martedì 25 settembre 2007

Garlasco, Erba, Cogne & co.

"La cronaca è letteratura sotto pressione" (Oscar Wilde)

L'importante è che la cronaca non diventi fiction, reality, teatro dell'assurdo. Ma d'altra parte è l'arte di arrangiarsi: ecco, in un epoca di economia stagnante e lavoro precario abbiamo creato l'indotto del delitto! Ci pensate? Un tempo diventando assassini al limite si poteva dare lavoro a un investigatore, qualche poliziotto, quindi un magistrato e - se andava proprio male - un boia. I giornalisti? Sì certo, i "neristi" erano i soli traduttori ufficiali del "gesto efferato".

Ma ora è diverso, ora la catena fordista dell'ammazzamento è molto più lunga. Ci scappa il morto e si mette in moto una grande fabbrica che produce quotidianamente notizie, congetture, ipotesi, prove, provette, ricostruzioni, indizi...
Si dà lavoro a giornalisti che trattano il fatto, a quelli che lo analizzano per come l'hanno trattato i primi e a quelli che lo approfondiscono in base al trattamento dei primi e alle analisi dei secondi e così via. Si dà lavoro agli specialisti della scientifica certo, ma soprattutto a quelli che poi ci scrivono sopra le fiction. Si dà lavoro a psicologi, criminologi, sacerdoti, opinionisti, discussi fotografi gossippari e perfino ai costruttori di plastici. E chissà magari si trova pure un posto per madri e mariti inconsolabili o per cugine disperate e fotomontate. Il tutto con un solo, semplice ammazzamento... e poi dicono che non c'è lavoro!

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