calma, lo pensa anche Donadoni.

Le risposte più istintive tuttavia sono diverse e sono ancora da ricercarsi nel nome. Perchè se davvero si chiamasse Jo Reds o Jose Rojos o ancora Rossimovic o Rossaldinho, forse starebbe incantando altre e più prestigiose platee. Ma il nostro calcio, Campione del Mondo e pure in declino, non sa arrestare l'emorragia di piccoli e grandi campioni. E se Lucarelli e Toni sono emigrati già nella completa maturità, è più difficile accettare la fuga di giovani fenomeni come lo stesso Rossi o Rolando Bianchi, la vera sorpesa della scorsa stagione che ha salvato la Reggina a suon di gol. E la Nazionale? In Francia, in Brasile, in Inghilterra i baby si lanciano con coraggio e un pizzico di incoscienza. In Argentina, già da tempo, c'è un certo Messi, uno che assomiglia non poco a Giuseppe Rossi.

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